In preprosthetic surgery the autologous bone is universally considered the gold standard. Calvaria is, among many options, one of the preferred for its unique characteristics of hardness, easy of harvest and very low morbidity at donor site. Moreover, it gives the possibility of harvesting the pericranium. This technique, recently introduced in common practice in Milan, allows to harvest a large quantity of periosteum to cover bone grafts perioperativly. Periosteal tissue is used to cover bone grafts for two reasons. First, it would provide a layer of tissue that, thanks to its osteogenic potential, would prevent bone resorption. Second, this would interpose a layer of soft tissue to act as a cushion between the bone and mucosal flap to minimize the risk of wound dehiscence, that would bring to bone exposure and consequent failure of reconstruction. Five jaw reconstructions were performed with autologous bone and pericranium. In all cases the outcome was good, the grafts took with correct bone volume preservation. Implants were positioned according to prosthetic needs. In one case a vascular necrosis of a mucosal flap occurred. Bone exposure was prevented by the periosteum, which was revascularized after few days, allowing bone integration. Considering its potential protective capability towards bone grafts and the lack of donor site morbidity, this technique should be considered as a standard procedure in preprosthetic reconstructive surgery.

Nella chirurgia preimplantare l’osso autologo è universalmente riconosciuto come il materiale di elezione. Tra le varie sedi donatrici la calvaria è una delle migliori per le caratteristiche uniche di durezza, la facilità del prelievo e la morbidità praticamente nulla a livello del sito di prelievo. Offre, inoltre, la possibilità di prelevare il pericranio per foderare l’innesto di osso. Questa tecnica, di recente introdotta nella pratica comune dell’ospedale San Paolo di Milano, consente, senza aggiungere nulla all’intervento di prelievo della calvaria, di ottenere una notevole quantità di periostio da utilizzare ricoprendo gli innesti di osso. Il pericranio è stato utilizzato per ricoprire gli innesti ossei con una duplice finalità. Innanzitutto, quella di portare del tessuto che, grazie alle sue potenzialità osteogenetiche, potesse aiutare nel prevenire eventuali riassorbimenti. In secondo luogo, per interporre del tessuto tra i blocchi di osso innestato e la mucosa orale e quindi ridurre i rischi di decubiti e di conseguenti esposizioni che porterebbero al fallimento dell’intervento. Sono stati eseguiti cinque interventi di ricostruzione dei mascellari con innesto di osso autologo e di pericranio. In tutti i casi si è avuta una buona guarigione e una buona conservazione del volume innestato riscontrato durante la fase di posizionamento degli impianti. In un caso si è avuta una sofferenza vascolare di un lembo mucoso con esposizione del sottostante pericranio che, essendosi precocemente rivascolarizzato, ha mantenuto isolato e ben coperto l’osso innestato, permettendo la sua completa integrazione. Date le potenziali capacità protettive nei confronti dell’osso innestato e la totale assenza di morbidità, questa tecnica ricostruttiva potrebbe entrare a far parte della pratica ordinaria nell’ambito di questo tipo di chirurgia

Pericranium graft in reconstructive surgery of atrophied maxillary bones / L. Autelitano, D. Rabbiosi, A. Poggio, F. Biglioli. - In: MINERVA STOMATOLOGICA. - ISSN 0026-4970. - 57:5(2008 May), pp. 265-274.

Pericranium graft in reconstructive surgery of atrophied maxillary bones

F. Biglioli
Ultimo
2008

Abstract

In preprosthetic surgery the autologous bone is universally considered the gold standard. Calvaria is, among many options, one of the preferred for its unique characteristics of hardness, easy of harvest and very low morbidity at donor site. Moreover, it gives the possibility of harvesting the pericranium. This technique, recently introduced in common practice in Milan, allows to harvest a large quantity of periosteum to cover bone grafts perioperativly. Periosteal tissue is used to cover bone grafts for two reasons. First, it would provide a layer of tissue that, thanks to its osteogenic potential, would prevent bone resorption. Second, this would interpose a layer of soft tissue to act as a cushion between the bone and mucosal flap to minimize the risk of wound dehiscence, that would bring to bone exposure and consequent failure of reconstruction. Five jaw reconstructions were performed with autologous bone and pericranium. In all cases the outcome was good, the grafts took with correct bone volume preservation. Implants were positioned according to prosthetic needs. In one case a vascular necrosis of a mucosal flap occurred. Bone exposure was prevented by the periosteum, which was revascularized after few days, allowing bone integration. Considering its potential protective capability towards bone grafts and the lack of donor site morbidity, this technique should be considered as a standard procedure in preprosthetic reconstructive surgery.
Nella chirurgia preimplantare l’osso autologo è universalmente riconosciuto come il materiale di elezione. Tra le varie sedi donatrici la calvaria è una delle migliori per le caratteristiche uniche di durezza, la facilità del prelievo e la morbidità praticamente nulla a livello del sito di prelievo. Offre, inoltre, la possibilità di prelevare il pericranio per foderare l’innesto di osso. Questa tecnica, di recente introdotta nella pratica comune dell’ospedale San Paolo di Milano, consente, senza aggiungere nulla all’intervento di prelievo della calvaria, di ottenere una notevole quantità di periostio da utilizzare ricoprendo gli innesti di osso. Il pericranio è stato utilizzato per ricoprire gli innesti ossei con una duplice finalità. Innanzitutto, quella di portare del tessuto che, grazie alle sue potenzialità osteogenetiche, potesse aiutare nel prevenire eventuali riassorbimenti. In secondo luogo, per interporre del tessuto tra i blocchi di osso innestato e la mucosa orale e quindi ridurre i rischi di decubiti e di conseguenti esposizioni che porterebbero al fallimento dell’intervento. Sono stati eseguiti cinque interventi di ricostruzione dei mascellari con innesto di osso autologo e di pericranio. In tutti i casi si è avuta una buona guarigione e una buona conservazione del volume innestato riscontrato durante la fase di posizionamento degli impianti. In un caso si è avuta una sofferenza vascolare di un lembo mucoso con esposizione del sottostante pericranio che, essendosi precocemente rivascolarizzato, ha mantenuto isolato e ben coperto l’osso innestato, permettendo la sua completa integrazione. Date le potenziali capacità protettive nei confronti dell’osso innestato e la totale assenza di morbidità, questa tecnica ricostruttiva potrebbe entrare a far parte della pratica ordinaria nell’ambito di questo tipo di chirurgia
bone transplantation ; atrophy ; maxilla ; reconstructive surgical procedures ; surgical wound dehiscence
Settore MED/29 - Chirurgia Maxillofacciale
mag-2008
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