“Le donne dovrebbero avere l’opportunità di prendere decisioni informate sulle cure e trattamenti necessari. Una buona comunicazione tra i professionisti sanitari e la donna è essenziale. Tutte le informazioni fornite dovrebbero essere appropriate e accessibili alle donne, ai loro partner e familiari, prendendo in considerazione ogni bisogno supplementare sia fisico che cognitivo” (NICE, Clinical Guideline: Intrapartum care. Settembre 2007) Con questo presupposto, lo scopo di questa ricerca è stato la valutazione delle spiegazioni sulle procedure assistenziali fornite dagli operatori alle donne in travaglio, e delle dinamiche comunicative sviluppatesi in tale contesto; l’analisi delle percezioni dell’ostetrica e la sua consapevolezza in merito alle modalità comunicative adottate; nonché la verifica della comprensione, interpretazione e percezione delle donne riguardo alle procedure assistenziali eseguite sul loro corpo e le ricadute che si possono verificare sul vissuto del parto e la successiva rielaborazione. Sono state eseguite osservazioni e registrazioni audio di interi travagli, per un totale di 19 casi, svolti in due importanti punti nascita milanesi con differenze significative nel numero di parti annuali e nelle modalità mediche/assistenziali. Dopo il parto sono stati consegnati dei questionari alle ostetriche, coinvolte nell’assistenza al travaglio, per comprendere le loro considerazioni e percezioni riguardo alla comunicazione adottata. Infine sono state intervistate tutte le donne osservate, il giorno successivo al parto, per comprendere la loro esperienza del travaglio e del parto e la loro consapevolezza ed interpretazione delle procedure eseguite. Durante il travaglio è stata adottata inoltre una griglia osservativa per ogni procedura assistenziale, in cui si rilevava: · Quale procedura si stava eseguendo · Le caratteristiche dell’ambiente · Le persone presenti nella stanza e le loro posizioni rispetto alla donna · Il tono di voce degli operatori · Lo sguardo · Il contatto con la donna · Se le procedure venivano spiegate e quando. Prima, durante e dopo l’esecuzione · Se veniva nominato il dolore/fastidio legato alla procedura assistenziale · Le reazioni della donna/coppia e degli operatori, i loro atteggiamenti e comportamenti E’ stato riscontrato che effettivamente le procedure venivano sempre spiegate alle donne prima dell’esecuzione, ma soprattutto in termini di “cosa si sta eseguendo”. Invece molto più raramente venivano spiegate le motivazioni, e quindi il perché bisognasse eseguire la procedura. Effettivamente, poi, le donne risultavano più soddisfatte e consapevoli, esprimendo un vissuto migliore quando comprendevano le motivazioni agli interventi, mentre le maggiori incomprensioni ed interpretazioni scorrette, nonché maggiori difficoltà a rielaborare l’esperienza del parto, si verificavano quando la donna appunto non capiva le ragioni delle procedure. Possiamo quindi affermare che se l’operatore sanitario intende agire nell’interesse dei bisogni della donna e desidera che ogni intervento sia consapevolmente accettato, evitando fraintendimenti, dovrebbe porre attenzione a offrire informazioni chiare sulla procedura e sulle relative motivazioni; considerare le conseguenze e i disagi che le procedure comportano e come le modalità comunicative influenzano sia la qualità dell’esperienza che la rielaborazione successiva; non trascurare infine la comunicazione non verbale, poiché molto considerata e percepita dalla coppia.

Comunicazione verbale e non verbale delle procedure assistenziali in travaglio di parto / E. Pescara, D. Calistri, G. Bestetti. - [s.l] : null, 2009 Sep 22.

Comunicazione verbale e non verbale delle procedure assistenziali in travaglio di parto

D. Calistri
Secondo
;
2009

Abstract

“Le donne dovrebbero avere l’opportunità di prendere decisioni informate sulle cure e trattamenti necessari. Una buona comunicazione tra i professionisti sanitari e la donna è essenziale. Tutte le informazioni fornite dovrebbero essere appropriate e accessibili alle donne, ai loro partner e familiari, prendendo in considerazione ogni bisogno supplementare sia fisico che cognitivo” (NICE, Clinical Guideline: Intrapartum care. Settembre 2007) Con questo presupposto, lo scopo di questa ricerca è stato la valutazione delle spiegazioni sulle procedure assistenziali fornite dagli operatori alle donne in travaglio, e delle dinamiche comunicative sviluppatesi in tale contesto; l’analisi delle percezioni dell’ostetrica e la sua consapevolezza in merito alle modalità comunicative adottate; nonché la verifica della comprensione, interpretazione e percezione delle donne riguardo alle procedure assistenziali eseguite sul loro corpo e le ricadute che si possono verificare sul vissuto del parto e la successiva rielaborazione. Sono state eseguite osservazioni e registrazioni audio di interi travagli, per un totale di 19 casi, svolti in due importanti punti nascita milanesi con differenze significative nel numero di parti annuali e nelle modalità mediche/assistenziali. Dopo il parto sono stati consegnati dei questionari alle ostetriche, coinvolte nell’assistenza al travaglio, per comprendere le loro considerazioni e percezioni riguardo alla comunicazione adottata. Infine sono state intervistate tutte le donne osservate, il giorno successivo al parto, per comprendere la loro esperienza del travaglio e del parto e la loro consapevolezza ed interpretazione delle procedure eseguite. Durante il travaglio è stata adottata inoltre una griglia osservativa per ogni procedura assistenziale, in cui si rilevava: · Quale procedura si stava eseguendo · Le caratteristiche dell’ambiente · Le persone presenti nella stanza e le loro posizioni rispetto alla donna · Il tono di voce degli operatori · Lo sguardo · Il contatto con la donna · Se le procedure venivano spiegate e quando. Prima, durante e dopo l’esecuzione · Se veniva nominato il dolore/fastidio legato alla procedura assistenziale · Le reazioni della donna/coppia e degli operatori, i loro atteggiamenti e comportamenti E’ stato riscontrato che effettivamente le procedure venivano sempre spiegate alle donne prima dell’esecuzione, ma soprattutto in termini di “cosa si sta eseguendo”. Invece molto più raramente venivano spiegate le motivazioni, e quindi il perché bisognasse eseguire la procedura. Effettivamente, poi, le donne risultavano più soddisfatte e consapevoli, esprimendo un vissuto migliore quando comprendevano le motivazioni agli interventi, mentre le maggiori incomprensioni ed interpretazioni scorrette, nonché maggiori difficoltà a rielaborare l’esperienza del parto, si verificavano quando la donna appunto non capiva le ragioni delle procedure. Possiamo quindi affermare che se l’operatore sanitario intende agire nell’interesse dei bisogni della donna e desidera che ogni intervento sia consapevolmente accettato, evitando fraintendimenti, dovrebbe porre attenzione a offrire informazioni chiare sulla procedura e sulle relative motivazioni; considerare le conseguenze e i disagi che le procedure comportano e come le modalità comunicative influenzano sia la qualità dell’esperienza che la rielaborazione successiva; non trascurare infine la comunicazione non verbale, poiché molto considerata e percepita dalla coppia.
22-set-2009
comunicazione ; gravide ; operatori sanitari
Settore MED/47 - Scienze Infermieristiche Ostetrico-Ginecologiche
Working Paper
Comunicazione verbale e non verbale delle procedure assistenziali in travaglio di parto / E. Pescara, D. Calistri, G. Bestetti. - [s.l] : null, 2009 Sep 22.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2434/72342
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact