L’ indagine ha analizzato il contributo italiano nell’ambito di tutte le recensioni FSTA, nel periodo 1990-2004. Sono state impiegate alcune tecniche avanzate di interrogazione del data-base elettronico FSTA, basate su operatori booleani, al fine di caratterizzare il contributo nazionale e di isolare il contributo dei principali centri di ricerca nazionali. L’indagine è stata completata nel mese di marzo 2005, con riferimento alle referenze censite entro il 2004. Il contributo italiano “accertabile” in ambito FSTA assomma ad oltre 11.000 referenze (11.172 per la preci-sione). E’ un contributo consolidato (circa 800-1000 riferimenti/anno), allineato con quello degli altri 2 Paesi mediterranei più importanti (Francia, oltre 11.000 riferimenti; Spagna, oltre 12.000), di circa un terzo inferiore a quello britannico (oltre 17.000) e tedesco (circa 19.000). Nella “classifica” internazionale la ricerca italiana nel settore è al 7° posto, preceduta, oltre che dai 4 Paesi europei menzionati, ovviamente da USA (circa 50.000 riferimenti) e Giappone (circa 20.000). Buona parte dei contributi italiani in ambito FSTA è pubblicata in lingua italiana, con riferimento ad un gruppo di riviste nazionali “storiche” recensite dall’IFIS. Il quadro italiano di contribuzione alla pubblicistica del settore alimentare ha subito dei mutamenti nel perio-do considerato in questa indagine, come si evince ripartendo i riferimenti nazionali sulla base del campo “Subject Code”, impiegato da FSTA per caratterizzare il sottosettore tematico o merceologico dei contributi. Se, ad esempio, nel periodo 1991-92 oltre il 25% dei contributi italiani riguardava studi relativi alle bevande alcoliche e non, oggi questa “specializzazione” è decisamente meno evidente. Per contro si assiste ad un incremento, talora percentualmente significativo, dei lavori concernenti, oltre alle scienze alimentari di base, settori quali grassi e derivati, cereali e derivati, carne, e settori più innovativi quali il “food packaging” e gli additivi e spezie. Considerando la classifica illustrata in figura 5 emerge comunque una costante presenza nei settori strategici per la vocazione nazionale del comparto: latte e formaggi, cereali e derivati, bevande al-coliche e non, frutta ed ortaggi, ai quali si aggiungono oggi quelli della carne, dei cereali e dei grassi. Un’ulteriore elaborazione ha riguardato il contributo italiano in ambito FSTA in funzione delle istituzioni di appartenenza degli autori. Degli oltre 11.000 riferimenti , oltre 6.600 (circa 60%) provengono dall’Università, poco più di 2000 (18% del totale) dalle Agenzie Governative (Istituti Superiori, Stazioni Sperimentali, labora-tori di controllo, includendo in questa categoria anche gli Istituti Zooprofilattici, che hanno una configurazione istituzionale a metà strada fra ministeriale e regionale), 550 (5%) da Agenzie Regionali (ARPA, USL, Centri regionali, Centri Ospedalieri IRCSS, etc.), oltre 400 (4% del totale) dai Centri e Laboratori CNR, circa 350 dalla sede FAO di Roma (in questo caso si tratta di riferimenti impropriamente attribuiti ad una origine “na-zionale”), 80 circa dalle sedi italiane di Agenzie Europee, mentre 1.000 circa (9% del totale) sono i riferimenti riconducibili ad aziende e centri privati, incluso l’UNI, che da solo contribuisce con 150 riferimenti.

La presenza italiana nella pubblicistica scientifica del settore delle scienze e delle tecnologie alimentari / M. Riva, C. Pompei. - In: TECNOLOGIE ALIMENTARI. - ISSN 0392-3835. - n.6 settembre 2005:6(2005 Sep), pp. 14-20.

La presenza italiana nella pubblicistica scientifica del settore delle scienze e delle tecnologie alimentari

M. Riva;C. Pompei
2005

Abstract

L’ indagine ha analizzato il contributo italiano nell’ambito di tutte le recensioni FSTA, nel periodo 1990-2004. Sono state impiegate alcune tecniche avanzate di interrogazione del data-base elettronico FSTA, basate su operatori booleani, al fine di caratterizzare il contributo nazionale e di isolare il contributo dei principali centri di ricerca nazionali. L’indagine è stata completata nel mese di marzo 2005, con riferimento alle referenze censite entro il 2004. Il contributo italiano “accertabile” in ambito FSTA assomma ad oltre 11.000 referenze (11.172 per la preci-sione). E’ un contributo consolidato (circa 800-1000 riferimenti/anno), allineato con quello degli altri 2 Paesi mediterranei più importanti (Francia, oltre 11.000 riferimenti; Spagna, oltre 12.000), di circa un terzo inferiore a quello britannico (oltre 17.000) e tedesco (circa 19.000). Nella “classifica” internazionale la ricerca italiana nel settore è al 7° posto, preceduta, oltre che dai 4 Paesi europei menzionati, ovviamente da USA (circa 50.000 riferimenti) e Giappone (circa 20.000). Buona parte dei contributi italiani in ambito FSTA è pubblicata in lingua italiana, con riferimento ad un gruppo di riviste nazionali “storiche” recensite dall’IFIS. Il quadro italiano di contribuzione alla pubblicistica del settore alimentare ha subito dei mutamenti nel perio-do considerato in questa indagine, come si evince ripartendo i riferimenti nazionali sulla base del campo “Subject Code”, impiegato da FSTA per caratterizzare il sottosettore tematico o merceologico dei contributi. Se, ad esempio, nel periodo 1991-92 oltre il 25% dei contributi italiani riguardava studi relativi alle bevande alcoliche e non, oggi questa “specializzazione” è decisamente meno evidente. Per contro si assiste ad un incremento, talora percentualmente significativo, dei lavori concernenti, oltre alle scienze alimentari di base, settori quali grassi e derivati, cereali e derivati, carne, e settori più innovativi quali il “food packaging” e gli additivi e spezie. Considerando la classifica illustrata in figura 5 emerge comunque una costante presenza nei settori strategici per la vocazione nazionale del comparto: latte e formaggi, cereali e derivati, bevande al-coliche e non, frutta ed ortaggi, ai quali si aggiungono oggi quelli della carne, dei cereali e dei grassi. Un’ulteriore elaborazione ha riguardato il contributo italiano in ambito FSTA in funzione delle istituzioni di appartenenza degli autori. Degli oltre 11.000 riferimenti , oltre 6.600 (circa 60%) provengono dall’Università, poco più di 2000 (18% del totale) dalle Agenzie Governative (Istituti Superiori, Stazioni Sperimentali, labora-tori di controllo, includendo in questa categoria anche gli Istituti Zooprofilattici, che hanno una configurazione istituzionale a metà strada fra ministeriale e regionale), 550 (5%) da Agenzie Regionali (ARPA, USL, Centri regionali, Centri Ospedalieri IRCSS, etc.), oltre 400 (4% del totale) dai Centri e Laboratori CNR, circa 350 dalla sede FAO di Roma (in questo caso si tratta di riferimenti impropriamente attribuiti ad una origine “na-zionale”), 80 circa dalle sedi italiane di Agenzie Europee, mentre 1.000 circa (9% del totale) sono i riferimenti riconducibili ad aziende e centri privati, incluso l’UNI, che da solo contribuisce con 150 riferimenti.
FSTA, pubblicistica scientifica, settore alimentare
Settore AGR/15 - Scienze e Tecnologie Alimentari
set-2005
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