Vi sono due elementi che segnano la posizione pragmatista nell’orizzonte della riflessione socio-politica tra ‘800 e ‘900: 1) una robusta difesa delle ragioni del pluralismo democratico e del rinvio del singolo al corpo sociale che lo identifica come tale; 2) un conseguente sospetto verso l’autonomia del soggetto individuale e la priorità della coscienza interiore, considerata astrattamente rispetto all’esperienza e alle pratiche che l’individuo svolge in comunità. Questi motivi depongono a favore di una visione anti-individualista, che cancella gli abituali riferimenti al soggetto dell’azione e ridefinisce i termini della filosofia politica. Attraverso una critica radicale della nozione di coscienza e una feconda genealogia del Sé, ispirata dall’evoluzionismo darwiniano, il pragmatismo destruttura la nozione tradizionale di individuo. Negli studi di Peirce, James e Dewey il soggetto diviene un risultato: un’emergenza fluttuante, fallibile, relazionale, che si costituisce là dove agisce e produce effetti rilevanti. Aderendo al progetto pragmatista, non si tratta più di esercitarsi sui dualismi cittadino-Stato, uno-molti, individuo-società, secondo il modello meccanicistico prevalente nella modernità e posto a fondamento della visione liberale e illuminista, ma di riflettere piuttosto sulla continuità delle pratiche sociali e sull’adattabilità agli abiti comunitari. In questa prospettiva è stato essenziale l’influsso dell’evoluzionismo biologico, in tutte le sue sfaccettature (Lamarck, Asa Gray, Agassiz, Darwin). Ma è da Chauncey Wright che il pragmatismo trae un’idea di evoluzione ancora più raffinata di quella darwiniana, come capacità di operare nuovi usi di vecchie funzioni (exaptation): non adattamento, ma exattamento. Un’idea creativa, e niente affatto progressiva di evoluzione, basata sulla nozione abduttiva di emergenza, che promette importanti ricadute anche in ambito politico.
L'alleanza di biologia e politica nel pragmatismo americano / R. Fabbrichesi. ((Intervento presentato al convegno James, Bergson, Dewey : dal biologico al politico=James, Bergson, Dewey : du biologique au politique tenutosi a Gargnano del Garda nel 2015.
L'alleanza di biologia e politica nel pragmatismo americano
R. FabbrichesiPrimo
2015
Abstract
Vi sono due elementi che segnano la posizione pragmatista nell’orizzonte della riflessione socio-politica tra ‘800 e ‘900: 1) una robusta difesa delle ragioni del pluralismo democratico e del rinvio del singolo al corpo sociale che lo identifica come tale; 2) un conseguente sospetto verso l’autonomia del soggetto individuale e la priorità della coscienza interiore, considerata astrattamente rispetto all’esperienza e alle pratiche che l’individuo svolge in comunità. Questi motivi depongono a favore di una visione anti-individualista, che cancella gli abituali riferimenti al soggetto dell’azione e ridefinisce i termini della filosofia politica. Attraverso una critica radicale della nozione di coscienza e una feconda genealogia del Sé, ispirata dall’evoluzionismo darwiniano, il pragmatismo destruttura la nozione tradizionale di individuo. Negli studi di Peirce, James e Dewey il soggetto diviene un risultato: un’emergenza fluttuante, fallibile, relazionale, che si costituisce là dove agisce e produce effetti rilevanti. Aderendo al progetto pragmatista, non si tratta più di esercitarsi sui dualismi cittadino-Stato, uno-molti, individuo-società, secondo il modello meccanicistico prevalente nella modernità e posto a fondamento della visione liberale e illuminista, ma di riflettere piuttosto sulla continuità delle pratiche sociali e sull’adattabilità agli abiti comunitari. In questa prospettiva è stato essenziale l’influsso dell’evoluzionismo biologico, in tutte le sue sfaccettature (Lamarck, Asa Gray, Agassiz, Darwin). Ma è da Chauncey Wright che il pragmatismo trae un’idea di evoluzione ancora più raffinata di quella darwiniana, come capacità di operare nuovi usi di vecchie funzioni (exaptation): non adattamento, ma exattamento. Un’idea creativa, e niente affatto progressiva di evoluzione, basata sulla nozione abduttiva di emergenza, che promette importanti ricadute anche in ambito politico.File | Dimensione | Formato | |
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