Nomos agraphos, nomos gegrammenos : osservazioni su "leggi non scritte" e "leggi scritte" nell'ordinamento ateniese

It is difficult to say exactly, and in an unambiguous way, what ¥grafoj nÒmoj was. Scholars have identified it now with ‘customs’, now with the complex of ancestral rules of divine origin, now with the law of nature. Even though, as it is undeniable, these are actually the meanings of the phrase in most of the contexts where it appears, I think there are two passages – among the most ancient in which it occurs: Soph., Ant. 454 e ps. Lys., In Andoc. VI.10 – where nÒmoj ¥grafoj can be given a more specific definition. In particular, it is an ‘exclusive’, ‘secret’ law, hence provided with characters opposite to nÒmoj gegrammšnoj. In turn, nÒmoj gegrammšnoj is not, simply, the ‘written law’; the phrase implies a typically democratic concept of law – publicly approved, publicly visible and known to everybody.

È difficile attribuire un significato univoco all’espressione ¥grafoj nÒmoj, che, come la critica ha a più riprese sottolineato, può essere identificato ora con la consuetudine, ora con il complesso delle norme ancestrali che si ritengono avere origine divina, o ancora con la ‘legge di natura’. Benché sia innegabile che questi siano i valori dell’espressione nella maggior parte dei contesti in cui ricorre, credo tuttavia che sia possibile individuare due passi – peraltro tra i più antichi in cui compare il riferimento alle ‘leggi non scritte’: Soph., Ant. 454 e ps. Lys., In Andoc. VI.10 – nei quali il nÒmoj ¥grafoj si presenta con caratteristiche più definite, di ‘esclusività’ e ‘segretezza’, che lo contrappongono al nÒmoj gegrammšnoj. Il quale nÒmoj gegrammšnoj, a sua volta, non è semplicemente la ‘legge affidata alla scrittura’: l’espressione rimanda infatti a un concetto di legge – pubblicamente approvata, a tutti visibile e a tutti nota – tipicamente democratico.