Il legame tra mondo femminile e ospedali è attestato per tutto il medioevo: abbiamo testimonianze già alto e pieno medievali, che si infittiscono a partire dai secoli XII e XIII e che ci restituiscono una ricca campionatura di donne che fondarono, sovvenzionarono, diressero, governarono, frequentarono, insomma di donne che vissero l’ospedale con ruoli differenti. Nonostante si tratti di un fenomeno diffuso, la partecipazione delle donne al mondo degli ospedali medievali ha goduto nel complesso di un’attenzione minore rispetto a quella prestata ad analoghe presenze femminili all’interno di contesti monastici, conventuali o confraternali, ovvero in quegli spazi che nella società dell’epoca si aprivano alle donne che si misuravano con istanze di religiosità e di aiuto al prossimo bisognoso. In una storia ospedaliera che, pur con diversità di accenti, viene oggi considerata come risultante dell’influsso di molteplici fattori – sociali, religiosi, politici, ideologici – rimangono da collocare le modalità della partecipazione femminile, modalità che in parte rispecchiano quelle maschili, più di quanto forse non ci si aspetterebbe, e in parte presentano specificità. In un percorso metaforico dalle “grandi” alle “piccole” donne, il contributo si sofferma in particolare su tre punti: memoria, lavoro, famiglia. Ovvero su fondazioni e dotazioni ospedaliere come occasione per le donne di una consapevole costruzione di una memoria di sé; sullo svolgimento da parte delle donne di lavori all’interno delle strutture ospedaliere, lavori posti concettualmente tra opus e servitium; e infine sul rapporto tra le donne e la famiglia, quella originaria e quella ospedaliera, nel momento in cui queste entravano in un ente assistenziale, senza dimenticare quelle “piccole donne”, ovvero quelle bambine e fanciulle che furono “figlie degli ospedali”.
Vite femminili negli ospedali medievali tra religiosità e assistenza: pregare, lavorare, lasciare memoria di sé (Italia centro-settentrionale) / M. Gazzini - In: Vita religiosa al femminile (secoli XIII-XIV)Roma : Viella, 2019. - ISBN 9788833131801. - pp. 91-105
Vite femminili negli ospedali medievali tra religiosità e assistenza: pregare, lavorare, lasciare memoria di sé (Italia centro-settentrionale)
M. Gazzini
2019
Abstract
Il legame tra mondo femminile e ospedali è attestato per tutto il medioevo: abbiamo testimonianze già alto e pieno medievali, che si infittiscono a partire dai secoli XII e XIII e che ci restituiscono una ricca campionatura di donne che fondarono, sovvenzionarono, diressero, governarono, frequentarono, insomma di donne che vissero l’ospedale con ruoli differenti. Nonostante si tratti di un fenomeno diffuso, la partecipazione delle donne al mondo degli ospedali medievali ha goduto nel complesso di un’attenzione minore rispetto a quella prestata ad analoghe presenze femminili all’interno di contesti monastici, conventuali o confraternali, ovvero in quegli spazi che nella società dell’epoca si aprivano alle donne che si misuravano con istanze di religiosità e di aiuto al prossimo bisognoso. In una storia ospedaliera che, pur con diversità di accenti, viene oggi considerata come risultante dell’influsso di molteplici fattori – sociali, religiosi, politici, ideologici – rimangono da collocare le modalità della partecipazione femminile, modalità che in parte rispecchiano quelle maschili, più di quanto forse non ci si aspetterebbe, e in parte presentano specificità. In un percorso metaforico dalle “grandi” alle “piccole” donne, il contributo si sofferma in particolare su tre punti: memoria, lavoro, famiglia. Ovvero su fondazioni e dotazioni ospedaliere come occasione per le donne di una consapevole costruzione di una memoria di sé; sullo svolgimento da parte delle donne di lavori all’interno delle strutture ospedaliere, lavori posti concettualmente tra opus e servitium; e infine sul rapporto tra le donne e la famiglia, quella originaria e quella ospedaliera, nel momento in cui queste entravano in un ente assistenziale, senza dimenticare quelle “piccole donne”, ovvero quelle bambine e fanciulle che furono “figlie degli ospedali”.File | Dimensione | Formato | |
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