Il contributo analizza le caratteristiche strutturali della zootecnia trentina nei suoi nessi con il sistema di trasformazione casearia e con i sistemi foraggeri. La spinta alla concentrazione delle unità produttive zootecniche è comportato profondi squilibri territoriali dal momento che si è accompagnata ad un concomitante processo di intensificazione produttiva e di concentrazione territoriale. Ne sono derivati sia problemi di impatti ambientali localizzati che di 'desertificazione zootecnica' con conseguente venir meno del ruolo dei sistemi zootecnici e pastorali di fattore di manutenzione territoriale. Specializzazione, intensificazione produttiva e rigidi rapporti di filiera riducono le potenzialità della zootecnia trentina in relazione alle nuove prospettive di diversificazione e multifunzionalità. Il confronto con la realtà della provincia di Bolzano mette bene in evidenza le diverse scelte politiche assunte nelle due provincie che hanno determinato una forte 'tenuta' e di un buon utilizzo delle risorse prative e pascolive in Alto Adige e un drastico ridimensionamento della zootecnia e della coltivazione dei prati e dei pascoli in Trentino. Tra gli aspetti di debolezza del sistema zootecnico trentino si mette in evidenza anche il limitato sviluppo del comparto ovicaprino e del biologico con la conseguente perdita di nuove opportunità di differenziazione produttiva. L'insieme delle difficoltà sono ricondotte a fattori istituzionali e sociologici che hanno favorito la creazione di una struttura verticista (strutture cooperative, strutture di secondo grado, federazione allevatori) rigidamente vincolata al modello produttivista e poco adatta a rispondere alle nuove esigenze di multifunzionalità dell'agricoltura di montagna.
Tra malghe e poli bianchi. Le contraddizioni della zootecnia trentina / M. Corti. - In: ECONOMIA TRENTINA. - ISSN 0012-9879. - 59:supplemento al n 2/3(2010 Dec), pp. 98-111.
Tra malghe e poli bianchi. Le contraddizioni della zootecnia trentina
M. CortiPrimo
2010
Abstract
Il contributo analizza le caratteristiche strutturali della zootecnia trentina nei suoi nessi con il sistema di trasformazione casearia e con i sistemi foraggeri. La spinta alla concentrazione delle unità produttive zootecniche è comportato profondi squilibri territoriali dal momento che si è accompagnata ad un concomitante processo di intensificazione produttiva e di concentrazione territoriale. Ne sono derivati sia problemi di impatti ambientali localizzati che di 'desertificazione zootecnica' con conseguente venir meno del ruolo dei sistemi zootecnici e pastorali di fattore di manutenzione territoriale. Specializzazione, intensificazione produttiva e rigidi rapporti di filiera riducono le potenzialità della zootecnia trentina in relazione alle nuove prospettive di diversificazione e multifunzionalità. Il confronto con la realtà della provincia di Bolzano mette bene in evidenza le diverse scelte politiche assunte nelle due provincie che hanno determinato una forte 'tenuta' e di un buon utilizzo delle risorse prative e pascolive in Alto Adige e un drastico ridimensionamento della zootecnia e della coltivazione dei prati e dei pascoli in Trentino. Tra gli aspetti di debolezza del sistema zootecnico trentino si mette in evidenza anche il limitato sviluppo del comparto ovicaprino e del biologico con la conseguente perdita di nuove opportunità di differenziazione produttiva. L'insieme delle difficoltà sono ricondotte a fattori istituzionali e sociologici che hanno favorito la creazione di una struttura verticista (strutture cooperative, strutture di secondo grado, federazione allevatori) rigidamente vincolata al modello produttivista e poco adatta a rispondere alle nuove esigenze di multifunzionalità dell'agricoltura di montagna.Pubblicazioni consigliate
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