Lavorare nelle industrie culturali e creative spesso significa essere coinvolti nelle contraddizioni alla base del free work, che si configura come una significativa caratteristica del lavoro contemporaneo. In questo articolo sono presentati i principali risultati di una ricerca svolta nel mondo dell’editoria. A partire da un approccio qualitativo, che ha combinato metodi tradizionali e digitali della ricerca sociale, è stata analizzata una rete auto-organizzata di lavoratori e lavoratrici della conoscenza, la Rete dei Redattori Precari. Sono state in particolare considerate tre dinamiche che sottendono l’esperienza lavorativa dei soggetto coinvolti nella Rete: l’istituzionalizzazione dello stage come punto di ingresso al lavoro, l’uso di un doppio registro formale-informale per gestire sia il lavoro che le relazioni personali, e i diversi modi in cui in questo settore le passioni sono messe a valore. Viene infine presentato un evento di protesta organizzato dalla Rete, in cui il surplus di creatività è stato trasformato in conflitto sociale. Nel caso empirico, si mostra come l’utilizzo delle tecnologie digitali è uno dei modi attraverso cui la resistenza alla precarietà può essere collettivamente costruita.
Ai confini dei libri, tra passione e lavoro : mettersi in rete per resistere alla precarietà / L. Zambelli, A. Murgia, M. Teli. - In: SOCIOLOGIA DEL LAVORO. - ISSN 0392-5048. - 133(2014), pp. 71-83. [10.3280/SL2014-133005]
Ai confini dei libri, tra passione e lavoro : mettersi in rete per resistere alla precarietà
A. Murgia;
2014
Abstract
Lavorare nelle industrie culturali e creative spesso significa essere coinvolti nelle contraddizioni alla base del free work, che si configura come una significativa caratteristica del lavoro contemporaneo. In questo articolo sono presentati i principali risultati di una ricerca svolta nel mondo dell’editoria. A partire da un approccio qualitativo, che ha combinato metodi tradizionali e digitali della ricerca sociale, è stata analizzata una rete auto-organizzata di lavoratori e lavoratrici della conoscenza, la Rete dei Redattori Precari. Sono state in particolare considerate tre dinamiche che sottendono l’esperienza lavorativa dei soggetto coinvolti nella Rete: l’istituzionalizzazione dello stage come punto di ingresso al lavoro, l’uso di un doppio registro formale-informale per gestire sia il lavoro che le relazioni personali, e i diversi modi in cui in questo settore le passioni sono messe a valore. Viene infine presentato un evento di protesta organizzato dalla Rete, in cui il surplus di creatività è stato trasformato in conflitto sociale. Nel caso empirico, si mostra come l’utilizzo delle tecnologie digitali è uno dei modi attraverso cui la resistenza alla precarietà può essere collettivamente costruita.File | Dimensione | Formato | |
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