Le cellule staminali da cordone ombelicale rappresentano una duplice fonte, ematopoietica e mesenchimale, per la terapia cellulare; poiché derivano da un tessuto “a perdere” possiedono diversi vantaggi, tra cui la relativa facilità di ottenimento e la mancanza di implicazioni etiche, nonostante derivino dal compartimento fetale, di cui però costituiscono un annesso. Benchè l’ambito ematologico sia quello ad oggi più studiato e sperimentato, l’applicazione delle cellule cordonali, soprattutto mesenchimali, al campo neurologico è in ampio sviluppo; esistono numerosi studi su modelli animali di patologie neurodegenerative, quali Alzheimer e Parkinson, che hanno riportato risultati promettenti. A partire da questi, sono stati proposti, ed alcuni sono ad oggi in corso, diversi studi clinici allo scopo di saggiare la sicurezza e l’efficacia del trapianto di cellule staminali cordonali nell’ambito delle patologie neurologiche. I principali meccanismi di azione ipotizzati per queste cellule si svolgono a livello paracrino nel sistema nervoso centrale, attraverso processi di tipo trofico o antiinfiammatorio. I risultati ad oggi disponibili, cioè pubblicati, degli studi clinici completati sono purtroppo pochi e questo costituisce uno dei principali limiti all’avanzamento della conoscenza in questo ambito. Inoltre è comunque necessario comprendere meglio i meccanismi veri e propri che sono alla base dei miglioramenti riscontrati, in modo da poter perfezionare i protocolli di studio nei futuri trials clinici.

Aspetti neurologici delle cellule staminali / Y. Torrente. ((Intervento presentato al convegno Uso delle cellule staminali cordonali per scopi non ematologici tenutosi a Roma nel 2014.

Aspetti neurologici delle cellule staminali

Y. Torrente
2014

Abstract

Le cellule staminali da cordone ombelicale rappresentano una duplice fonte, ematopoietica e mesenchimale, per la terapia cellulare; poiché derivano da un tessuto “a perdere” possiedono diversi vantaggi, tra cui la relativa facilità di ottenimento e la mancanza di implicazioni etiche, nonostante derivino dal compartimento fetale, di cui però costituiscono un annesso. Benchè l’ambito ematologico sia quello ad oggi più studiato e sperimentato, l’applicazione delle cellule cordonali, soprattutto mesenchimali, al campo neurologico è in ampio sviluppo; esistono numerosi studi su modelli animali di patologie neurodegenerative, quali Alzheimer e Parkinson, che hanno riportato risultati promettenti. A partire da questi, sono stati proposti, ed alcuni sono ad oggi in corso, diversi studi clinici allo scopo di saggiare la sicurezza e l’efficacia del trapianto di cellule staminali cordonali nell’ambito delle patologie neurologiche. I principali meccanismi di azione ipotizzati per queste cellule si svolgono a livello paracrino nel sistema nervoso centrale, attraverso processi di tipo trofico o antiinfiammatorio. I risultati ad oggi disponibili, cioè pubblicati, degli studi clinici completati sono purtroppo pochi e questo costituisce uno dei principali limiti all’avanzamento della conoscenza in questo ambito. Inoltre è comunque necessario comprendere meglio i meccanismi veri e propri che sono alla base dei miglioramenti riscontrati, in modo da poter perfezionare i protocolli di studio nei futuri trials clinici.
6-ott-2014
Settore MED/26 - Neurologia
Università degli Studi Tor Vergata
Associazione Nazionale per lo Sviluppo delle Biotecnologie (ASSOBIOTEC)
Aspetti neurologici delle cellule staminali / Y. Torrente. ((Intervento presentato al convegno Uso delle cellule staminali cordonali per scopi non ematologici tenutosi a Roma nel 2014.
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