This essay considers the consequences of the voidance of shares transfer on the status of the shareholder. The research is set out in two parts. The first one addresses the consequences resulting from the termination of the effects of the contract from the corporation point of view. The second one considers the repercussions of the termination from the civil law point of view, examining the buyer-seller relationship and the possible claims between them and the way in which trades affects the ordinary application of the rules. In this connection, in the first part, the problem is approached from a double perspective. The essay starts providing a clear analysis of the relationship among the company, the seller and the purchaser. Firstly, it analyses, in general, the conditions under which the shareholder may exercise his company rights, and secondly, based on the requirements thus identified, examines the boundaries of validity and effectiveness of decisions taken in the meanwhile with or by the apparent shareholder. Focusing on the shareholder’s position and the conditions for the exercise of the rights attached to his status, the conclusions are different if the set of the shareholder’s company rights or the set of his individual ones are considered. In specific, the shareholder’s company rights concern the prerogatives of the shareholders within the general meeting, while the shareholders’ individual ones are directly addressed against the company; the first one has as sole condition the legitimation of the person who votes, while the other requires, in addition to the formal legitimacy, also the ownership of the shares. This distinction, which acquires a new meaning here, has been obtained from the analysis of the discipline that concerns the assembly decisions, and then also confirmed by Article 2352 Italian Civil Code. In case of voidance of the shares transfer, the exercise of these two different categories of rights results differently. The study illustrates how, when the apparent shareholder enforced his company rights, the decisions taken with his vote are considered valid. Notwithstanding the invalidation of the contract, indeed, the general interests to stable and secure company management prevails over the individual interests of the shareholders involved. For the exercise of individual rights, on the contrary, a different principle predominates. According to the general rule of “nemo plus iuris”, indeed, the voidance of the contract does not allow the apparent shareholder to exercise the prerogatives based on the ownership of the shares. The research then considers the situation of subjection of the “real” shareholder (the owner of the shares) in the occasion of the exercise of a power performed by another person. To simplify, the essay treats the ability of the acts issued by the company to affect the holder’s member status, once he has been reinstated within the company structure. The analysis then moves forward focusing on possible subsequent claims for the repayment of the values frustrated by the non-exercise of company and individual rights. Considering this situation, however, since share has to be considered as a “second-order good”, the principles and the rules applicable suggest the use of traditional civil law remedies. The restitution therefore regards the so-called «quota» rights, i.e. portion of the shares including powers prerogatives. This premise finds as supports all the following corollaries connected with the right to the beneficial use of assets, the accidental destruction of the good, such as its improvement or deterioration. Eventually, this second part analyses the potential integrations of the described framework, adding to the restitution the possibility of seeking compensation for the damages occurred.

Il presente scritto tratta dei problemi derivanti della caducazione di un atto di trasferimento, nell’ambito della circolazione delle azioni, sullo status di socio. Delimitato il perimetro dell’indagine, si è suddiviso lo scritto in due macro aree. Si è trattato prima il piano (endosocietario) dei rapporti tra l’emittente, il socio alienante e l’acquirente (socio apparente), al fine di verificare le conseguenze sul piano dell’organizzazione della rimozione degli effetti traslativi, e poi quello dei rapporti restitutori tra il tradens (il socio titolare) e l’accipiens (il “socio” apparente). Il primo tema è stato a sua volta suddiviso in due sotto-categorie problematiche: la prima volta ad analizzare i requisiti per il valido ed efficace esercizio dei diritti sociali da parte del socio apparente; la seconda tesa a verificare l’ultrattività degli atti posti in essere avendo riguardo alle caratteristiche soggettive del socio apparente, una volta che la partecipazione fosse ritornata nella disponibilità del titolare. Sviluppando il primo tema, si è giunti a suddividere le posizioni soggettive attive dell’azionista in due insiemi: (i) i diritti sociali, che sono quelle pretese che trovano il loro compimento o la loro estrinsecazione all’interno del procedimento assembleare, per l’esercizio dei quali è sufficiente la mera legittimazione; (ii) i diritti individuali, che sono invece quelli direttamente opponibili alla società e che richiedono, ai fini dell’efficacia, il possesso congiunto tanto della legittimazione quanto della titolarità. Quanto ai diritti sociali, si è visto come gli effetti dell’esercizio di questi ultimi siano suscettibili di consolidamento, nonostante la rimozione degli effetti traslativi del trasferimento della partecipazione, in ragione della preminenza dell’interesse alla stabilità dell’organizzazione sulla pretesa del socio. Argomento, questo, che si è ricavato dalla disciplina – tanto procedimentale quanto rimediale – delle decisioni assembleari e che ha trovato poi riscontro testuale in una lettura a contrariis dell’art. 2352 c.c. Con riguardo ai diritti individuali, invece, questi ultimi, essendo per loro natura estranei a quell’ambito di sostanziale eteronomia che si era ravvisato all’interno del novero dei diritti sociali, rimangono retti dal principio generalissimo del nemo plus iuris, e dunque gli atti che derivano dal loro esercizio verranno in linea di massima caducati, giacché condividono gli effetti e gli esiti della restitutio in integrum. L’altro aspetto del piano societario, invece, ha coinvolto la situazione di soggezione del titolare all’esercizio dell’altrui potere, cioè, in concreto, depurata l’ipotesi di indagine dalle fattispecie non problematiche e sistematicamente non determinanti, l’idoneità degli atti emessi medio tempore dalla società avendo riguardo alla specifica soggettività del socio apparente ad incidere sullo status di socio del titolare, una volta che questi sia stato reintegrato all’interno della compagine sociale. Si sono risolte le varie fattispecie dubbie alla luce delle norme che tutelano i terzi, temperando alcune soluzioni ragionando ancora attorno alle logiche dell’organizzazione qualora la posizione di terzo fosse occupata dalla società. La riflessione relativa all’ambito endosocietario ha poi influito anche sull’analisi della seconda parte: quella esterna all’ambito strettamente organizzativo, che si proponeva di verificare come la peculiarità del bene trasferito, intrinsecamente dinamico e mutevole, potesse influire sulla restitutio in integrum. Nelle ultime pagine, in particolare, si è visto come la natura dell’azione quale «bene di secondo grado», e dunque chiave di accesso alla partecipazione alla vita sociale, non possa essere tralasciata nemmeno lì dove a farla da padrone sono le norme civilistiche dell’indebito. Si è identificato, per una serie di ragioni, l’oggetto dell’obbligo restitutorio nella quota a suo tempo trasferita. Da ciò ne sono discesi una serie di corollari applicativi che ruotano attorno ai concetti di «frutto», «perimento», «deterioramento» e «miglioramento». Da ultimo si è verificato la possibilità di integrare la disciplina restitutoria con il generale rimedio risarcitorio.

CIRCOLAZIONE DELLE AZIONI. CADUCAZIONE DEL TRASFERIMENTO E CONSEGUENZE SULLO STATUS DI SOCIO / M. Facci ; supervisor: A. Tina. DIPARTIMENTO DI DIRITTO PRIVATO E STORIA DEL DIRITTO, 2019 Feb 12. 31. ciclo, Anno Accademico 2018. [10.13130/facci-mattia_phd2019-02-12].

CIRCOLAZIONE DELLE AZIONI. CADUCAZIONE DEL TRASFERIMENTO E CONSEGUENZE SULLO STATUS DI SOCIO

M. Facci
2019

Abstract

This essay considers the consequences of the voidance of shares transfer on the status of the shareholder. The research is set out in two parts. The first one addresses the consequences resulting from the termination of the effects of the contract from the corporation point of view. The second one considers the repercussions of the termination from the civil law point of view, examining the buyer-seller relationship and the possible claims between them and the way in which trades affects the ordinary application of the rules. In this connection, in the first part, the problem is approached from a double perspective. The essay starts providing a clear analysis of the relationship among the company, the seller and the purchaser. Firstly, it analyses, in general, the conditions under which the shareholder may exercise his company rights, and secondly, based on the requirements thus identified, examines the boundaries of validity and effectiveness of decisions taken in the meanwhile with or by the apparent shareholder. Focusing on the shareholder’s position and the conditions for the exercise of the rights attached to his status, the conclusions are different if the set of the shareholder’s company rights or the set of his individual ones are considered. In specific, the shareholder’s company rights concern the prerogatives of the shareholders within the general meeting, while the shareholders’ individual ones are directly addressed against the company; the first one has as sole condition the legitimation of the person who votes, while the other requires, in addition to the formal legitimacy, also the ownership of the shares. This distinction, which acquires a new meaning here, has been obtained from the analysis of the discipline that concerns the assembly decisions, and then also confirmed by Article 2352 Italian Civil Code. In case of voidance of the shares transfer, the exercise of these two different categories of rights results differently. The study illustrates how, when the apparent shareholder enforced his company rights, the decisions taken with his vote are considered valid. Notwithstanding the invalidation of the contract, indeed, the general interests to stable and secure company management prevails over the individual interests of the shareholders involved. For the exercise of individual rights, on the contrary, a different principle predominates. According to the general rule of “nemo plus iuris”, indeed, the voidance of the contract does not allow the apparent shareholder to exercise the prerogatives based on the ownership of the shares. The research then considers the situation of subjection of the “real” shareholder (the owner of the shares) in the occasion of the exercise of a power performed by another person. To simplify, the essay treats the ability of the acts issued by the company to affect the holder’s member status, once he has been reinstated within the company structure. The analysis then moves forward focusing on possible subsequent claims for the repayment of the values frustrated by the non-exercise of company and individual rights. Considering this situation, however, since share has to be considered as a “second-order good”, the principles and the rules applicable suggest the use of traditional civil law remedies. The restitution therefore regards the so-called «quota» rights, i.e. portion of the shares including powers prerogatives. This premise finds as supports all the following corollaries connected with the right to the beneficial use of assets, the accidental destruction of the good, such as its improvement or deterioration. Eventually, this second part analyses the potential integrations of the described framework, adding to the restitution the possibility of seeking compensation for the damages occurred.
12-feb-2019
Il presente scritto tratta dei problemi derivanti della caducazione di un atto di trasferimento, nell’ambito della circolazione delle azioni, sullo status di socio. Delimitato il perimetro dell’indagine, si è suddiviso lo scritto in due macro aree. Si è trattato prima il piano (endosocietario) dei rapporti tra l’emittente, il socio alienante e l’acquirente (socio apparente), al fine di verificare le conseguenze sul piano dell’organizzazione della rimozione degli effetti traslativi, e poi quello dei rapporti restitutori tra il tradens (il socio titolare) e l’accipiens (il “socio” apparente). Il primo tema è stato a sua volta suddiviso in due sotto-categorie problematiche: la prima volta ad analizzare i requisiti per il valido ed efficace esercizio dei diritti sociali da parte del socio apparente; la seconda tesa a verificare l’ultrattività degli atti posti in essere avendo riguardo alle caratteristiche soggettive del socio apparente, una volta che la partecipazione fosse ritornata nella disponibilità del titolare. Sviluppando il primo tema, si è giunti a suddividere le posizioni soggettive attive dell’azionista in due insiemi: (i) i diritti sociali, che sono quelle pretese che trovano il loro compimento o la loro estrinsecazione all’interno del procedimento assembleare, per l’esercizio dei quali è sufficiente la mera legittimazione; (ii) i diritti individuali, che sono invece quelli direttamente opponibili alla società e che richiedono, ai fini dell’efficacia, il possesso congiunto tanto della legittimazione quanto della titolarità. Quanto ai diritti sociali, si è visto come gli effetti dell’esercizio di questi ultimi siano suscettibili di consolidamento, nonostante la rimozione degli effetti traslativi del trasferimento della partecipazione, in ragione della preminenza dell’interesse alla stabilità dell’organizzazione sulla pretesa del socio. Argomento, questo, che si è ricavato dalla disciplina – tanto procedimentale quanto rimediale – delle decisioni assembleari e che ha trovato poi riscontro testuale in una lettura a contrariis dell’art. 2352 c.c. Con riguardo ai diritti individuali, invece, questi ultimi, essendo per loro natura estranei a quell’ambito di sostanziale eteronomia che si era ravvisato all’interno del novero dei diritti sociali, rimangono retti dal principio generalissimo del nemo plus iuris, e dunque gli atti che derivano dal loro esercizio verranno in linea di massima caducati, giacché condividono gli effetti e gli esiti della restitutio in integrum. L’altro aspetto del piano societario, invece, ha coinvolto la situazione di soggezione del titolare all’esercizio dell’altrui potere, cioè, in concreto, depurata l’ipotesi di indagine dalle fattispecie non problematiche e sistematicamente non determinanti, l’idoneità degli atti emessi medio tempore dalla società avendo riguardo alla specifica soggettività del socio apparente ad incidere sullo status di socio del titolare, una volta che questi sia stato reintegrato all’interno della compagine sociale. Si sono risolte le varie fattispecie dubbie alla luce delle norme che tutelano i terzi, temperando alcune soluzioni ragionando ancora attorno alle logiche dell’organizzazione qualora la posizione di terzo fosse occupata dalla società. La riflessione relativa all’ambito endosocietario ha poi influito anche sull’analisi della seconda parte: quella esterna all’ambito strettamente organizzativo, che si proponeva di verificare come la peculiarità del bene trasferito, intrinsecamente dinamico e mutevole, potesse influire sulla restitutio in integrum. Nelle ultime pagine, in particolare, si è visto come la natura dell’azione quale «bene di secondo grado», e dunque chiave di accesso alla partecipazione alla vita sociale, non possa essere tralasciata nemmeno lì dove a farla da padrone sono le norme civilistiche dell’indebito. Si è identificato, per una serie di ragioni, l’oggetto dell’obbligo restitutorio nella quota a suo tempo trasferita. Da ciò ne sono discesi una serie di corollari applicativi che ruotano attorno ai concetti di «frutto», «perimento», «deterioramento» e «miglioramento». Da ultimo si è verificato la possibilità di integrare la disciplina restitutoria con il generale rimedio risarcitorio.
Settore IUS/04 - Diritto Commerciale
TINA, ANDREA
TINA, ANDREA
Doctoral Thesis
CIRCOLAZIONE DELLE AZIONI. CADUCAZIONE DEL TRASFERIMENTO E CONSEGUENZE SULLO STATUS DI SOCIO / M. Facci ; supervisor: A. Tina. DIPARTIMENTO DI DIRITTO PRIVATO E STORIA DEL DIRITTO, 2019 Feb 12. 31. ciclo, Anno Accademico 2018. [10.13130/facci-mattia_phd2019-02-12].
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