Rilevato il sempre maggiore utilizzo nella prassi contrattuale e nei mercati finanziari della fattispecie dell''opzione, l''Autrice si propone di verificare quali siano i tratti propri che caratterizzano questo contratto, distinguendolo da figure affini di negozi preparatori spesso con lo stesso confuse o allo stesso accomunate. In particolare l''attenzione si concentra, in una prima fase, sulla qualificazione del contratto di opzione e sulla sua differenziazione dalla proposta irrevocabile di cui all''art. 1329 c.c. L''indagine sui profili strutturali delle fattispecie descritte nell''art. 1331 c.c. e nell''art. 1329 c.c. è condotta alla luce delle indicazioni di sistema, in particolare di quelle traibili dall''art. 1333 c.c., che portano a rivisitare le tesi dottrinarie della necessaria onerosità dell''opzione e della identificazione dell''opzione gratuita con la proposta irrevocabile, ed a ritenere viziata la distinzione tra opzione e proposta irrevocabile meramente descrittiva, di matrice soprattutto giurisprudenziale ma ancora prevalente in dottrina, basata esclusivamente sulla natura (contrattuale o di negozio/atto unilaterale) delle fattispecie. L''esame delle funzioni che il contratto di opzione e la proposta irrevocabile realizzano induce, anche grazie agli spunti dati dalla comparazione con altri ordinamenti, dal diritto europeo e dai principi internazionali, a riconoscere l''opzione, eventualmente gratuita, in quei casi nei quali la proposta (dichiarazione) di una parte è tenuta ferma per un periodo che non si concilia con i tempi del meccanismo di scambio tra proposta e accettazione, dovendosi attribuire al vincolo temporale assunto con il contratto di opzione una rilevanza economica, a fronte di una rilevanza meramente strumentale o procedimentale del vincolo assunto dal proponente a fermo. Con l''opzione si verifica, insomma, l''attribuzione "patrimoniale" al beneficiario del potere di concludere il contratto, non ravvisabile in capo all''oblato di una proposta ferma. La tesi proposta dall''Autrice implica un approfondimento della causa dell''opzione e delle funzioni che la fattispecie è capace di soddisfare. In particolare emerge che la fattispecie dell''art. 1331 c.c. è tipica in senso atecnico o improprio, limitandosi la norma a descrivere un meccanismo di formazione di un contratto, ossia un mero schema che le parti possono adottare per la conclusione di un futuro contratto. Ne viene la necessità di valutare in concreto la stessa meritevolezza degli interessi che ciascuna fattispecie realizza, nel suo eventuale (ma frequente) collegamento con altri negozi e nell''ambito di più complesse operazioni economiche. L''analisi dei casi nei quali lo strumento dell''opzione, nelle sue diverse discipline pattizie (opzioni reciproche, condizionate, esercitabili in data fissa o entro una data finale, esercitabili solo da una certa data), è maggiormente impiegato nella prassi, specie commerciale e finanziaria, permette di riconoscere le varie possibili funzioni che il contratto è in grado di realizzare, e così anche di reperire la disciplina applicabile alle singole concrete fattispecie.

Il contratto di opzione. 1: Struttura e funzioni / E. Panzarini. - Milano : Giuffrè, 2007. - ISBN 8814133824. (STUDI DI DIRITTO PRIVATO. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO)

Il contratto di opzione. 1: Struttura e funzioni

E. Panzarini
Primo
2007

Abstract

Rilevato il sempre maggiore utilizzo nella prassi contrattuale e nei mercati finanziari della fattispecie dell''opzione, l''Autrice si propone di verificare quali siano i tratti propri che caratterizzano questo contratto, distinguendolo da figure affini di negozi preparatori spesso con lo stesso confuse o allo stesso accomunate. In particolare l''attenzione si concentra, in una prima fase, sulla qualificazione del contratto di opzione e sulla sua differenziazione dalla proposta irrevocabile di cui all''art. 1329 c.c. L''indagine sui profili strutturali delle fattispecie descritte nell''art. 1331 c.c. e nell''art. 1329 c.c. è condotta alla luce delle indicazioni di sistema, in particolare di quelle traibili dall''art. 1333 c.c., che portano a rivisitare le tesi dottrinarie della necessaria onerosità dell''opzione e della identificazione dell''opzione gratuita con la proposta irrevocabile, ed a ritenere viziata la distinzione tra opzione e proposta irrevocabile meramente descrittiva, di matrice soprattutto giurisprudenziale ma ancora prevalente in dottrina, basata esclusivamente sulla natura (contrattuale o di negozio/atto unilaterale) delle fattispecie. L''esame delle funzioni che il contratto di opzione e la proposta irrevocabile realizzano induce, anche grazie agli spunti dati dalla comparazione con altri ordinamenti, dal diritto europeo e dai principi internazionali, a riconoscere l''opzione, eventualmente gratuita, in quei casi nei quali la proposta (dichiarazione) di una parte è tenuta ferma per un periodo che non si concilia con i tempi del meccanismo di scambio tra proposta e accettazione, dovendosi attribuire al vincolo temporale assunto con il contratto di opzione una rilevanza economica, a fronte di una rilevanza meramente strumentale o procedimentale del vincolo assunto dal proponente a fermo. Con l''opzione si verifica, insomma, l''attribuzione "patrimoniale" al beneficiario del potere di concludere il contratto, non ravvisabile in capo all''oblato di una proposta ferma. La tesi proposta dall''Autrice implica un approfondimento della causa dell''opzione e delle funzioni che la fattispecie è capace di soddisfare. In particolare emerge che la fattispecie dell''art. 1331 c.c. è tipica in senso atecnico o improprio, limitandosi la norma a descrivere un meccanismo di formazione di un contratto, ossia un mero schema che le parti possono adottare per la conclusione di un futuro contratto. Ne viene la necessità di valutare in concreto la stessa meritevolezza degli interessi che ciascuna fattispecie realizza, nel suo eventuale (ma frequente) collegamento con altri negozi e nell''ambito di più complesse operazioni economiche. L''analisi dei casi nei quali lo strumento dell''opzione, nelle sue diverse discipline pattizie (opzioni reciproche, condizionate, esercitabili in data fissa o entro una data finale, esercitabili solo da una certa data), è maggiormente impiegato nella prassi, specie commerciale e finanziaria, permette di riconoscere le varie possibili funzioni che il contratto è in grado di realizzare, e così anche di reperire la disciplina applicabile alle singole concrete fattispecie.
2007
Contratto; Opzione
Settore IUS/01 - Diritto Privato
Il contratto di opzione. 1: Struttura e funzioni / E. Panzarini. - Milano : Giuffrè, 2007. - ISBN 8814133824. (STUDI DI DIRITTO PRIVATO. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO)
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