Introduzione: L'uso del latte materno per i neonati ricoverati nelle Patologie Neonatali e nelle Unità di Terapia Intensiva Neonatale (UTIN) risponde ad alcuni degli obiettivi generali della nutrizione di questa categoria di bambini,per lo più prematuri. Si riduce il rischio delle infezioni neonatali ed in particolare dell'enterocolite necrotizzante, si riduce l'incidenza di retinopatia del pretermine, si promuove uno sviluppo psicomotorio ed intellettivo quanto migliore possibile. Visto che esiste una gerarchia biologica che riguarda l'alimentazione neonatale, che vede al vertice di una scala ideale il latte materno fresco, vale la pena promuovere l'uso di questo ultimo, agendo a più livelli quali un'organizzazione della UTIN tale da prevedere l'accesso ai genitori, un'attitudine dello staff che riconosca l'unicità del latte materno, il ricorso a tecniche e tecnologie specifiche, come per esempio la spremitura efficiente del latte materno ed il metodo canguro (KMC). Metodologia: nell'autunno 2004 un gruppo di 21 neonatologi appartenenti a 12 UTIN italiane ha effettuato una revisione critica delle varie possibili definizioni di allattamento materno utilizzate ed utilizzabili nelle UTIN. In particolare sono state considerate le definizioni proposte dall'OMS, con differenti recall period (dalla nascita alla dimissione, ultime 24 ore, ultime 48 ore, ultime 72 ore) e le definizioni quantitative, che indicano la quota di latte materno assunta in percentuale sul totale o in termini assoluti corretti sul peso. Sono stati analizzati i pro ed i contro di ogni definizione. La definizione preferita è stata quella dell'OMS con recall period di 72 ore. Pur essendo nuova, in parte arbitraria, con un periodo di memoria dell'evento (72h) comunque limitato rispetto ad un'ospedalizzazione prolungata, ha il pregio di fotografare una situazione alimentare relativamente stabilizzata (solo le ultime 72h appunto a confronto dell'intera ospedalizzazione), risultando alla fine più rispondente alla reale situazione alimentare al momento della dimissione. Inoltre il ricorso ad un recall period di 72hy è più agevole perchè evita di considerare quanto accade nei primi giorni di vita dove il ricorso a supplementazioni con latte artificiale è quasi la norma in assenza di una banca del latte umano. I dati sull'alimentazione possono essere desunti da elementi anamnestici(madre) e da registri (infermieristici o cartelle cliniche). Al momento della dimissione del bambino dalla Neonatologia-UTIN sono stati raccolti dati relativi all'allattamento materno presso 13 Neonatologie italiane (Trieste, Università di Padova, Trento, Università di Torino, Milano, Clinica Mangiagalli ed Ospedale San Paolo, Lecco, Cagliari, Roma San Camillo, Roma Ospedale Bambino Gesù, Foggia, San Giovanni Rotondo, Catanzaro). Risultati: Sono stati raccolti dati nel periodo dal 1° Luglio 2005 al 30 Giugno 2006. Nell'analisi sono stati esclusi i bambini solo "transitati" nelle diverse terapie intensive neonatali e quelli con un tempo di permanenza inferiore ai 3 giorni. Si è trattato di 2965 bambini di cui 594 VLBWI. Il campione presentava un peso medio alla nascia di grammi 2264 (DS: 855 gr) ed un'età gestazionale media di 34,6 settimane (DS: 3,9). L'età media alla dimissione dall'ospedale risultava di 26,5 giorni (DS:28,9 giorni). L'allattamento alla dimissione dalle UTIN italiane è risultato per il 28% materno esclusivo, per lo 0,3% materno predominante, per il 29% con formule e per il 48% misto (alimentazione complementare), con ampie variazioni fra centri diversi. Il 45% dei VLBWI ed il 45% dei neonati con età gestazionale inferiore alle 32 settimane non ha mai ricevuto latte materno. Su 838 bambini dimessi in allattamento materno esclusivo solo il 20% è allattato solo al seno, un 14% è alimentato con latte spremuto, mentre un numero cospicuo abbina al seno il consumo di latte materno spremuto (63%). Discussione: il presente studio è il primo multicentrico italiano a raccogliere dati nelle nostre UTIN secondo le definizioni di allattamento dell'OMS, ma con variazione del recall period a 72h. Colpiscono essenzialmente 2 dati: l'elevato numero di neonati delle nostre UTIN, specialmente VLBWI, che no beneficiano del latte umano; la bassa percentuale di neonati allattati con latte materno che escono dalle UTIN succhiando solo direttamente al seno. Conclusioni: i dati di queto monitoraggio, implicando una migliore conoscenza del "fenomeno allattamento" nelle UTIN suggeriscono una progettualità sull'applicazione di interventi atti a promuovere nelle UTIN italiane un maggior uso di latte materno, per un maggior investimento sulla salute futura dei bambini assistiti nelle UTIN e delle loro madri.

Epidemiologia dell'allattamento materno nelle Terapie Intensive Neonatali. Risultati finali da uno studio multicentrico italiano / R. Davanzo, S. Demarini, M. Assumma, R. Bellù, E. Bertino, A. Bianchi, P. Brovedani, E. Cragnolin, L. Chiandetti, D. Clerici, C. Corchia, B. Dalla Barba, I. Dall'Oglio, G. De Nisi, C. Fabris, V. Fanos, A. Gatta, M. Giovannini, G. La Gamba, P. Martini, G. Minelli, F. Mosca, A. Pedrotti, D. Rancati, A. Reali, G. Rinaldi, G. Salvatori, G. Stival, G. Tonelli, P. Tonetto, G. Verlato, R. Zanini, L. Ronfani. ((Intervento presentato al 13. convegno Congresso Nazionale Società Italiana di Neonatologia tenutosi a Rimini nel 2007.

Epidemiologia dell'allattamento materno nelle Terapie Intensive Neonatali. Risultati finali da uno studio multicentrico italiano

M. Giovannini;F. Mosca;
2007

Abstract

Introduzione: L'uso del latte materno per i neonati ricoverati nelle Patologie Neonatali e nelle Unità di Terapia Intensiva Neonatale (UTIN) risponde ad alcuni degli obiettivi generali della nutrizione di questa categoria di bambini,per lo più prematuri. Si riduce il rischio delle infezioni neonatali ed in particolare dell'enterocolite necrotizzante, si riduce l'incidenza di retinopatia del pretermine, si promuove uno sviluppo psicomotorio ed intellettivo quanto migliore possibile. Visto che esiste una gerarchia biologica che riguarda l'alimentazione neonatale, che vede al vertice di una scala ideale il latte materno fresco, vale la pena promuovere l'uso di questo ultimo, agendo a più livelli quali un'organizzazione della UTIN tale da prevedere l'accesso ai genitori, un'attitudine dello staff che riconosca l'unicità del latte materno, il ricorso a tecniche e tecnologie specifiche, come per esempio la spremitura efficiente del latte materno ed il metodo canguro (KMC). Metodologia: nell'autunno 2004 un gruppo di 21 neonatologi appartenenti a 12 UTIN italiane ha effettuato una revisione critica delle varie possibili definizioni di allattamento materno utilizzate ed utilizzabili nelle UTIN. In particolare sono state considerate le definizioni proposte dall'OMS, con differenti recall period (dalla nascita alla dimissione, ultime 24 ore, ultime 48 ore, ultime 72 ore) e le definizioni quantitative, che indicano la quota di latte materno assunta in percentuale sul totale o in termini assoluti corretti sul peso. Sono stati analizzati i pro ed i contro di ogni definizione. La definizione preferita è stata quella dell'OMS con recall period di 72 ore. Pur essendo nuova, in parte arbitraria, con un periodo di memoria dell'evento (72h) comunque limitato rispetto ad un'ospedalizzazione prolungata, ha il pregio di fotografare una situazione alimentare relativamente stabilizzata (solo le ultime 72h appunto a confronto dell'intera ospedalizzazione), risultando alla fine più rispondente alla reale situazione alimentare al momento della dimissione. Inoltre il ricorso ad un recall period di 72hy è più agevole perchè evita di considerare quanto accade nei primi giorni di vita dove il ricorso a supplementazioni con latte artificiale è quasi la norma in assenza di una banca del latte umano. I dati sull'alimentazione possono essere desunti da elementi anamnestici(madre) e da registri (infermieristici o cartelle cliniche). Al momento della dimissione del bambino dalla Neonatologia-UTIN sono stati raccolti dati relativi all'allattamento materno presso 13 Neonatologie italiane (Trieste, Università di Padova, Trento, Università di Torino, Milano, Clinica Mangiagalli ed Ospedale San Paolo, Lecco, Cagliari, Roma San Camillo, Roma Ospedale Bambino Gesù, Foggia, San Giovanni Rotondo, Catanzaro). Risultati: Sono stati raccolti dati nel periodo dal 1° Luglio 2005 al 30 Giugno 2006. Nell'analisi sono stati esclusi i bambini solo "transitati" nelle diverse terapie intensive neonatali e quelli con un tempo di permanenza inferiore ai 3 giorni. Si è trattato di 2965 bambini di cui 594 VLBWI. Il campione presentava un peso medio alla nascia di grammi 2264 (DS: 855 gr) ed un'età gestazionale media di 34,6 settimane (DS: 3,9). L'età media alla dimissione dall'ospedale risultava di 26,5 giorni (DS:28,9 giorni). L'allattamento alla dimissione dalle UTIN italiane è risultato per il 28% materno esclusivo, per lo 0,3% materno predominante, per il 29% con formule e per il 48% misto (alimentazione complementare), con ampie variazioni fra centri diversi. Il 45% dei VLBWI ed il 45% dei neonati con età gestazionale inferiore alle 32 settimane non ha mai ricevuto latte materno. Su 838 bambini dimessi in allattamento materno esclusivo solo il 20% è allattato solo al seno, un 14% è alimentato con latte spremuto, mentre un numero cospicuo abbina al seno il consumo di latte materno spremuto (63%). Discussione: il presente studio è il primo multicentrico italiano a raccogliere dati nelle nostre UTIN secondo le definizioni di allattamento dell'OMS, ma con variazione del recall period a 72h. Colpiscono essenzialmente 2 dati: l'elevato numero di neonati delle nostre UTIN, specialmente VLBWI, che no beneficiano del latte umano; la bassa percentuale di neonati allattati con latte materno che escono dalle UTIN succhiando solo direttamente al seno. Conclusioni: i dati di queto monitoraggio, implicando una migliore conoscenza del "fenomeno allattamento" nelle UTIN suggeriscono una progettualità sull'applicazione di interventi atti a promuovere nelle UTIN italiane un maggior uso di latte materno, per un maggior investimento sulla salute futura dei bambini assistiti nelle UTIN e delle loro madri.
mag-2007
Settore MED/38 - Pediatria Generale e Specialistica
Epidemiologia dell'allattamento materno nelle Terapie Intensive Neonatali. Risultati finali da uno studio multicentrico italiano / R. Davanzo, S. Demarini, M. Assumma, R. Bellù, E. Bertino, A. Bianchi, P. Brovedani, E. Cragnolin, L. Chiandetti, D. Clerici, C. Corchia, B. Dalla Barba, I. Dall'Oglio, G. De Nisi, C. Fabris, V. Fanos, A. Gatta, M. Giovannini, G. La Gamba, P. Martini, G. Minelli, F. Mosca, A. Pedrotti, D. Rancati, A. Reali, G. Rinaldi, G. Salvatori, G. Stival, G. Tonelli, P. Tonetto, G. Verlato, R. Zanini, L. Ronfani. ((Intervento presentato al 13. convegno Congresso Nazionale Società Italiana di Neonatologia tenutosi a Rimini nel 2007.
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