La ricerca condotta ha analizzato la tematica “parto in gravidanza a basso rischio”. La scelta su questo argomento è ricaduta per due motivi fondamentali: il primo è relativo al fatto che si desidera occuparsi di una problematica in cui le ostetriche hanno autonomia gestionale; il secondo perché tra tutti gli ambiti in cui l’ostetrica, vuoi per formazione universitaria vuoi per profilo professionale, può operare in modo autonomo e responsabile, l’area del parto dopo gravidanza a basso rischio è una delle più discusse in questo momento storico. In Italia è stato registrato nel 2013 che il 93,3% delle nascite avviene tra la 37° e la 42° settimana. Il dato conferma la tendenza degli anni precedenti. Nell’anno 2010 il 59,1% dei parti si è espletato in modo spontaneo, il 37,5% con taglio cesareo. Rispetto al luogo del parto si registra un’elevata propensione all’uso del taglio cesareo nelle case di cura accreditate, in cui si registra tale procedura in circa il 58,3% dei parti contro il 34,6% negli ospedali pubblici (CeDAP 2010). Pertanto, la modalità di via di espletamento del parto ha notevoli differenze regionali, ma comunque evidenzia che in Italia vi è un ricorso eccessivo all’espletamento del parto per via chirurgica. Ad oggi, il parto spontaneo, rappresenta un ambito critico in cui l’intervento delle ostetriche potrebbe essere adeguatamente orientato. Incrementare la prevalenza dei parti fisiologici è bene di salute e di strategia produttiva; sicuramente determinerebbe un risparmio economico per la sanità pubblica. Partendo da questi presupposti ci si è chiesti cosa si potessi fare per essere concretamente di aiuto alle donne ed alle ostetriche per identificare precocemente ed in modo semplice il parto di gravidanza a basso rischio . A partire dal contesto della realtà ospedaliera della Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico e della sanità pubblica che quotidianamente fa esperienza della scarsità di risorse disponibili per erogare un’assistenza ostetrica di qualità, ci si è proposti di scoprire se esistesse in letteratura uno strumento in grado di individuare le donne con gravidanza a basso rischio, in modo da focalizzare su queste madri gli impegni assistenziali con la finalità di ridurre o prevenirne interventi assistenziali impropri. La ricerca ha dato esito positivo poiché nella letteratura molti strumenti sono stati elaborati con tale finalità e con la pubblicazione di una vasta quantità di linee guida. In realtà, entrando nello specifico non si è riusciti a trovarne un lavoro che rispondesse a caratteristiche di specificità e applicabilità. Dall’analisi delle linee guida si è ideato uno strumento conciso e di rapida somministrazione che dopo essere stato presentato alla Tutor del Corso di Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche e Ostetriche, vuole essere utilizzato con l’obiettivo di verificare se è valido per individuare il parto a basso rischio da gravidanza a basso rischio. Una check-list per l’identificazione della gravidanza a basso rischio è nota, ma l’efficacia di un nuovo strumento che sappia individuare se questa comporterà anche un parto con ridotta prevalenza di operatività è da dimostrare. Si tratta pertanto di operare con un lavoro di sperimentazione che determini la validità in termini di credibilità dello strumento stesso. Questo risulta essere l’obiettivo primario di studio. Avendo individuato l’obiettivo primario dello studio, si è proceduto con la stesura del protocollo di ricerca. Quindi dal mese di maggio 2014 si è introdotto l’uso dello strumento in analisi dando inizio alla raccolta dei dati. Si è consegnata la check list alle ostetriche del pronto soccorso ostetrico ginecologico della Fondazione Cà Granda perché iniziassero ad utilizzarla per identificare le gravidanze a basso rischio. Tutte le donne gravide selezionate sono state seguite con follow up al parto, così da verificare l’esito degli eventi in puerperio. La popolazione reclutata è stata a basso rischio. Per il confronto si è reclutato un campione accettato al ricovero con medio-alto rischio.

Realizzazione e applicazione di uno strumento per l’individuazione del parto a basso rischio: verifica di sensibilità, specificità e accuratezza / C. Spizzico, S. Zorzan, P.A. Mauri. - [s.l] : Università degli Studi di Milano, 2014 Dec.

Realizzazione e applicazione di uno strumento per l’individuazione del parto a basso rischio: verifica di sensibilità, specificità e accuratezza

P.A. Mauri
Ultimo
2014

Abstract

La ricerca condotta ha analizzato la tematica “parto in gravidanza a basso rischio”. La scelta su questo argomento è ricaduta per due motivi fondamentali: il primo è relativo al fatto che si desidera occuparsi di una problematica in cui le ostetriche hanno autonomia gestionale; il secondo perché tra tutti gli ambiti in cui l’ostetrica, vuoi per formazione universitaria vuoi per profilo professionale, può operare in modo autonomo e responsabile, l’area del parto dopo gravidanza a basso rischio è una delle più discusse in questo momento storico. In Italia è stato registrato nel 2013 che il 93,3% delle nascite avviene tra la 37° e la 42° settimana. Il dato conferma la tendenza degli anni precedenti. Nell’anno 2010 il 59,1% dei parti si è espletato in modo spontaneo, il 37,5% con taglio cesareo. Rispetto al luogo del parto si registra un’elevata propensione all’uso del taglio cesareo nelle case di cura accreditate, in cui si registra tale procedura in circa il 58,3% dei parti contro il 34,6% negli ospedali pubblici (CeDAP 2010). Pertanto, la modalità di via di espletamento del parto ha notevoli differenze regionali, ma comunque evidenzia che in Italia vi è un ricorso eccessivo all’espletamento del parto per via chirurgica. Ad oggi, il parto spontaneo, rappresenta un ambito critico in cui l’intervento delle ostetriche potrebbe essere adeguatamente orientato. Incrementare la prevalenza dei parti fisiologici è bene di salute e di strategia produttiva; sicuramente determinerebbe un risparmio economico per la sanità pubblica. Partendo da questi presupposti ci si è chiesti cosa si potessi fare per essere concretamente di aiuto alle donne ed alle ostetriche per identificare precocemente ed in modo semplice il parto di gravidanza a basso rischio . A partire dal contesto della realtà ospedaliera della Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico e della sanità pubblica che quotidianamente fa esperienza della scarsità di risorse disponibili per erogare un’assistenza ostetrica di qualità, ci si è proposti di scoprire se esistesse in letteratura uno strumento in grado di individuare le donne con gravidanza a basso rischio, in modo da focalizzare su queste madri gli impegni assistenziali con la finalità di ridurre o prevenirne interventi assistenziali impropri. La ricerca ha dato esito positivo poiché nella letteratura molti strumenti sono stati elaborati con tale finalità e con la pubblicazione di una vasta quantità di linee guida. In realtà, entrando nello specifico non si è riusciti a trovarne un lavoro che rispondesse a caratteristiche di specificità e applicabilità. Dall’analisi delle linee guida si è ideato uno strumento conciso e di rapida somministrazione che dopo essere stato presentato alla Tutor del Corso di Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche e Ostetriche, vuole essere utilizzato con l’obiettivo di verificare se è valido per individuare il parto a basso rischio da gravidanza a basso rischio. Una check-list per l’identificazione della gravidanza a basso rischio è nota, ma l’efficacia di un nuovo strumento che sappia individuare se questa comporterà anche un parto con ridotta prevalenza di operatività è da dimostrare. Si tratta pertanto di operare con un lavoro di sperimentazione che determini la validità in termini di credibilità dello strumento stesso. Questo risulta essere l’obiettivo primario di studio. Avendo individuato l’obiettivo primario dello studio, si è proceduto con la stesura del protocollo di ricerca. Quindi dal mese di maggio 2014 si è introdotto l’uso dello strumento in analisi dando inizio alla raccolta dei dati. Si è consegnata la check list alle ostetriche del pronto soccorso ostetrico ginecologico della Fondazione Cà Granda perché iniziassero ad utilizzarla per identificare le gravidanze a basso rischio. Tutte le donne gravide selezionate sono state seguite con follow up al parto, così da verificare l’esito degli eventi in puerperio. La popolazione reclutata è stata a basso rischio. Per il confronto si è reclutato un campione accettato al ricovero con medio-alto rischio.
dic-2014
Midwifery; check list
Settore MED/47 - Scienze Infermieristiche Ostetrico-Ginecologiche
Working Paper
Realizzazione e applicazione di uno strumento per l’individuazione del parto a basso rischio: verifica di sensibilità, specificità e accuratezza / C. Spizzico, S. Zorzan, P.A. Mauri. - [s.l] : Università degli Studi di Milano, 2014 Dec.
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