Il latte materno fornisce componenti di valore sia strutturale (ovvero per l’accrescimento somatico) che funzionale (potendo modificare la qualità stessa dello sviluppo). Scopo delle moderne formule è di arrivare ad avvicinare negli allattati alimentati con formula gli effetti funzionali associati alle singole componenti del latte materno. Sono oggi disponibili alcuni dati, ricavati da studi scientificamente corretti, che permettono di giudicare con obiettività i possibili effetti di alcune modifiche quantitative e qualitative dei latti formulati. Ruolo del pediatra oggi è di: 1. giudicare correttamente la crescita degli allattati al seno per definire oggettivamente l’eventuale necessità di una complementazione con formula 2. avere gli strumenti scientifici per giudicare gli effetti attribuibili alle formule stesse 3. interagire con la mamma per enucleare gli eventuali problemi oggettivamente legati all’allattamento artificiale, ed eliminare alcuni aspetti legati invece alle attese in termini di alimentazione e comportamento alimentare delle madri stesse. I recenti sviluppi nella composizione delle formule sono indirizzati a riprodurre gli effetti funzionali più che la composizione quantitativa del latte materno e gli ultimi studi sulla composizione del latte materno hanno evidenziato la presenza di fattori “funzionali”, la cui sintesi e successiva aggiunta alle formule potrebbe avere effetti a medio e lungo termine sulla qualità dello sviluppo, con particolare riferimento alla performance psicointellettiva, alla prevenzione di stati di sovrappeso, alla resistenza alle infezioni e alla prevenzione delle allergie. Tra i maggiori nutrienti a valenza funzionale sono oggi considerati: • gli acidi grassi polinsaturi a lunga catena (LCPUFA, Long-Chain Polyunsaturated Fatty Acids) per la composizione del tessuto cerebrale e per lo sviluppo neurologico; • i probiotici e i prebiotici per la flora batterica intestinale e la difesa immunitaria locale a livello intestinale, con possibili riflessi anche a livello generale; • i nucleotidi per la promozione della risposta immunitaria. Inoltre, si ritengono di grande importanza: • possibili modificazioni nella composizione quantitativa e qualitativa delle proteine per bilanciare il pattern aminoacidico plasmatico (rilevante per la funzione dei neurotrasmettitori, soprattutto negli stadi più precoci dello sviluppo cerebrale) e per ridurre l’intake proteico nelle prime epoche di vita (fattore riconosciuto importante per la prevenzione di sovrappeso e obesità); • l’introduzione di proteine idrolizzate per la prevenzione dell’atopia. Attualmente è in corso il progetto EarlyNutrition, progetto multicentrico finanziato dalla Comunità Europea rientrante nell’ambito del 7th Framework Programme for Research and Technological Development, nasce con l’intento di verificare le ipotesi riguardanti l’associazione tra nutrizione nelle fasi precoci dello sviluppo e impatto sullo stato di salute, con particolare attenzione a identificare possibili vie nutrizionali di prevenzione dell’obesità e delle patologie ad essa associate. Gli obiettivi di tale progetto sono molteplici, essendo volto sia a dimostrare l’associazione ipotizzata che a chiarire i meccanismi patogenetici sottostanti e l’entità di un eventuale vantaggio della scelta di determinate abitudini nutrizionali in gravidanza, nella prima infanzia e nel bambino. La prospettiva finale di tale studio non è solo garantire un adeguato sviluppo al singolo, quanto piuttosto determinare un vantaggio per tutta la collettività, orientando l’industria alimentare e favorendo l’affermarsi di una diversa cultura nutrizionale. In particolare, l’EarlyNutrition intende verificare l’associazione tra regime nutrizionale in età precoce ed aumento del rischio dell’obesità tramite tre distinti approcci sperimentali: studi su animali e placenta; studi prospettici di coorte; studi randomizzati in donne gravide e nella prima infanzia. Tra gli studi presenti in tale progetto vi è quello volto ad analizzare gli effetti e la sicurezza di un nuovo latte formulato, con composizione aminoacidica ottimizzata, che sarà testato in un modello animale sperimentale. Inoltre l’obiettivo principale di un ulteriore studio facente parte sempre del progetto EarlyNutrition è quello di indagare gli effetti a lungo termine (epoca adolescenziale) sull’adiposità e i disturbi ad essa correlati di un latte ad apporto proteico controllato assunto durante il primo anno di vita si tratterà in altri termini di verificare l’ipotesi dell’accelerata crescita post-natale in un lungo periodo di follow-up attraverso uno studio controllato randomizzato (RCT). In conclusione i latti formulati per l’infanzia attualmente sul mercato hanno lo scopo di fornire una valida alternativa all’allattamento al seno per i neonati le cui madri non possono continuare l’allattamento, in particolare nei primi sei mesi di vita, quando il latte materno dovrebbe costituire l’unica fonte di nutrienti. Gli studi pubblicati fino a oggi hanno valutato solamente gli effetti a breve termine delle modifiche attuate nella formulazione dei latti formulati. Tuttavia, per valutare a pieno la rilevanza di queste modifiche a livello di performance neurologica, prevenzione di sovrappeso e obesità ed effetti immuno-allergici, sono necessari ulteriori dati sul follow up a lungo termine.

Latti formulati / E. Verduci. ((Intervento presentato al 25. convegno Congresso Nazionale SIPPS tenutosi a Bari nel 2013.

Latti formulati

E. Verduci
Primo
2013

Abstract

Il latte materno fornisce componenti di valore sia strutturale (ovvero per l’accrescimento somatico) che funzionale (potendo modificare la qualità stessa dello sviluppo). Scopo delle moderne formule è di arrivare ad avvicinare negli allattati alimentati con formula gli effetti funzionali associati alle singole componenti del latte materno. Sono oggi disponibili alcuni dati, ricavati da studi scientificamente corretti, che permettono di giudicare con obiettività i possibili effetti di alcune modifiche quantitative e qualitative dei latti formulati. Ruolo del pediatra oggi è di: 1. giudicare correttamente la crescita degli allattati al seno per definire oggettivamente l’eventuale necessità di una complementazione con formula 2. avere gli strumenti scientifici per giudicare gli effetti attribuibili alle formule stesse 3. interagire con la mamma per enucleare gli eventuali problemi oggettivamente legati all’allattamento artificiale, ed eliminare alcuni aspetti legati invece alle attese in termini di alimentazione e comportamento alimentare delle madri stesse. I recenti sviluppi nella composizione delle formule sono indirizzati a riprodurre gli effetti funzionali più che la composizione quantitativa del latte materno e gli ultimi studi sulla composizione del latte materno hanno evidenziato la presenza di fattori “funzionali”, la cui sintesi e successiva aggiunta alle formule potrebbe avere effetti a medio e lungo termine sulla qualità dello sviluppo, con particolare riferimento alla performance psicointellettiva, alla prevenzione di stati di sovrappeso, alla resistenza alle infezioni e alla prevenzione delle allergie. Tra i maggiori nutrienti a valenza funzionale sono oggi considerati: • gli acidi grassi polinsaturi a lunga catena (LCPUFA, Long-Chain Polyunsaturated Fatty Acids) per la composizione del tessuto cerebrale e per lo sviluppo neurologico; • i probiotici e i prebiotici per la flora batterica intestinale e la difesa immunitaria locale a livello intestinale, con possibili riflessi anche a livello generale; • i nucleotidi per la promozione della risposta immunitaria. Inoltre, si ritengono di grande importanza: • possibili modificazioni nella composizione quantitativa e qualitativa delle proteine per bilanciare il pattern aminoacidico plasmatico (rilevante per la funzione dei neurotrasmettitori, soprattutto negli stadi più precoci dello sviluppo cerebrale) e per ridurre l’intake proteico nelle prime epoche di vita (fattore riconosciuto importante per la prevenzione di sovrappeso e obesità); • l’introduzione di proteine idrolizzate per la prevenzione dell’atopia. Attualmente è in corso il progetto EarlyNutrition, progetto multicentrico finanziato dalla Comunità Europea rientrante nell’ambito del 7th Framework Programme for Research and Technological Development, nasce con l’intento di verificare le ipotesi riguardanti l’associazione tra nutrizione nelle fasi precoci dello sviluppo e impatto sullo stato di salute, con particolare attenzione a identificare possibili vie nutrizionali di prevenzione dell’obesità e delle patologie ad essa associate. Gli obiettivi di tale progetto sono molteplici, essendo volto sia a dimostrare l’associazione ipotizzata che a chiarire i meccanismi patogenetici sottostanti e l’entità di un eventuale vantaggio della scelta di determinate abitudini nutrizionali in gravidanza, nella prima infanzia e nel bambino. La prospettiva finale di tale studio non è solo garantire un adeguato sviluppo al singolo, quanto piuttosto determinare un vantaggio per tutta la collettività, orientando l’industria alimentare e favorendo l’affermarsi di una diversa cultura nutrizionale. In particolare, l’EarlyNutrition intende verificare l’associazione tra regime nutrizionale in età precoce ed aumento del rischio dell’obesità tramite tre distinti approcci sperimentali: studi su animali e placenta; studi prospettici di coorte; studi randomizzati in donne gravide e nella prima infanzia. Tra gli studi presenti in tale progetto vi è quello volto ad analizzare gli effetti e la sicurezza di un nuovo latte formulato, con composizione aminoacidica ottimizzata, che sarà testato in un modello animale sperimentale. Inoltre l’obiettivo principale di un ulteriore studio facente parte sempre del progetto EarlyNutrition è quello di indagare gli effetti a lungo termine (epoca adolescenziale) sull’adiposità e i disturbi ad essa correlati di un latte ad apporto proteico controllato assunto durante il primo anno di vita si tratterà in altri termini di verificare l’ipotesi dell’accelerata crescita post-natale in un lungo periodo di follow-up attraverso uno studio controllato randomizzato (RCT). In conclusione i latti formulati per l’infanzia attualmente sul mercato hanno lo scopo di fornire una valida alternativa all’allattamento al seno per i neonati le cui madri non possono continuare l’allattamento, in particolare nei primi sei mesi di vita, quando il latte materno dovrebbe costituire l’unica fonte di nutrienti. Gli studi pubblicati fino a oggi hanno valutato solamente gli effetti a breve termine delle modifiche attuate nella formulazione dei latti formulati. Tuttavia, per valutare a pieno la rilevanza di queste modifiche a livello di performance neurologica, prevenzione di sovrappeso e obesità ed effetti immuno-allergici, sono necessari ulteriori dati sul follow up a lungo termine.
set-2013
Settore MED/38 - Pediatria Generale e Specialistica
Latti formulati / E. Verduci. ((Intervento presentato al 25. convegno Congresso Nazionale SIPPS tenutosi a Bari nel 2013.
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