Il saggio ( progettato insieme dai due autori, ma comunque con parti attribuibili ai singoli) definisce le linee programmatiche complessive che hanno ispirato l''intero volume "Figure della modernità nel cinema italiano (!900-1940)" curato dai due autori che lo hanno ideato nelle sue parti proponendosi di ripensare il ruolo centrale assunto dal cinema nella modernità italiana, leggendolo non come il risultato di una riflessione consapevole e lungimirante di un ceto intellettuale, ma come un insieme di pratiche, applicazioni, ritualità, progetti di carattere più diffuso e partecipativo, attorno alle quali solo in un secondo tempo si sono potute coagulare delle scritture che hanno dato forma all''immaginario tecnologico della nazione. Si è così proposta una nuova e possibile periodizzazione dei rapporti tra l''Italia e la modernità che conosce una prima significativa fioritura nella belle époque ( una modenità "progettata" dalle élite culturali e artistiche e che il cinema rende popolare), si riassesta dandosi strutture, mezzi e strategie nel ventennio fascista ( la modernità " immaginata" dai media), ed esploderà quasi con prepotenza nel secondo dopoguerra ( una modernità praticata nei consumi, e perciò finalmente acquisita). L''autore è poi presente nello stesso volume con un altro saggio dal titolo " la critica cinematografica nella rivista "Futurismo" ( 1932-1933).

La modernità in tre mosse / R. De Berti, M. Locatelli - In: Figure della modernità nel cinema italiano (1900-1940) / [a cura di] R. De Berti, M. Locatelli. - Pisa : ETS, 2008. - ISBN 9788846721693. - pp. 15-43

La modernità in tre mosse

R. De Berti
Primo
;
2008

Abstract

Il saggio ( progettato insieme dai due autori, ma comunque con parti attribuibili ai singoli) definisce le linee programmatiche complessive che hanno ispirato l''intero volume "Figure della modernità nel cinema italiano (!900-1940)" curato dai due autori che lo hanno ideato nelle sue parti proponendosi di ripensare il ruolo centrale assunto dal cinema nella modernità italiana, leggendolo non come il risultato di una riflessione consapevole e lungimirante di un ceto intellettuale, ma come un insieme di pratiche, applicazioni, ritualità, progetti di carattere più diffuso e partecipativo, attorno alle quali solo in un secondo tempo si sono potute coagulare delle scritture che hanno dato forma all''immaginario tecnologico della nazione. Si è così proposta una nuova e possibile periodizzazione dei rapporti tra l''Italia e la modernità che conosce una prima significativa fioritura nella belle époque ( una modenità "progettata" dalle élite culturali e artistiche e che il cinema rende popolare), si riassesta dandosi strutture, mezzi e strategie nel ventennio fascista ( la modernità " immaginata" dai media), ed esploderà quasi con prepotenza nel secondo dopoguerra ( una modernità praticata nei consumi, e perciò finalmente acquisita). L''autore è poi presente nello stesso volume con un altro saggio dal titolo " la critica cinematografica nella rivista "Futurismo" ( 1932-1933).
Settore L-ART/06 - Cinema, Fotografia e Televisione
2008
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