La sfida lanciata alle società occidentali dal terrorismo di matrice islamica dopo l''11 settembre 2001 ha indotto molti giuristi, in Italia e all''estero, a rimettere in discussione i tradizionali bilanciamenti tra diritti fondamentali dell''individuo e tutela della sicurezza collettiva, in nome di una lotta a tutto campo - o addirittura di una vera e propria ''guerra'' - contro questa nuova emergenza. Il saggio analizza alcune grandi linee di tendenza emerse nella legislazione, nella giurisprudenza e nella riflessione dottrinale internazionale nei primi anni Duemila, evidenziando come l''amministrazione Bush negli Stati Uniti abbia cercato di sottrarre il più possibile al sistema penale, e di affidare direttamente all''esecutivo, il compito di contrastare il terrorismo islamico; e come la linea dei Paesi europei sia stata, per converso, quella di confermare il ruolo centrale del sistema penale nel contrasto al terrorismo, dotandolo però di strumenti più flessibili, e al tempo stesso più limitativi delle garanzie fondamentali dell''individuo. Il sistema penale in Europa ha così finito per essere caricato di funzioni marcatamente preventive, che ne pongono in discussione la tradizionale fisionomia di strumento reattivo contro condotte socialmente dannose già commesse. Esaurita la parte descrittiva, il saggio enuncia tre tesi fondamentali attorno alle quali potrebbero essere impostati nuovi bilanciamenti all''interno del sistema penale, riconoscendo la legittimità in linea di principio di una "prevenzione attraverso il diritto penale" (W. Hassemer), senza al tempo stesso sacrificare sull''altare della sicurezza il nucleo essenziale dei diritti fondamentali della persona.

Terrorismo, guerra e sistema penale / F. Viganò. - In: RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO E PROCEDURA PENALE. - ISSN 0557-1391. - 49:2(2006), pp. 648-703.

Terrorismo, guerra e sistema penale

F. Viganò
Primo
2006

Abstract

La sfida lanciata alle società occidentali dal terrorismo di matrice islamica dopo l''11 settembre 2001 ha indotto molti giuristi, in Italia e all''estero, a rimettere in discussione i tradizionali bilanciamenti tra diritti fondamentali dell''individuo e tutela della sicurezza collettiva, in nome di una lotta a tutto campo - o addirittura di una vera e propria ''guerra'' - contro questa nuova emergenza. Il saggio analizza alcune grandi linee di tendenza emerse nella legislazione, nella giurisprudenza e nella riflessione dottrinale internazionale nei primi anni Duemila, evidenziando come l''amministrazione Bush negli Stati Uniti abbia cercato di sottrarre il più possibile al sistema penale, e di affidare direttamente all''esecutivo, il compito di contrastare il terrorismo islamico; e come la linea dei Paesi europei sia stata, per converso, quella di confermare il ruolo centrale del sistema penale nel contrasto al terrorismo, dotandolo però di strumenti più flessibili, e al tempo stesso più limitativi delle garanzie fondamentali dell''individuo. Il sistema penale in Europa ha così finito per essere caricato di funzioni marcatamente preventive, che ne pongono in discussione la tradizionale fisionomia di strumento reattivo contro condotte socialmente dannose già commesse. Esaurita la parte descrittiva, il saggio enuncia tre tesi fondamentali attorno alle quali potrebbero essere impostati nuovi bilanciamenti all''interno del sistema penale, riconoscendo la legittimità in linea di principio di una "prevenzione attraverso il diritto penale" (W. Hassemer), senza al tempo stesso sacrificare sull''altare della sicurezza il nucleo essenziale dei diritti fondamentali della persona.
Settore IUS/17 - Diritto Penale
2006
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