Introduzione: il frequente uso incongruo di sostanze d’abuso come mezzo preferito di suicidio presso il settorato medico-legale milanese, ha costituito spunto per gli autori per una valutazione retrospettiva dei casi di suicidio in cui, per compiere l’atto autolesionista, sia stata utilizzata la modalità chimica. Materiali e Metodi: sono stati selezionati da 12315 esami autoptici complessivi, 1962 casi di decesso imputabili a suicidio occorsi negli anni 1995-2005 e ne sono stati estrapolati 236 da ricondurre a lesività chimica suddivisi in base a: sesso, luogo di accadimento, ripartizione annua, fascia di età, tipologia di sostanza utilizzata nell’evento letale e causa della morte. Sono stati inoltre analizzati precedenti tentativi di suicidio o manifeste intenzioni ad attuarlo. Conclusioni e Discussione: coinvolto nell’evento suicidiario è risultato maggiormente il sesso maschile rispetto a quello femminile, con una netta prevalenza, tra le sostanze letali, del monossido di carbonio, seguito da farmaci e sostanze caustiche acide e basiche. Gli autori mettono in evidenza come il decesso volontario da uso incongruo di farmaci e sostanze d’abuso rappresenti una modalità suicidiaria abbastanza ricorrente, con un’incidenza pari al 14% degli eventi autolesivi mortali e al 2% di tutti i decessi pervenuti al settorato medico-legale milanese tra il 1995 ed il 2005.

Studio casistico in materia di suicidi mediante modalita’ chimica nel settorato medico-legale milanese dal 1995 al 2005 / M.R. Roselli, G. Gentile, A. Lazzaro, G.L. Pogliani - In: MAFS Workshop: Developments in Forensic Sciences : Program & Abstract Book[s.l] : Mediterranean Academy of Forensic Sciences, 2006. - pp. 58 (( Intervento presentato al 2. convegno MAFS Workshop tenutosi a Malta nel 2006.

Studio casistico in materia di suicidi mediante modalita’ chimica nel settorato medico-legale milanese dal 1995 al 2005

G. Gentile
Secondo
;
2006

Abstract

Introduzione: il frequente uso incongruo di sostanze d’abuso come mezzo preferito di suicidio presso il settorato medico-legale milanese, ha costituito spunto per gli autori per una valutazione retrospettiva dei casi di suicidio in cui, per compiere l’atto autolesionista, sia stata utilizzata la modalità chimica. Materiali e Metodi: sono stati selezionati da 12315 esami autoptici complessivi, 1962 casi di decesso imputabili a suicidio occorsi negli anni 1995-2005 e ne sono stati estrapolati 236 da ricondurre a lesività chimica suddivisi in base a: sesso, luogo di accadimento, ripartizione annua, fascia di età, tipologia di sostanza utilizzata nell’evento letale e causa della morte. Sono stati inoltre analizzati precedenti tentativi di suicidio o manifeste intenzioni ad attuarlo. Conclusioni e Discussione: coinvolto nell’evento suicidiario è risultato maggiormente il sesso maschile rispetto a quello femminile, con una netta prevalenza, tra le sostanze letali, del monossido di carbonio, seguito da farmaci e sostanze caustiche acide e basiche. Gli autori mettono in evidenza come il decesso volontario da uso incongruo di farmaci e sostanze d’abuso rappresenti una modalità suicidiaria abbastanza ricorrente, con un’incidenza pari al 14% degli eventi autolesivi mortali e al 2% di tutti i decessi pervenuti al settorato medico-legale milanese tra il 1995 ed il 2005.
Suicidio; sostanze d'abuso ; lesività esogena
2006
Mediterranean Academy of Forensic Sciences
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