Stevia rebaudiana Bertoni: quali prospettive di coltivazione in Italia? Corti Martina, Dell’Orto Marta, Crippa Laura, Zaccheo Patrizia Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali-Produzione, Territorio, Agroenergia, Università degli Studi di Milano, via Celoria 2, 20133 Milano S. rebaudiana Bertoni è una pianta arbustiva appartenente alla famiglia delle Asteraceae originaria del Paraguay. Le sue foglie contengono steviosidi (glicosidi diterpenici), dall’elevato potere dolcificante ma privi di calorie, utilizzabili come additivo alimentare di origine naturale. L’Unione Europea ha consentito l’uso degli steviosidi come additivo alimentare solo nel novembre 2011; da quel momento si è aperta la possibilità di coltivare S. rebaudiana (stevia) in Europa. La stevia è nota per essere una pianta dalle basse esigenze nutrizionali e dall’elevata resistenza a stress sia biotici che abiotici, nonostante l’elevato consumo idrico. Tuttavia le condizioni pedoclimatiche delle zone d’origine e di maggiore diffusione della coltura sono molto diverse da quelle presenti in Italia. Le diverse sperimentazioni, condotte sia in Europa e in Italia che in paesi a diverse latitudini, hanno messo in evidenza una grande variabilità produttiva. L’interesse per la sua coltivazione nei nostri ambienti sembra essere legato alla possibilità di ottenere una produzione di elevata qualità tramite tecniche colturali a basso input. Nel presente lavoro è stato pertanto condotto uno studio preliminare su materiale propagato per talea da piante madri ottenute da seme proveniente dal Paraguay (varietà Criolla). Si è studiato l’effetto dei macronutrienti azoto e potassio sia sulla resa in biomassa che sulla produzione di steviosidi totali. Prove di coltivazione in idroponica a tre diverse dosi di azoto e di potassio hanno evidenziato che le diverse dosi di azoto applicate non incidono sulla produzione di biomassa epigea mentre hanno effetto sulla concentrazione e sulla produzione di steviosidi totali. Il potassio ha invece effetti positivi sulla produzione di biomassa fresca, mentre deprime la concentrazione di steviosidi totali, la cui concentrazione è maggiore in presenza di basse dosi di potassio. La resa degli steviosidi totali in peso sembra comunque aumentare leggermente al crescere della dose di potassio. La stevia si conferma quindi come poco esigente, anzi si segnala che la somministrazione di alte dosi di potassio e azoto possono risultare antieconomiche. Il lavoro ha previsto anche una prova sperimentale in campo, tuttora in corso, volta a ottenere informazioni sulle rese in biomassa e in steviosidi in ambiente lombardo. Piante di stevia di due mesi di età, derivanti da seme, sono state trapiantate a fine maggio 2012 su una superficie di 30 m2 suddivisa in parcelle a diverso sesto d’impianto (5.1, 6.8 e 8.7 piante m-2). Il campo, dotato di sistema di irrigazione a goccia, ha subito un unico intervento di concimazione in pre-trapianto con stallatico d’asino in modo da garantire a ciascuna pianta lo stesso apporto (200 g di stallatico pianta-1). Per il raccolto è stata adottata la tecnica del doppio taglio. La resa media complessiva raggiunta nei due tagli è pari a circa 1500 g m-2 di peso fresco, 395 g m-2 di peso secco e 197.5 g m-2 di foglie secche. Esperienze internazionali riportano rese medie tra 100 e 120 g m-2 di foglia secca, quindi inferiori a quelle ottenute nella presente sperimentazione. La concentrazione media di steviosidi totali è risultata pari a 88,4 mg su g di foglia secca prodotta nell’annata 2012. Calcolando una produzione di circa 2 kg/ha di foglia secca con la concentrazione di steviosidi totali rilevata nella prova, si otterrebbe un prodotto dal potere dolcificante equivalente a circa 50 t/ha di saccarosio. I risultati ottenuti mostrano che sia la produzione di biomassa epigea per unità di superficie che la concentrazione di steviosidi non variano significativamente con la densità d’impianto. Quindi dal punto di vista della resa in principio attivo, le tre situazioni a confronto risultano analoghe. Tali risultati, unitamente a quelli già presenti nella letteratura scientifica, suggeriscono la possibilità di coltivare Stevia rebaudiana in Italia settentrionale con rese soddisfacenti e tramite tecniche colturali a basso input, allo scopo di ottenere un prodotto di elevata qualità.

Stevia rebaudiana Bertoni : quali prospettive di coltivazione in Italia? / M. Corti, M. Dell’Orto, L. Crippa, P. Zaccheo. ((Intervento presentato al 11. convegno Convegno AISSA Food security e Food safety: una sfida globale tenutosi a Piacenza nel 2013.

Stevia rebaudiana Bertoni : quali prospettive di coltivazione in Italia?

M. Corti
Primo
;
M. Dell’Orto
Secondo
;
L. Crippa
Penultimo
;
P. Zaccheo
2013

Abstract

Stevia rebaudiana Bertoni: quali prospettive di coltivazione in Italia? Corti Martina, Dell’Orto Marta, Crippa Laura, Zaccheo Patrizia Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali-Produzione, Territorio, Agroenergia, Università degli Studi di Milano, via Celoria 2, 20133 Milano S. rebaudiana Bertoni è una pianta arbustiva appartenente alla famiglia delle Asteraceae originaria del Paraguay. Le sue foglie contengono steviosidi (glicosidi diterpenici), dall’elevato potere dolcificante ma privi di calorie, utilizzabili come additivo alimentare di origine naturale. L’Unione Europea ha consentito l’uso degli steviosidi come additivo alimentare solo nel novembre 2011; da quel momento si è aperta la possibilità di coltivare S. rebaudiana (stevia) in Europa. La stevia è nota per essere una pianta dalle basse esigenze nutrizionali e dall’elevata resistenza a stress sia biotici che abiotici, nonostante l’elevato consumo idrico. Tuttavia le condizioni pedoclimatiche delle zone d’origine e di maggiore diffusione della coltura sono molto diverse da quelle presenti in Italia. Le diverse sperimentazioni, condotte sia in Europa e in Italia che in paesi a diverse latitudini, hanno messo in evidenza una grande variabilità produttiva. L’interesse per la sua coltivazione nei nostri ambienti sembra essere legato alla possibilità di ottenere una produzione di elevata qualità tramite tecniche colturali a basso input. Nel presente lavoro è stato pertanto condotto uno studio preliminare su materiale propagato per talea da piante madri ottenute da seme proveniente dal Paraguay (varietà Criolla). Si è studiato l’effetto dei macronutrienti azoto e potassio sia sulla resa in biomassa che sulla produzione di steviosidi totali. Prove di coltivazione in idroponica a tre diverse dosi di azoto e di potassio hanno evidenziato che le diverse dosi di azoto applicate non incidono sulla produzione di biomassa epigea mentre hanno effetto sulla concentrazione e sulla produzione di steviosidi totali. Il potassio ha invece effetti positivi sulla produzione di biomassa fresca, mentre deprime la concentrazione di steviosidi totali, la cui concentrazione è maggiore in presenza di basse dosi di potassio. La resa degli steviosidi totali in peso sembra comunque aumentare leggermente al crescere della dose di potassio. La stevia si conferma quindi come poco esigente, anzi si segnala che la somministrazione di alte dosi di potassio e azoto possono risultare antieconomiche. Il lavoro ha previsto anche una prova sperimentale in campo, tuttora in corso, volta a ottenere informazioni sulle rese in biomassa e in steviosidi in ambiente lombardo. Piante di stevia di due mesi di età, derivanti da seme, sono state trapiantate a fine maggio 2012 su una superficie di 30 m2 suddivisa in parcelle a diverso sesto d’impianto (5.1, 6.8 e 8.7 piante m-2). Il campo, dotato di sistema di irrigazione a goccia, ha subito un unico intervento di concimazione in pre-trapianto con stallatico d’asino in modo da garantire a ciascuna pianta lo stesso apporto (200 g di stallatico pianta-1). Per il raccolto è stata adottata la tecnica del doppio taglio. La resa media complessiva raggiunta nei due tagli è pari a circa 1500 g m-2 di peso fresco, 395 g m-2 di peso secco e 197.5 g m-2 di foglie secche. Esperienze internazionali riportano rese medie tra 100 e 120 g m-2 di foglia secca, quindi inferiori a quelle ottenute nella presente sperimentazione. La concentrazione media di steviosidi totali è risultata pari a 88,4 mg su g di foglia secca prodotta nell’annata 2012. Calcolando una produzione di circa 2 kg/ha di foglia secca con la concentrazione di steviosidi totali rilevata nella prova, si otterrebbe un prodotto dal potere dolcificante equivalente a circa 50 t/ha di saccarosio. I risultati ottenuti mostrano che sia la produzione di biomassa epigea per unità di superficie che la concentrazione di steviosidi non variano significativamente con la densità d’impianto. Quindi dal punto di vista della resa in principio attivo, le tre situazioni a confronto risultano analoghe. Tali risultati, unitamente a quelli già presenti nella letteratura scientifica, suggeriscono la possibilità di coltivare Stevia rebaudiana in Italia settentrionale con rese soddisfacenti e tramite tecniche colturali a basso input, allo scopo di ottenere un prodotto di elevata qualità.
12-nov-2013
Settore AGR/13 - Chimica Agraria
Settore AGR/02 - Agronomia e Coltivazioni Erbacee
Stevia rebaudiana Bertoni : quali prospettive di coltivazione in Italia? / M. Corti, M. Dell’Orto, L. Crippa, P. Zaccheo. ((Intervento presentato al 11. convegno Convegno AISSA Food security e Food safety: una sfida globale tenutosi a Piacenza nel 2013.
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