Oggetto di questo intervento è la descrizione della tomba di Medella che lo storico e giurista di Basilea Johann Jacob Bachofen premette alla sua opera su La dottrina dell’immortalità della teologia orfica. Il discorso dello studioso di Basilea prende le mosse dal contenuto figurativo di alcuni vasi ritrovati nell’ipogeo canosino, e si spinge poi, alla luce delle considerazioni che egli trae da esso, all’investigazione della teologia orfica. Non avendo Bachofen mai visitato il luogo fisico dell’ipogeo, si è qui cercato di interpretare la descrizione preliminare nel senso di un “viaggio” immaginario, leggendo attraverso le scelte stilistiche dell’autore non una semplice volontà descrittiva, bensì una sorta di “soglia” del testo attraverso cui l’autore prepara il lettore alle tensioni simboliche che egli rintraccia nel ritrovamento canosino. Ci è sembrato oltremodo significativo che Canosa, o forse più ancora il toponimo Canusium, divenisse per Bachofen il polo attorno a cui si articola il suo immaginario religioso e simbolico. Si sono ricercate nel testo le particolari scelte lessicali o i dettagli sottolineati nella descrizione degli spazi del complesso funerario (appartenente agli ipogei Lagrasta), che sono state interpretate e commentate in base alle suddette tensioni simboliche, che nel pensiero di Bachofen sempre si dispiegano intorno alle dicotomie vita-morte, o simbolo-racconto. L’idea che regge questa ricerca è che ogni testo descrittivo pone in atto un mondo, dal punto di vista logico, del tutto autonomo. Che Bachofen dunque premetta alla sua ricerca di storia delle religioni una descrizione (sia pure mediata da quella di Prosper Biardot, cui egli espressamente si rifà, e da alcune altre circolanti al tempo in cui egli scrive) dell’ipogeo significa la sua volontà di richiamare agli occhi del suo lettore la potenza simbolica dei sepolcri. L’immagine della “Tomba di Medella”, che tanto aveva attratto l’attenzione degli eruditi di tutta Europa, si costituisce qui come il mondo stesso dell’immaginario bachofeniano, proteso verso le antichità della Daunia apula.

Meraviglie dalla Puglia. Viaggio immaginario di Bachofen a Canosa / S. Versace - In: CANOSA Ricerche Storiche 2006 / AA. VV. ; [a cura di] L. Bertoldi Lenoci. - Fasano : Schena, 2007. - ISBN 9788883480539. - pp. 439-446 (( Intervento presentato al 2. convegno CANOSA Ricerche Storiche tenutosi a Canosa di Puglia nel 2006.

Meraviglie dalla Puglia. Viaggio immaginario di Bachofen a Canosa

S. Versace
Primo
2007

Abstract

Oggetto di questo intervento è la descrizione della tomba di Medella che lo storico e giurista di Basilea Johann Jacob Bachofen premette alla sua opera su La dottrina dell’immortalità della teologia orfica. Il discorso dello studioso di Basilea prende le mosse dal contenuto figurativo di alcuni vasi ritrovati nell’ipogeo canosino, e si spinge poi, alla luce delle considerazioni che egli trae da esso, all’investigazione della teologia orfica. Non avendo Bachofen mai visitato il luogo fisico dell’ipogeo, si è qui cercato di interpretare la descrizione preliminare nel senso di un “viaggio” immaginario, leggendo attraverso le scelte stilistiche dell’autore non una semplice volontà descrittiva, bensì una sorta di “soglia” del testo attraverso cui l’autore prepara il lettore alle tensioni simboliche che egli rintraccia nel ritrovamento canosino. Ci è sembrato oltremodo significativo che Canosa, o forse più ancora il toponimo Canusium, divenisse per Bachofen il polo attorno a cui si articola il suo immaginario religioso e simbolico. Si sono ricercate nel testo le particolari scelte lessicali o i dettagli sottolineati nella descrizione degli spazi del complesso funerario (appartenente agli ipogei Lagrasta), che sono state interpretate e commentate in base alle suddette tensioni simboliche, che nel pensiero di Bachofen sempre si dispiegano intorno alle dicotomie vita-morte, o simbolo-racconto. L’idea che regge questa ricerca è che ogni testo descrittivo pone in atto un mondo, dal punto di vista logico, del tutto autonomo. Che Bachofen dunque premetta alla sua ricerca di storia delle religioni una descrizione (sia pure mediata da quella di Prosper Biardot, cui egli espressamente si rifà, e da alcune altre circolanti al tempo in cui egli scrive) dell’ipogeo significa la sua volontà di richiamare agli occhi del suo lettore la potenza simbolica dei sepolcri. L’immagine della “Tomba di Medella”, che tanto aveva attratto l’attenzione degli eruditi di tutta Europa, si costituisce qui come il mondo stesso dell’immaginario bachofeniano, proteso verso le antichità della Daunia apula.
Bachofen ; Canosa ; descrizione
2007
Centro Studi Storici e Socio-Religiosi in Puglia,
Fondazione archeologica canosina,
Società di storia patria per la puglia
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