L’Italia è sede di un numero limitato di organizzazioni internazionali, presenti soprattutto con organi e organismi decentrati (con funzioni meramente tecniche) rispetto alla sede principale localizzata all’estero . Tale circostanza può evidentemente giustificare l’assenza di un’apposita normativa interna dedicata all’immunità delle istituzioni intergovernative, prevista invece negli ordinamenti di altri Stati , ma non ha comunque impedito la formazione di una giurisprudenza copiosa al riguardo. Tuttavia, da un’analisi della prassi emerge come le corti italiane abbiano seguito un orientamento poco coerente, proponendo soluzioni non sempre concordi ai quesiti loro sottoposti. Ciò può giustificarsi in considerazione dei differenti corpi normativi sulla cui base sono state rese le varie pronunce, ovvero il diritto internazionale generale, recepito nel nostro ordinamento per il tramite dell’art. 10 Cost., o, più frequentemente, diversi accordi internazionali aventi piena efficacia in base all’ordine di esecuzione adottato dal Parlamento; vi è tuttavia testimonianza della mancanza di un approccio unitario, in modo particolare quando più di una pronuncia viene resa in applicazione delle medesime disposizioni, ma anche più in generale, nei confronti di un fenomeno, quello delle organizzazioni internazionali, oramai consolidato e che determina in modo prevalente le modalità della cooperazione interstatale dell’Italia.

L’immunità delle organizzazioni internazionali dalla giurisdizione civile / G. Adinolfi - In: Le immunità giurisdizionali degli Stati e degli altri enti internazionali / [a cura di] N. Ronzitti, G. Venturini. - Padova : CEDAM, 2008. - ISBN 9788813280833. - pp. 135-144

L’immunità delle organizzazioni internazionali dalla giurisdizione civile

G. Adinolfi
Primo
2008

Abstract

L’Italia è sede di un numero limitato di organizzazioni internazionali, presenti soprattutto con organi e organismi decentrati (con funzioni meramente tecniche) rispetto alla sede principale localizzata all’estero . Tale circostanza può evidentemente giustificare l’assenza di un’apposita normativa interna dedicata all’immunità delle istituzioni intergovernative, prevista invece negli ordinamenti di altri Stati , ma non ha comunque impedito la formazione di una giurisprudenza copiosa al riguardo. Tuttavia, da un’analisi della prassi emerge come le corti italiane abbiano seguito un orientamento poco coerente, proponendo soluzioni non sempre concordi ai quesiti loro sottoposti. Ciò può giustificarsi in considerazione dei differenti corpi normativi sulla cui base sono state rese le varie pronunce, ovvero il diritto internazionale generale, recepito nel nostro ordinamento per il tramite dell’art. 10 Cost., o, più frequentemente, diversi accordi internazionali aventi piena efficacia in base all’ordine di esecuzione adottato dal Parlamento; vi è tuttavia testimonianza della mancanza di un approccio unitario, in modo particolare quando più di una pronuncia viene resa in applicazione delle medesime disposizioni, ma anche più in generale, nei confronti di un fenomeno, quello delle organizzazioni internazionali, oramai consolidato e che determina in modo prevalente le modalità della cooperazione interstatale dell’Italia.
Settore IUS/13 - Diritto Internazionale
2008
Book Part (author)
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2434/42357
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact