Le opere rappresentative del Quattrocento – estranee alle codificazioni tassonomiche del teatro cinquecentesco – sono contrassegnate da un incerto statuto morfologico, che si riflette in strutture formali articolate e nell’utilizzo di varie soluzioni metriche e di diversi modelli. Il genere novellistico – che si fonda su alcune caratteristiche costitutive ben compatibili con il riuso teatrale – diviene un punto di riferimento ineludibile per i drammaturghi. In particolare, la novella di Giletta di Narbona (Dec III, 9) – fonte di ispirazione per un racconto di William Painter contenuto in The Palace of pleasure (1556) e per la shakespeariana All’s well that ends well (1602-1603) – viene imitata nella Virginia di Bernardo Accolti, messa in scena per celebrare il matrimonio di Antonio Spannocchi con la figlia di Neri d’Aldello Placidi (1493). Il testo decameroniano subisce un calibrato processo di rielaborazione: nella versione di Accolti l’azione è trasferita da Siena a Milano e dalla Francia a Salerno non senza motivazioni politico-economiche; i d’Aldello Placidi erano stati ospitati dagli Aragonesi dopo un temporaneo confino da Siena, mentre gli Spannocchi intrattenevano sovente affari commerciali nella capitale lombarda. La trama viene resa più complessa attraverso l’inserzione di nuovi personaggi e adeguata in base al pubblico e alla situazione festiva, laddove la protagonista Virginia risulta differente dall’energica figura boccacciana, in quanto fragile e insicura. La relazione si concentra poi sulla Virginia: il testo novellistico sarà confrontato con quello teatrale, di cui si mostreranno le scelte compositive e ideologiche operate per adattare l’originale decameroniano.

Dalla novella alle scene: Giletta di Narbona nella Virginia di Bernardo Accolti / M. Bosisio. ((Intervento presentato al convegno I novellieri italiani e la loro influenza sulla cultura europea del Rinascimento e del Barocco : dall’eredità classica all’immaginario razionalista tenutosi a Torino nel 2015.

Dalla novella alle scene: Giletta di Narbona nella Virginia di Bernardo Accolti

M. Bosisio
Primo
2015

Abstract

Le opere rappresentative del Quattrocento – estranee alle codificazioni tassonomiche del teatro cinquecentesco – sono contrassegnate da un incerto statuto morfologico, che si riflette in strutture formali articolate e nell’utilizzo di varie soluzioni metriche e di diversi modelli. Il genere novellistico – che si fonda su alcune caratteristiche costitutive ben compatibili con il riuso teatrale – diviene un punto di riferimento ineludibile per i drammaturghi. In particolare, la novella di Giletta di Narbona (Dec III, 9) – fonte di ispirazione per un racconto di William Painter contenuto in The Palace of pleasure (1556) e per la shakespeariana All’s well that ends well (1602-1603) – viene imitata nella Virginia di Bernardo Accolti, messa in scena per celebrare il matrimonio di Antonio Spannocchi con la figlia di Neri d’Aldello Placidi (1493). Il testo decameroniano subisce un calibrato processo di rielaborazione: nella versione di Accolti l’azione è trasferita da Siena a Milano e dalla Francia a Salerno non senza motivazioni politico-economiche; i d’Aldello Placidi erano stati ospitati dagli Aragonesi dopo un temporaneo confino da Siena, mentre gli Spannocchi intrattenevano sovente affari commerciali nella capitale lombarda. La trama viene resa più complessa attraverso l’inserzione di nuovi personaggi e adeguata in base al pubblico e alla situazione festiva, laddove la protagonista Virginia risulta differente dall’energica figura boccacciana, in quanto fragile e insicura. La relazione si concentra poi sulla Virginia: il testo novellistico sarà confrontato con quello teatrale, di cui si mostreranno le scelte compositive e ideologiche operate per adattare l’originale decameroniano.
13-mag-2015
Boccaccio; Bernardo Accolti; teatro del Quattrocebnto
Settore L-FIL-LET/10 - Letteratura Italiana
Dalla novella alle scene: Giletta di Narbona nella Virginia di Bernardo Accolti / M. Bosisio. ((Intervento presentato al convegno I novellieri italiani e la loro influenza sulla cultura europea del Rinascimento e del Barocco : dall’eredità classica all’immaginario razionalista tenutosi a Torino nel 2015.
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