Il paper ha come oggetto le scelte di personale delle aziende italiane. Elster (1992) sottolinea che nelle aziende private l’assunzione costituisce un problema di giustizia locale. Benché le aziende siano soggette a vincoli legislativi circa la discriminazione nelle assunzioni, esse non hanno l’obbligo di prendere in considerazione, il merito o il bisogno dei canditati. Le aziende non si pongono obbiettivi di massimizzazione del benessere sociale. Nei criteri di selezione risulta implicita quella che Elster chiama “efficienza locale”, vale a dire la massimizzazione dei vantaggi per l’ente che assegna il bene (il posto di lavoro nel nostro caso). Secondo Spence (1973) le caratteristiche individuali di un candidato ad un posto vacante sono di due tipi. L’istruzione e le esperienze pregresse, i social skills, ecc sono caratteristiche mutabili, acquisibili, in quanto gli individui possono investire in esse e quindi manipolare la loro immagine in termini di ottenimento di credenziali: esse vengono denominate segnali. Vi sono invece peculiarità che sono immutabili e non manipolabili da parte dell’individuo che vengono denominati indici: il sesso, la appartenenza etnica, l’età, l’origine sociale. Inoltre, alcune caratteristiche potrebbero essere più influenti di altre a seconda del tipo di figura occupazionale. Ci sono tipi di lavoro che necessitano principalmente di skills tecnici, mentre altri che necessitano principalmente di skills organizzativi. Le discipline studiate e altre esperienze formative potrebbero essere rilevanti per i primi, mentre le attitudini personali lo sarebbero per i secondi (Maurice, Sellier and Silvestere, 1986; van de Werfhorst, 2004). Come è ampiamente noto in sociologia, gli esiti occupazionali degli individui non sono solo influenzati dalle abilità intellettuali e dagli skills professionali (ossia da caratteristiche acquisitive, segnali). In Italia le caratteristiche ascritte (indici) – principalmente età, origine sociale e genere – influenzano abbastanza gli esiti occupazionali dei soggetti data la relativamente scarsa domanda di lavoro. La prevalenza di piccole aziende (che non hanno ampie richieste di forza lavoro), ma anche l’elevata protezione dei lavoratori già occupati (data dai contratti collettivi e dalla legislazione) influenzano la posizione occupazionale del primo lavoro. In Italia i giovani hanno difficoltà a trovare il primo impiego. In particolare le donne in quanto le loro opportunità lavorative sono in relazione non solo con il loro livello di istruzione, ma anche con le loro strategie matrimoniali e di fertilità (Schizzerotto and Cobalti, 1998; Reyneri, 2002). L’obiettivo del paper è di presentare una ricerca nella quale si è analizzato in che modo i criteri di selezione influenzano la riproduzione delle disuguaglianze sociali e se tali criteri differiscono a seconda del tipo di lavoro. La ricerca osserva con quali criteri sono selezionati i giovani alla fine dei loro studi universitari data la loro difficoltà a trovare il primo lavoro. Ci si è concentrati su tre tipi di lavori nel livello impiegatizio/tecnico (impiegato amministrativo, responsabile marketing junior, addetto ai sistemi informatici) in quanto tipicamente livello di ingresso dei giovani con medio-alto livello di istruzione al primo impiego. Inoltre, questi tre tipi di lavoro sono stati scelti dato il loro diverso contenuto e quindi per poter osservare le differenze nei criteri di selezione a seconda del tipo di posto vacante.

Selezione del personale e fattori di disuguaglianza sociale : una ricerca sulle scelte di personale delle imprese / S. Colombo. - In: SOCIOLOGIA DEL LAVORO. - ISSN 0392-5048. - 2008:110(2008), pp. 101-118. (Intervento presentato al convegno Disuguaglianze oggi : territori, lavoro, società tenutosi a Napoli nel 2007).

Selezione del personale e fattori di disuguaglianza sociale : una ricerca sulle scelte di personale delle imprese

S. Colombo
Primo
2008

Abstract

Il paper ha come oggetto le scelte di personale delle aziende italiane. Elster (1992) sottolinea che nelle aziende private l’assunzione costituisce un problema di giustizia locale. Benché le aziende siano soggette a vincoli legislativi circa la discriminazione nelle assunzioni, esse non hanno l’obbligo di prendere in considerazione, il merito o il bisogno dei canditati. Le aziende non si pongono obbiettivi di massimizzazione del benessere sociale. Nei criteri di selezione risulta implicita quella che Elster chiama “efficienza locale”, vale a dire la massimizzazione dei vantaggi per l’ente che assegna il bene (il posto di lavoro nel nostro caso). Secondo Spence (1973) le caratteristiche individuali di un candidato ad un posto vacante sono di due tipi. L’istruzione e le esperienze pregresse, i social skills, ecc sono caratteristiche mutabili, acquisibili, in quanto gli individui possono investire in esse e quindi manipolare la loro immagine in termini di ottenimento di credenziali: esse vengono denominate segnali. Vi sono invece peculiarità che sono immutabili e non manipolabili da parte dell’individuo che vengono denominati indici: il sesso, la appartenenza etnica, l’età, l’origine sociale. Inoltre, alcune caratteristiche potrebbero essere più influenti di altre a seconda del tipo di figura occupazionale. Ci sono tipi di lavoro che necessitano principalmente di skills tecnici, mentre altri che necessitano principalmente di skills organizzativi. Le discipline studiate e altre esperienze formative potrebbero essere rilevanti per i primi, mentre le attitudini personali lo sarebbero per i secondi (Maurice, Sellier and Silvestere, 1986; van de Werfhorst, 2004). Come è ampiamente noto in sociologia, gli esiti occupazionali degli individui non sono solo influenzati dalle abilità intellettuali e dagli skills professionali (ossia da caratteristiche acquisitive, segnali). In Italia le caratteristiche ascritte (indici) – principalmente età, origine sociale e genere – influenzano abbastanza gli esiti occupazionali dei soggetti data la relativamente scarsa domanda di lavoro. La prevalenza di piccole aziende (che non hanno ampie richieste di forza lavoro), ma anche l’elevata protezione dei lavoratori già occupati (data dai contratti collettivi e dalla legislazione) influenzano la posizione occupazionale del primo lavoro. In Italia i giovani hanno difficoltà a trovare il primo impiego. In particolare le donne in quanto le loro opportunità lavorative sono in relazione non solo con il loro livello di istruzione, ma anche con le loro strategie matrimoniali e di fertilità (Schizzerotto and Cobalti, 1998; Reyneri, 2002). L’obiettivo del paper è di presentare una ricerca nella quale si è analizzato in che modo i criteri di selezione influenzano la riproduzione delle disuguaglianze sociali e se tali criteri differiscono a seconda del tipo di lavoro. La ricerca osserva con quali criteri sono selezionati i giovani alla fine dei loro studi universitari data la loro difficoltà a trovare il primo lavoro. Ci si è concentrati su tre tipi di lavori nel livello impiegatizio/tecnico (impiegato amministrativo, responsabile marketing junior, addetto ai sistemi informatici) in quanto tipicamente livello di ingresso dei giovani con medio-alto livello di istruzione al primo impiego. Inoltre, questi tre tipi di lavoro sono stati scelti dato il loro diverso contenuto e quindi per poter osservare le differenze nei criteri di selezione a seconda del tipo di posto vacante.
Mercato del lavoro; criteri di selezione; simulazione del processo di selezione; professionisti della selezione
Settore SPS/09 - Sociologia dei Processi economici e del Lavoro
2008
AIS-ELO
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