Muovendo da una considerazione generale del quadro costituzionale che informa al livello apicale delle fonti il sistema pubblico e privato della radiotelevisione e (in misura ancora difficile da determinare con precisione ma crescente), l'autore esamina il sistema frammentato delle fonti che assegna rilevanza al fattore religioso nel campo delle comunicazioni di massa. Posta la summa divisio che vede emittenza pubblica ed emittenza privata soggette a regole in parte coincidenti e in parte diverse, in considerazione della differente rilevanza che incontra, nei diversi settori, il diritto di libera iniziativa economica. Concentrandosi tuttavia sul minimo comune denominatore dei diversi ambiti dell'emittenza pubblica e privata, vengono posti in luce i tratti caratterizzanti di un sistema normativo ed istituzionale che dovrebbe garantire il pluralismo informativo mediatico anche sotto tutti i profili di emersione del fattore religioso. Su un piano diverso, invece, l'autore esamina gli aspetti di maggiore importanza della c.d. comunicazione religiosa, della comunicazione cioè posta in essere da soggetti istituzionali portatori di tendenze religiose, con finalità di propaganda o fund-raising. In ultimo, vengono esaminati aspetti più specifici della materia, con riferimento in particolare alla tutela del sentimento religioso dei minori all'interno delle comunicazioni di massa, alla presenza delle confessioni religiose all'interno del quadro nazionale e internazionale delle emittenti, e alle emittenti dello Stato della Città del vaticano.

L'ordinamento radiotelevisivo e la comunicazione religiosa / M. Toscano - In: Nozioni di Diritto ecclesiastico / [a cura di] G. Casuscelli. - Riedizione. - Torino : Giappichelli, 2015. - ISBN 9788834859858. - pp. 433-446

L'ordinamento radiotelevisivo e la comunicazione religiosa

M. Toscano
2015

Abstract

Muovendo da una considerazione generale del quadro costituzionale che informa al livello apicale delle fonti il sistema pubblico e privato della radiotelevisione e (in misura ancora difficile da determinare con precisione ma crescente), l'autore esamina il sistema frammentato delle fonti che assegna rilevanza al fattore religioso nel campo delle comunicazioni di massa. Posta la summa divisio che vede emittenza pubblica ed emittenza privata soggette a regole in parte coincidenti e in parte diverse, in considerazione della differente rilevanza che incontra, nei diversi settori, il diritto di libera iniziativa economica. Concentrandosi tuttavia sul minimo comune denominatore dei diversi ambiti dell'emittenza pubblica e privata, vengono posti in luce i tratti caratterizzanti di un sistema normativo ed istituzionale che dovrebbe garantire il pluralismo informativo mediatico anche sotto tutti i profili di emersione del fattore religioso. Su un piano diverso, invece, l'autore esamina gli aspetti di maggiore importanza della c.d. comunicazione religiosa, della comunicazione cioè posta in essere da soggetti istituzionali portatori di tendenze religiose, con finalità di propaganda o fund-raising. In ultimo, vengono esaminati aspetti più specifici della materia, con riferimento in particolare alla tutela del sentimento religioso dei minori all'interno delle comunicazioni di massa, alla presenza delle confessioni religiose all'interno del quadro nazionale e internazionale delle emittenti, e alle emittenti dello Stato della Città del vaticano.
Mass-media; Mezzi di comunicazione; Confessioni religiose; Comunicazione religiosa; Accesso; Libertà di propaganda; Libertà di coscienza e di religione; Pluralismo confessionale; Pluralismo informativo; Pluralismo mediatico
Settore IUS/11 - Diritto Canonico e Diritto Ecclesiastico
Settore IUS/08 - Diritto Costituzionale
2015
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