Le malattie pericardiche sono relativamente comuni nella pratica clinica e possono presentarsi come un processo patologico isolato o come parte di una malattia sistemica. Proprio per questo motivo sono spesso “al confine della cardiologia” per le competenze specifiche e sono spesso gestite in collaborazione da più specialisti (cardiologo, cardiochirurgo, medico internista, reumatologo, pneumologo, infettivologo, oncologo, nefrologo). La scarsità dei dati epidemiologici e dei trial clinici ha fatto sì che le malattie pericardiche fossero spesso gestite empiricamente e rappresentassero la “Cenerentola” della patologia cardiovascolare, spesso trascurate nei percorsi formativi universitari e post-universitari. Fortunatamente sono tornate alla ribalta con la pubblicazione delle prime linee guida della Società Europea di Cardiologia (ESC) nel 20041 . Dal 2004 a oggi sono stati pubblicati molti nuovi dati con i primi studi prospettici di coorte con oltre 100 pazienti, nonché i primi trial randomizzati2-25, e questo ha reso necessario non solo un processo di revisione delle precedenti linee guida ma la stesura di una vera e propria nuova edizione presentata quest’anno al Congresso ESC 2015 a Londra26 e tradotta in italiano in questo stesso fascicolo del Giornale Italiano di Cardiologia. Le nuove linee guida hanno come scopo principale il miglioramento e la razionalizzazione della gestione clinica e sono “vere linee guida per la pratica clinica” che sarà probabilmente influenzata e modificata da quanto proposto. Scopo di questo editoriale è analizzare brevemente la struttura del documento e le principali novità, e come queste cambieranno la pratica clinica quotidian

Linee guida ESC 2015 per la diagnosi e la terapia delle malattie pericardiche: cosa dovrebbe cambiare nel nostro approccio clinico? / M. Imazio, A. Brucato. - In: GIORNALE ITALIANO DI CARDIOLOGIA. - ISSN 1827-6806. - 16:12(2015), pp. 672-674. [10.1714/2088.22580]

Linee guida ESC 2015 per la diagnosi e la terapia delle malattie pericardiche: cosa dovrebbe cambiare nel nostro approccio clinico?

A. Brucato
2015

Abstract

Le malattie pericardiche sono relativamente comuni nella pratica clinica e possono presentarsi come un processo patologico isolato o come parte di una malattia sistemica. Proprio per questo motivo sono spesso “al confine della cardiologia” per le competenze specifiche e sono spesso gestite in collaborazione da più specialisti (cardiologo, cardiochirurgo, medico internista, reumatologo, pneumologo, infettivologo, oncologo, nefrologo). La scarsità dei dati epidemiologici e dei trial clinici ha fatto sì che le malattie pericardiche fossero spesso gestite empiricamente e rappresentassero la “Cenerentola” della patologia cardiovascolare, spesso trascurate nei percorsi formativi universitari e post-universitari. Fortunatamente sono tornate alla ribalta con la pubblicazione delle prime linee guida della Società Europea di Cardiologia (ESC) nel 20041 . Dal 2004 a oggi sono stati pubblicati molti nuovi dati con i primi studi prospettici di coorte con oltre 100 pazienti, nonché i primi trial randomizzati2-25, e questo ha reso necessario non solo un processo di revisione delle precedenti linee guida ma la stesura di una vera e propria nuova edizione presentata quest’anno al Congresso ESC 2015 a Londra26 e tradotta in italiano in questo stesso fascicolo del Giornale Italiano di Cardiologia. Le nuove linee guida hanno come scopo principale il miglioramento e la razionalizzazione della gestione clinica e sono “vere linee guida per la pratica clinica” che sarà probabilmente influenzata e modificata da quanto proposto. Scopo di questo editoriale è analizzare brevemente la struttura del documento e le principali novità, e come queste cambieranno la pratica clinica quotidian
Settore MED/09 - Medicina Interna
2015
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