Le riviste aziendali, con la loro evoluzione dagli house organ alla stampa aziendale del secondo dopoguerra legata al concetto di Public Relation di derivazione americana, mirano a una comunicazione con l’ambiente esterno facendo della cultura e dell’arte uno strumento da legare al proprio brand e alla propria comunicazione. Le più importanti ed efficaci riviste aziendali – “Il giardino di Esculapio”, “La Serpe”, “La lettura del medico”, “Esso Rivista”, “Edilizia Moderna”, “Ferrania”, Bemberg”, “Pirelli”, “Civiltà delle macchine”, “Il Gatto Selvatico” – offrono un repertorio culturale basato sulla necessità e sull’idea che la cultura scientifica e artistica debbano convivere, contribuendo così a una revisione del gusto e dando una lezione di stile e di cultura. È possibile riconoscervi un ruolo rilevante giocato dall’arte attraverso contributi scritti e a livello visivo, con modulazioni differenti. Ci si muove tra presenze scarne di testi e riproduzioni, e usi semplicemente illustrativi delle immagini, da un lato, e il coinvolgimento diretto degli artisti o l’utilizzo più funzionale delle opere pubblicate, dall’altro. Il ruolo preminente di “Civiltà delle macchine” come punto più alto delle riviste aziendali e all’interno del panorama culturale italiano degli anni Cinquanta, è unanimemente riconosciuto: la rivista vuole offrire un panorama di attualità tecniche, scientifiche, storiche, letterarie e artistiche collegate o in discordante armonia con l’impresa ufficiale e i suoi vari ambiti operativi e aprire un dibattito su quesiti filosofici, morali e sociali. La rilevanza dell’elemento artistico non è data tanto dai testi direttamente dedicati all’arte e all’architettura (seppur indicativi nel sostenere posizioni avanguardiste e moderniste), quanto dai reportage presso le fabbriche e le aziende realizzati da poeti, letterati e artisti, e dal confronto tra arte e scienza a livello teorico e metodologico.
Tra le riviste aziendali. La realtà milanese e “Civiltà delle macchine” / D. Colombo - In: Fare impresa con la cultura. Milano nel secondo dopoguerra (1945-1960) / M. Punzo, F. Misiano, P. Merli, C. Guaita, M. Cambiaghi, P. Bosisio, P. Rusconi, S. Paoli, R. De Berti, I. Piazzoni, A. Borsani, M. Zanantoni, N. Crepax, P. Rossi, F. Pino, M. Fumagalli, L. Vergallo, P. Landi, I. Granata, A. Gigli Marchetti, L. Bruti Liberati, D. Saresella, M. Canella, C. Tognoli ; [a cura di] P. Landi. - Bologna : CLUEB, 2013 Nov. - ISBN 9788849138511. - pp. 259-286 (( convegno L'officina dei navigli. L'impresa culturale nella Milano del dopoguerra (1945-1960) tenutosi a Milano nel 2012.
Tra le riviste aziendali. La realtà milanese e “Civiltà delle macchine”
D. Colombo
2013
Abstract
Le riviste aziendali, con la loro evoluzione dagli house organ alla stampa aziendale del secondo dopoguerra legata al concetto di Public Relation di derivazione americana, mirano a una comunicazione con l’ambiente esterno facendo della cultura e dell’arte uno strumento da legare al proprio brand e alla propria comunicazione. Le più importanti ed efficaci riviste aziendali – “Il giardino di Esculapio”, “La Serpe”, “La lettura del medico”, “Esso Rivista”, “Edilizia Moderna”, “Ferrania”, Bemberg”, “Pirelli”, “Civiltà delle macchine”, “Il Gatto Selvatico” – offrono un repertorio culturale basato sulla necessità e sull’idea che la cultura scientifica e artistica debbano convivere, contribuendo così a una revisione del gusto e dando una lezione di stile e di cultura. È possibile riconoscervi un ruolo rilevante giocato dall’arte attraverso contributi scritti e a livello visivo, con modulazioni differenti. Ci si muove tra presenze scarne di testi e riproduzioni, e usi semplicemente illustrativi delle immagini, da un lato, e il coinvolgimento diretto degli artisti o l’utilizzo più funzionale delle opere pubblicate, dall’altro. Il ruolo preminente di “Civiltà delle macchine” come punto più alto delle riviste aziendali e all’interno del panorama culturale italiano degli anni Cinquanta, è unanimemente riconosciuto: la rivista vuole offrire un panorama di attualità tecniche, scientifiche, storiche, letterarie e artistiche collegate o in discordante armonia con l’impresa ufficiale e i suoi vari ambiti operativi e aprire un dibattito su quesiti filosofici, morali e sociali. La rilevanza dell’elemento artistico non è data tanto dai testi direttamente dedicati all’arte e all’architettura (seppur indicativi nel sostenere posizioni avanguardiste e moderniste), quanto dai reportage presso le fabbriche e le aziende realizzati da poeti, letterati e artisti, e dal confronto tra arte e scienza a livello teorico e metodologico.Pubblicazioni consigliate
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