L’articolo mostra che la società italiana ha accettato negli ultimi trent’anni un ampio afflusso di manodopera immigrata (circa 2,4 milioni di occupati), accettando in qualche misura il loro ruolo economico, ma senza concedere riconoscimento sociale e piena cittadinanza. Sette leggi di sanatoria in 25 anni ne sono la dimostrazione. La crisi economica sembra avere compromesso la principale motivazione dell’accettazione degli immigrati, ossia i fabbisogni del mercato del lavoro. Tuttavia, malgrado molte difficoltà, gli immigrati hanno aumentato la loro incidenza sull’occupazione, passando da meno del 7% nel 2008 a più del 10% nel 2016. La persistente segmentazione del mercato del lavoro, le carenze dei servizi di welfare, l’espansione dei lavori poveri, il supporto delle reti etniche ne sono le principali motivazioni. In conclusione, l’articolo sostiene che l’Italia ha ancora bisogno del lavoro degli immigrati, ma ha sviluppato una forma di «integrazione subalterna», in cui una limitata accettazione è disgiunta da un pieno riconoscimento.
Perché e come gli immigrati continuano a lavorare in Italia / M. Ambrosini. - In: RIVISTA GIURIDICA DEL LAVORO E DELLA PREVIDENZA SOCIALE. - ISSN 0392-7229. - 68:4(2017 Oct), pp. 557-581.
Perché e come gli immigrati continuano a lavorare in Italia
M. Ambrosini
Primo
2017
Abstract
L’articolo mostra che la società italiana ha accettato negli ultimi trent’anni un ampio afflusso di manodopera immigrata (circa 2,4 milioni di occupati), accettando in qualche misura il loro ruolo economico, ma senza concedere riconoscimento sociale e piena cittadinanza. Sette leggi di sanatoria in 25 anni ne sono la dimostrazione. La crisi economica sembra avere compromesso la principale motivazione dell’accettazione degli immigrati, ossia i fabbisogni del mercato del lavoro. Tuttavia, malgrado molte difficoltà, gli immigrati hanno aumentato la loro incidenza sull’occupazione, passando da meno del 7% nel 2008 a più del 10% nel 2016. La persistente segmentazione del mercato del lavoro, le carenze dei servizi di welfare, l’espansione dei lavori poveri, il supporto delle reti etniche ne sono le principali motivazioni. In conclusione, l’articolo sostiene che l’Italia ha ancora bisogno del lavoro degli immigrati, ma ha sviluppato una forma di «integrazione subalterna», in cui una limitata accettazione è disgiunta da un pieno riconoscimento.File | Dimensione | Formato | |
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