Alessandro Baratta, noto filosofo del diritto e criminologo critico italiano, nel 2001 definisce la sicurezza un “bisogno umano e una funzione generale del sistema giuridico”, un diritto secondario, che non si sostanzia in un bene in sé, oggetto autonomo di tutela, ma che esplica una funzione strumentale di tutela di altri diritti fondamentali a cui lo stesso diritto rinvia. Due sono le direzioni che secondo Baratta possono prendere le cd. “politiche di sicurezza”: da un lato, possono orientarsi al “modello del diritto alla sicurezza”, dall’altro, possono rivolgersi al “modello della sicurezza dei diritti”. L’autore sostiene che parlare di un “diritto fondamentale alla sicurezza” abbia una connotazione fortemente ideologica laddove nel contesto di una strategia conservatrice implichi la selezione di alcuni diritti i cui titolari risultino essere gruppi privilegiati. Tali meccanismi discriminatori nell’amministrazione dei diritti fondamentali, attivati in danno delle categorie degli esclusi e a vantaggio dei cittadini “rispettabili”, determinano una riduzione della sicurezza giuridica che, al contempo, fomenta un sentimento di insicurezza nell’opinione pubblica, alimentandosene a sua volta in un circolo vizioso. L’autore fa proprio il secondo modello che considera “un’opzione possibile, seppur improbabile”, corrispondente ad una politica integrale di protezione e di soddisfacimento di tutti i diritti umani e fondamentali. Sicurezza come soddisfazione equa e sostanziale dei bisogni fondamentali condivisi. Come noto, Alessandro Baratta, in qualità di criminologo critico, si fa promotore di una scienza sociologica prescrittiva che, dotata di una ragione critica, consenta di guardare al sistema penale, oggetto di indagine, da un punto di vista esterno, ponendo così il ricercatore in condizione di disvelare le “false coscienze” tramite cui il diritto penale si conserva e si riproduce. Il punto di vista criminologico critico dovrebbe pertanto smascherare il sostrato ideologico che connatura i discorsi in merito alla sicurezza urbana, al decoro e all’ordine pubblico, monologhi volti alla persecuzione di capri espiatori funzionali alla conservazione dello status quo e alla tutela degli interessi della classe dominante. Accogliendo la sfida barattiana di guardare criticamente al proprio oggetto di indagine, svelando la razionalità delle contraddizioni che lo caratterizzano, ci si pone l’obiettivo di sottoporre ad analisi la stessa proposta barattiana di “sicurezza dei diritti”, da contrapporsi al modello diffuso di “diritto alla sicurezza”; per fare ciò ci si intende avvalere di contributi di alcuni autori, anch’essi riconducibili alla criminologia critica, che si sono occupati del tema della sicurezza.

Il concetto di sicurezza per Alessandro Baratta : un'analisi alla luce di recenti orientamenti nella criminologia critica / C. Canziani. ((Intervento presentato al convegno Quali politiche per la sicurezza tenutosi a Perugia nel 2014.

Il concetto di sicurezza per Alessandro Baratta : un'analisi alla luce di recenti orientamenti nella criminologia critica

C. Canziani
2014

Abstract

Alessandro Baratta, noto filosofo del diritto e criminologo critico italiano, nel 2001 definisce la sicurezza un “bisogno umano e una funzione generale del sistema giuridico”, un diritto secondario, che non si sostanzia in un bene in sé, oggetto autonomo di tutela, ma che esplica una funzione strumentale di tutela di altri diritti fondamentali a cui lo stesso diritto rinvia. Due sono le direzioni che secondo Baratta possono prendere le cd. “politiche di sicurezza”: da un lato, possono orientarsi al “modello del diritto alla sicurezza”, dall’altro, possono rivolgersi al “modello della sicurezza dei diritti”. L’autore sostiene che parlare di un “diritto fondamentale alla sicurezza” abbia una connotazione fortemente ideologica laddove nel contesto di una strategia conservatrice implichi la selezione di alcuni diritti i cui titolari risultino essere gruppi privilegiati. Tali meccanismi discriminatori nell’amministrazione dei diritti fondamentali, attivati in danno delle categorie degli esclusi e a vantaggio dei cittadini “rispettabili”, determinano una riduzione della sicurezza giuridica che, al contempo, fomenta un sentimento di insicurezza nell’opinione pubblica, alimentandosene a sua volta in un circolo vizioso. L’autore fa proprio il secondo modello che considera “un’opzione possibile, seppur improbabile”, corrispondente ad una politica integrale di protezione e di soddisfacimento di tutti i diritti umani e fondamentali. Sicurezza come soddisfazione equa e sostanziale dei bisogni fondamentali condivisi. Come noto, Alessandro Baratta, in qualità di criminologo critico, si fa promotore di una scienza sociologica prescrittiva che, dotata di una ragione critica, consenta di guardare al sistema penale, oggetto di indagine, da un punto di vista esterno, ponendo così il ricercatore in condizione di disvelare le “false coscienze” tramite cui il diritto penale si conserva e si riproduce. Il punto di vista criminologico critico dovrebbe pertanto smascherare il sostrato ideologico che connatura i discorsi in merito alla sicurezza urbana, al decoro e all’ordine pubblico, monologhi volti alla persecuzione di capri espiatori funzionali alla conservazione dello status quo e alla tutela degli interessi della classe dominante. Accogliendo la sfida barattiana di guardare criticamente al proprio oggetto di indagine, svelando la razionalità delle contraddizioni che lo caratterizzano, ci si pone l’obiettivo di sottoporre ad analisi la stessa proposta barattiana di “sicurezza dei diritti”, da contrapporsi al modello diffuso di “diritto alla sicurezza”; per fare ciò ci si intende avvalere di contributi di alcuni autori, anch’essi riconducibili alla criminologia critica, che si sono occupati del tema della sicurezza.
14-nov-2014
Alessandro Baratta; criminologia critica; sicurezza
Settore SPS/12 - Sociologia Giuridica, della Devianza e Mutamento Sociale
Regione Umbria
Il concetto di sicurezza per Alessandro Baratta : un'analisi alla luce di recenti orientamenti nella criminologia critica / C. Canziani. ((Intervento presentato al convegno Quali politiche per la sicurezza tenutosi a Perugia nel 2014.
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