Le modificazioni funzionali della parete arteriosa portano ad una ridotta dilatazione mediata dal flusso (DMF) che può precedere l’instaurarsi di modificazioni di carattere aterogenico nella struttura della parete stessa, così come l’inizio delle manifestazioni cliniche della patologia. La misura di questo parametro può, pertanto, permettere l’identificazione di individui a rischio ben prima dell’insorgenza della malattia stessa. Sebbene siano state recentemente sviluppate diverse tecniche per la misura delle variazioni del diametro delle arterie brachiali (DAB), manca ancora un reale consenso su quale sia il protocollo di misura più adeguato da adottare per la valutazione della DMF. Nella maggior parte degli studi finora pubblicati le variazioni post-ischemiche del DAB sono state misurate fra 45-60 sec a partire dal rilascio del manicotto, mentre la reale cinetica è stata ignorata. Il presente studio è stato disegnato al fine di misurare, in modo continuo, le variazioni post-ischemiche del DMF in 33 pazienti, sottoposti ad un test di occlusione arteriosa e di confrontarle con quelle ottenute nell’intervallo fra 45-60 sec. L’ischemia è stata ottenuta gonfiando un manicotto pneumatico a livello dell’avambraccio ad una pressione pari a 30 mmHg superiore a quella sistolica, per 5 minuti. In ogni singolo paziente, la cinetica dell’iperemia reattiva è stata ottenuta misurando, in continuo per 900 sec, il DAB (intervalli di 300 sec prima, durante e dopo il rilascio del manicotto). Prima dell’occlusione arteriosa il DAB variava tra 3.08 e 5.51 mm con una mediana di 4.24 mm. Il 55% dei soggetti ha risposto all’occlusione arteriosa con un significativo aumento del DAB. Dopo il rilascio del manicotto le variazioni percentuali del DAB, misurate in continuo, variavano tra lo 0.3 e il 23.2% con una mediana pari al 4.7%, mentre quelle ottenute misurando il diametro fra 45 e 60 sec variavano tra lo 0.0 e il 17.6% con una mediana del 3.0 %. Le variazioni percentuali ottenute con i due metodi mostravano un coefficiente di variazione del 1.2%, un coefficiente di correlazione dello 0.94 ed un bias tra metodi pari a circa il 2%. Da questi risultati appare evidente come il protocollo di misura non in continuo del DAB possa essere considerato un metodo accettabile per la valutazione della DMF. Tuttavia, poiché soltanto nel 61% dei pazienti che avevano risposto allo stimolo la variazione massima del DAB cadeva nell’intervallo di 45-60 sec, per identificare il picco di variazione di diametro in tutti i pazienti è necessario estendere questo intervallo a 30-100 secondi.

Vasodilatazione post-ischemica: metodo di misurazione in continuo vs misurazione non in continuo / L. Pustina, M. Amato, E. Tremoli, C.R. Sirtori, D. Baldassarre. - In: GIORNALE DELL'ARTERIOSCLEROSI. - ISSN 0017-0224. - 25:(2000), pp. 118-118. ((Intervento presentato al 14. convegno CONGRESSO NAZIONALE DELLA SOCIETÀ ITALIANA PER LO STUDIO DELL’ARTERIOSCLEROSI (SISA) tenutosi a Perugia nel 2000.

Vasodilatazione post-ischemica: metodo di misurazione in continuo vs misurazione non in continuo

L. Pustina
Primo
;
E. Tremoli;C.R. Sirtori
Penultimo
;
D. Baldassarre
Ultimo
2000

Abstract

Le modificazioni funzionali della parete arteriosa portano ad una ridotta dilatazione mediata dal flusso (DMF) che può precedere l’instaurarsi di modificazioni di carattere aterogenico nella struttura della parete stessa, così come l’inizio delle manifestazioni cliniche della patologia. La misura di questo parametro può, pertanto, permettere l’identificazione di individui a rischio ben prima dell’insorgenza della malattia stessa. Sebbene siano state recentemente sviluppate diverse tecniche per la misura delle variazioni del diametro delle arterie brachiali (DAB), manca ancora un reale consenso su quale sia il protocollo di misura più adeguato da adottare per la valutazione della DMF. Nella maggior parte degli studi finora pubblicati le variazioni post-ischemiche del DAB sono state misurate fra 45-60 sec a partire dal rilascio del manicotto, mentre la reale cinetica è stata ignorata. Il presente studio è stato disegnato al fine di misurare, in modo continuo, le variazioni post-ischemiche del DMF in 33 pazienti, sottoposti ad un test di occlusione arteriosa e di confrontarle con quelle ottenute nell’intervallo fra 45-60 sec. L’ischemia è stata ottenuta gonfiando un manicotto pneumatico a livello dell’avambraccio ad una pressione pari a 30 mmHg superiore a quella sistolica, per 5 minuti. In ogni singolo paziente, la cinetica dell’iperemia reattiva è stata ottenuta misurando, in continuo per 900 sec, il DAB (intervalli di 300 sec prima, durante e dopo il rilascio del manicotto). Prima dell’occlusione arteriosa il DAB variava tra 3.08 e 5.51 mm con una mediana di 4.24 mm. Il 55% dei soggetti ha risposto all’occlusione arteriosa con un significativo aumento del DAB. Dopo il rilascio del manicotto le variazioni percentuali del DAB, misurate in continuo, variavano tra lo 0.3 e il 23.2% con una mediana pari al 4.7%, mentre quelle ottenute misurando il diametro fra 45 e 60 sec variavano tra lo 0.0 e il 17.6% con una mediana del 3.0 %. Le variazioni percentuali ottenute con i due metodi mostravano un coefficiente di variazione del 1.2%, un coefficiente di correlazione dello 0.94 ed un bias tra metodi pari a circa il 2%. Da questi risultati appare evidente come il protocollo di misura non in continuo del DAB possa essere considerato un metodo accettabile per la valutazione della DMF. Tuttavia, poiché soltanto nel 61% dei pazienti che avevano risposto allo stimolo la variazione massima del DAB cadeva nell’intervallo di 45-60 sec, per identificare il picco di variazione di diametro in tutti i pazienti è necessario estendere questo intervallo a 30-100 secondi.
Settore BIO/14 - Farmacologia
2000
SOCIETÀ ITALIANA PER LO STUDIO DELL’ARTERIOSCLEROSI
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