Il concetto di armonia in Leibniz e nella trdizione neopitagorica

A partire dal pitagorismo di Kepler e Weigel, dalla combinatoria e dalla panarmonia di Bisterfeld, il giovane Leibniz sviluppa l’idea di armonia universale, intesa come una combinazione di eventi compiuta dall’intelletto divino secondo proporzioni aritmetiche, tali da generare il massimo grado di effetti dal massimo grado di unità. Se ciò, da un lato, inserisce la metafisica giovanile di Leibniz entro il pitagorismo, dall’altro, mostra come il filosofo ne superi i dogmi, sganciando la dottrina dalle arti del quadrivio, e proiettandola verso lo studio formale degli aspetti qualitativi e dinamici della realtà promesso dalla combinatoria. Ma l’idea di armonia resta presente nell’intera produzione leibniziana, nelle relazioni tra i predicati della sostanza individuale come nelle relazioni tra le rappresentazioni monadiche. Nel pitagorismo di Leibniz è possibile, dunque, ritrovare la struttura unitaria della sua metafisica.