L’emissione di sostanze volatili maleodoranti dagli allevamenti suinicoli intensivi, così come da altre realtà produttive, può arrivare a configurarsi come vera e propria molestia olfattiva e, in quanto tale, richiedere una valutazione oggettiva ben sapendo che, la modalità di percezione degli odori, risulta essere fortemente influenzata sia dalla concentrazione delle sostanze odorose nell’aria, sia dalla sensibilità dell’olfatto. La metodologia da seguire per la corretta rilevazione degli odori, stabilita dalla normativa EN 13725:2003, non può non considerare un approccio di natura sensoriale: diventa dunque indispensabile la selezione di un’apposita giuria di rino-analisti che determini la soglia di percezione un odore. Per avere una idea di come possa variare la percettibilità degli odori in una popolazione (caratteristica su cui si fonda l’affidabilità del panel di rino-analisti) a coloro che hanno partecipato alla recente esposizione “Suinitalia 2004” è stato proposto di partecipare ad un test mirato ad evidenziare le differenze nella capacità di percezione degli odori. I risultati preliminari dell’esperienza mostrano che poco più di ¼ del totale delle persone esaminate (n=157) presenta una ridotta capacità di riconoscimento per una o più sostanze odorose. In particolare emerge che i fattori maggiormente influenzanti la capacità di rilevazione della presenza di odore sono l’abitudine di vita (fumatore, ex fumatore, non fumatore) e il sesso: infatti, chi fuma risulta avere una diminuita sensibilità olfattiva nei confronti di una particolare essenza (γ-Undecalattone) inoltre la percentuale relativa di donne che ha correttamente individuato tutti gli odori è significativamente maggiore di quella degli uomini (45,4% e 27% rispettivamente
Risultati preliminari di un test mirato ad evidenziare la capacità di percezione degli odori / M. Brambilla, M. Guarino, P. Navarotto. - In: RIVISTA DI SUINICOLTURA. - ISSN 0035-662X. - 45:9(2004), pp. 87-90.
Risultati preliminari di un test mirato ad evidenziare la capacità di percezione degli odori
M. BrambillaPrimo
;M. GuarinoSecondo
;P. NavarottoUltimo
2004
Abstract
L’emissione di sostanze volatili maleodoranti dagli allevamenti suinicoli intensivi, così come da altre realtà produttive, può arrivare a configurarsi come vera e propria molestia olfattiva e, in quanto tale, richiedere una valutazione oggettiva ben sapendo che, la modalità di percezione degli odori, risulta essere fortemente influenzata sia dalla concentrazione delle sostanze odorose nell’aria, sia dalla sensibilità dell’olfatto. La metodologia da seguire per la corretta rilevazione degli odori, stabilita dalla normativa EN 13725:2003, non può non considerare un approccio di natura sensoriale: diventa dunque indispensabile la selezione di un’apposita giuria di rino-analisti che determini la soglia di percezione un odore. Per avere una idea di come possa variare la percettibilità degli odori in una popolazione (caratteristica su cui si fonda l’affidabilità del panel di rino-analisti) a coloro che hanno partecipato alla recente esposizione “Suinitalia 2004” è stato proposto di partecipare ad un test mirato ad evidenziare le differenze nella capacità di percezione degli odori. I risultati preliminari dell’esperienza mostrano che poco più di ¼ del totale delle persone esaminate (n=157) presenta una ridotta capacità di riconoscimento per una o più sostanze odorose. In particolare emerge che i fattori maggiormente influenzanti la capacità di rilevazione della presenza di odore sono l’abitudine di vita (fumatore, ex fumatore, non fumatore) e il sesso: infatti, chi fuma risulta avere una diminuita sensibilità olfattiva nei confronti di una particolare essenza (γ-Undecalattone) inoltre la percentuale relativa di donne che ha correttamente individuato tutti gli odori è significativamente maggiore di quella degli uomini (45,4% e 27% rispettivamentePubblicazioni consigliate
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