Il saggio analizza la poetica e la politica dell'iniziativa di protesta civile contro il sistema di discriminazione e di detenzione a tempo indeterminato dei richiedenti asilo in attesa dell'esito di ricorso o in attesa di respingimento nota come "Refugee Tales - Walking in Solidarity with Refugees, Asylum Seekers and Detainees", che a partire dal 2015 si ripropone nel Regno Unito con cadenza annuale. L’iniziativa, che si ispira al modello medievale dei Canterbury Tales di Geoffrey Chaucer, consiste in una marcia della durata di nove giorni cui partecipano rifugiati, ex detenuti dei centri di identificazione ed espulsione, attivisti, volontari, artisti, musicisti, scrittori e gente comune giunta da varie parti del Regno Unito o residente nelle cittadine in cui i partecipanti fanno tappa. Ad ogni sosta, scrittori affermati leggono in pubblico i racconti che ciascuno di loro ha composto a partire dall’esperienza autentica di un soggetto che ha vissuto in prima persona le angosce del viaggio migratorio, della "indefinite detention" e della perdita di visibilità, diritti e soggettivazione che tutto ciò comporta, oppure ispirandosi alle testimonianze di volontari e operatori del settore, quali interpreti e assistenti legali. I racconti sono poi pubblicati in raccolte (Refugee Tales I, 2016; Refugee Tales II, 2017; un terzo volume in preparazione). Attraverso l'analisi delle modalità di attuazione e della centralità dello storytelling nello svolgimento di questo progetto artistico-peripatetico, il saggio mette in luce il potere di queste storie − narrazioni originate nell’oralità e nell’ascolto, e nell'occupazione comune dello spazio − nel contribuire a disegnare un nuovo immaginario in cui gli stranieri che cercano rifugio non siano più considerati criminali, bensì iniziatori di nuove comunità fondate sull'apertura, lo scambio e l'accoglienza.

This prologue is not a poem/It is an act of welcome: la parola creativa come spazio di accoglienza e mediazione / L.A. DE MICHELIS - In: Raccontare il viaggio : crimini di migrazione e narrazioni di resistenza / [a cura di] N. Di Ciolla, A. Pasolini, N. Vallorani. - Prima edizione. - Milano : Mimesis, 2018. - ISBN 9788857551005. - pp. 37-62

This prologue is not a poem/It is an act of welcome: la parola creativa come spazio di accoglienza e mediazione

L.A. DE MICHELIS
Primo
2018

Abstract

Il saggio analizza la poetica e la politica dell'iniziativa di protesta civile contro il sistema di discriminazione e di detenzione a tempo indeterminato dei richiedenti asilo in attesa dell'esito di ricorso o in attesa di respingimento nota come "Refugee Tales - Walking in Solidarity with Refugees, Asylum Seekers and Detainees", che a partire dal 2015 si ripropone nel Regno Unito con cadenza annuale. L’iniziativa, che si ispira al modello medievale dei Canterbury Tales di Geoffrey Chaucer, consiste in una marcia della durata di nove giorni cui partecipano rifugiati, ex detenuti dei centri di identificazione ed espulsione, attivisti, volontari, artisti, musicisti, scrittori e gente comune giunta da varie parti del Regno Unito o residente nelle cittadine in cui i partecipanti fanno tappa. Ad ogni sosta, scrittori affermati leggono in pubblico i racconti che ciascuno di loro ha composto a partire dall’esperienza autentica di un soggetto che ha vissuto in prima persona le angosce del viaggio migratorio, della "indefinite detention" e della perdita di visibilità, diritti e soggettivazione che tutto ciò comporta, oppure ispirandosi alle testimonianze di volontari e operatori del settore, quali interpreti e assistenti legali. I racconti sono poi pubblicati in raccolte (Refugee Tales I, 2016; Refugee Tales II, 2017; un terzo volume in preparazione). Attraverso l'analisi delle modalità di attuazione e della centralità dello storytelling nello svolgimento di questo progetto artistico-peripatetico, il saggio mette in luce il potere di queste storie − narrazioni originate nell’oralità e nell’ascolto, e nell'occupazione comune dello spazio − nel contribuire a disegnare un nuovo immaginario in cui gli stranieri che cercano rifugio non siano più considerati criminali, bensì iniziatori di nuove comunità fondate sull'apertura, lo scambio e l'accoglienza.
“Refugee Tales”; David Herd; “crimmigration”; centri di identificazione e detenzione; linguaggio e migrazione; linguaggio e accoglienza; storytelling; spettacolo del confine
Settore L-LIN/10 - Letteratura Inglese
2018
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