Dopo aver dimostrato che la nozione generale di responsabilità presuppone l’esistenza di un potere e che le limitazioni alla responsabilità del soggetto che ha un potere possono essere ammesse solo a tutela di altri principi costituzionali, il saggio cerca, anzitutto, in una prospettiva storico-teorica, di andare alla ricerca delle ragioni per cui il principio di responsabilità dei magistrati ha faticato ad affermarsi, giungendo alla conclusione per cui l’irresponsabilità dei magistrati è sempre stata fondata sulla teoria strettamente giuspositivistica della funzione giurisdizionale. Il mutamento della posizione del giudice e della funzione giurisdizionale dovute all’approvazione di una Costituzione rigida mette in discussione quell’assunto e impone di verificare come sia possibile bilanciare il principio di responsabilità dei magistrati, che oggi esercitano un “potere”, con quello di indipendenza, che caratterizza la loro posizione costituzionale. Date queste premesse, la ricerca prosegue verificando quali siano le forme di responsabilità che scaturiscono dalla posizione ordinamentale dei magistrati: quali “gestori” del processo, quali soggetti “garanti” dei diritti individuali e quali funzionari pubblici “interpreti-esecutori” della volontà statale. Valutando trasversalmente le responsabilità dei magistrati nei confronti del popolo, delle parti del processo, e dello Stato, il saggio analizza, nella prospettiva costituzionalistica, sia la problematica esistenza di una responsabilità politica dei magistrati, sia i profili processuali e sostanziali delle diverse forme di responsabilità giuridica (civile, disciplinare e contabile).

La responsabilità del magistrato : saggio di diritto costituzionale / F. Biondi. - Milano : Giuffrè, 2006. - ISBN 8814122725.

La responsabilità del magistrato : saggio di diritto costituzionale

F. Biondi
Primo
2006

Abstract

Dopo aver dimostrato che la nozione generale di responsabilità presuppone l’esistenza di un potere e che le limitazioni alla responsabilità del soggetto che ha un potere possono essere ammesse solo a tutela di altri principi costituzionali, il saggio cerca, anzitutto, in una prospettiva storico-teorica, di andare alla ricerca delle ragioni per cui il principio di responsabilità dei magistrati ha faticato ad affermarsi, giungendo alla conclusione per cui l’irresponsabilità dei magistrati è sempre stata fondata sulla teoria strettamente giuspositivistica della funzione giurisdizionale. Il mutamento della posizione del giudice e della funzione giurisdizionale dovute all’approvazione di una Costituzione rigida mette in discussione quell’assunto e impone di verificare come sia possibile bilanciare il principio di responsabilità dei magistrati, che oggi esercitano un “potere”, con quello di indipendenza, che caratterizza la loro posizione costituzionale. Date queste premesse, la ricerca prosegue verificando quali siano le forme di responsabilità che scaturiscono dalla posizione ordinamentale dei magistrati: quali “gestori” del processo, quali soggetti “garanti” dei diritti individuali e quali funzionari pubblici “interpreti-esecutori” della volontà statale. Valutando trasversalmente le responsabilità dei magistrati nei confronti del popolo, delle parti del processo, e dello Stato, il saggio analizza, nella prospettiva costituzionalistica, sia la problematica esistenza di una responsabilità politica dei magistrati, sia i profili processuali e sostanziali delle diverse forme di responsabilità giuridica (civile, disciplinare e contabile).
2006
Settore IUS/08 - Diritto Costituzionale
La responsabilità del magistrato : saggio di diritto costituzionale / F. Biondi. - Milano : Giuffrè, 2006. - ISBN 8814122725.
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