Introduzione Esiste una dicotomia tra studi scientifici che attestano la validità dei fissativi istologici nell’inattivare la carica microbica e studi che comprovano la pericolosità infettiva del materiale fissato[1]. Si pone, dunque, un problema preventivo che assume particolare rilievo in casi (come la tubercolosi polmonare) che sono caratterizzati da un andamento epidemiologico che impone costante vigilanza[2]. Si è pertanto allestito uno studio retrospettivo su casistica autoptica per verificare frequenza della malattia tubercolare sulla popolazione necroscopica di un settorato metropolitano, indicatori morfologici di infettività, puntualizzazione di tecniche diagnostiche istopatologiche dimostrative della malattia. Materiali e metodi Da 18396 esami necroscopici svolti presso la Sezione Dipartimentale di Medicina Legale e delle Assicurazioni dell’Università degli Studi di Milano nell’intervallo 1993-2009 sono stati selezionati diciotto casi nei quali l’indagine settoria ha evidenziato reperti di aspetti tubercolari polmonari. Nessuno di questi casi era anamnesticamente associato a tubercolosi che ebbe, dunque, diagnosi autoptica. Sui polmoni è stato effettuato l’esame istopatologico secondo le classiche tecniche post-fissative, utilizzando la colorazione di base Ematossilina-Eosina e quella acido-alcool resistente di Ziehl-Neelsen. Risultati Il campione esaminato (diciassette maschi ed una femmina) di età compresa tra 25 ed 88 anni vede una massima rappresentazione (dodici casi) nella fascia di età 45-88 anni con prevalenza della malattia maggiore rispetto a quella della popolazione generale. I reperti istopatologici, in tutti i casi, hanno documentato gli aspetti ben identificabili di malattia tubercolare con presenza di granulomi strutturati a cellule epitelioidi, linfociti e cellule giganti di tipo Langhans e presenza di Mycobacterium tuberculosis. Conclusioni Le risultanze istopatologiche dello studio condotto dimostrano una sicura potenzialità infettiva quantomeno nel corso dell’attività autoptica ed inducono a ritenere che il problema preventivo inerente l’infezione tubercolare da cadavere rappresenti una realtà di estrema attualità nella casistica medico-legale[3]. Bibliografia 1. Demiryürek D, Bayramoğlu A, Ustaçelebi S. Infective agents in fixed human cadavers: a brief review and suggested guidelines. Anat Rec. 2002;15;269(4):194-197 2. Nicas M. Respiratory protection and the risk of Mycobacterium tuberculosis infection. Am J Ind Med. 1995;27(3):317-333. 3. Lum D, Koelmeyer T. Tuberculosis in Auckland autopsies, revisited. N Z Med J. 2005;11;118(1211):U1356.

Studio retrospettivo sul riscontro occasionale e le caratteristiche di tubercolosi polmonare in casistica autoptica medico-legale / E. Palazzo, O. Boiocchi, G. Gentile, R. Zoia. ((Intervento presentato al 7. convegno Convegno Nazionale Gruppo Italiano di Patologia Forense (GIPF) tenutosi a Santa Margherita Ligure nel 2010.

Studio retrospettivo sul riscontro occasionale e le caratteristiche di tubercolosi polmonare in casistica autoptica medico-legale

E. Palazzo
Primo
;
G. Gentile
Penultimo
;
R. Zoia
Ultimo
2010

Abstract

Introduzione Esiste una dicotomia tra studi scientifici che attestano la validità dei fissativi istologici nell’inattivare la carica microbica e studi che comprovano la pericolosità infettiva del materiale fissato[1]. Si pone, dunque, un problema preventivo che assume particolare rilievo in casi (come la tubercolosi polmonare) che sono caratterizzati da un andamento epidemiologico che impone costante vigilanza[2]. Si è pertanto allestito uno studio retrospettivo su casistica autoptica per verificare frequenza della malattia tubercolare sulla popolazione necroscopica di un settorato metropolitano, indicatori morfologici di infettività, puntualizzazione di tecniche diagnostiche istopatologiche dimostrative della malattia. Materiali e metodi Da 18396 esami necroscopici svolti presso la Sezione Dipartimentale di Medicina Legale e delle Assicurazioni dell’Università degli Studi di Milano nell’intervallo 1993-2009 sono stati selezionati diciotto casi nei quali l’indagine settoria ha evidenziato reperti di aspetti tubercolari polmonari. Nessuno di questi casi era anamnesticamente associato a tubercolosi che ebbe, dunque, diagnosi autoptica. Sui polmoni è stato effettuato l’esame istopatologico secondo le classiche tecniche post-fissative, utilizzando la colorazione di base Ematossilina-Eosina e quella acido-alcool resistente di Ziehl-Neelsen. Risultati Il campione esaminato (diciassette maschi ed una femmina) di età compresa tra 25 ed 88 anni vede una massima rappresentazione (dodici casi) nella fascia di età 45-88 anni con prevalenza della malattia maggiore rispetto a quella della popolazione generale. I reperti istopatologici, in tutti i casi, hanno documentato gli aspetti ben identificabili di malattia tubercolare con presenza di granulomi strutturati a cellule epitelioidi, linfociti e cellule giganti di tipo Langhans e presenza di Mycobacterium tuberculosis. Conclusioni Le risultanze istopatologiche dello studio condotto dimostrano una sicura potenzialità infettiva quantomeno nel corso dell’attività autoptica ed inducono a ritenere che il problema preventivo inerente l’infezione tubercolare da cadavere rappresenti una realtà di estrema attualità nella casistica medico-legale[3]. Bibliografia 1. Demiryürek D, Bayramoğlu A, Ustaçelebi S. Infective agents in fixed human cadavers: a brief review and suggested guidelines. Anat Rec. 2002;15;269(4):194-197 2. Nicas M. Respiratory protection and the risk of Mycobacterium tuberculosis infection. Am J Ind Med. 1995;27(3):317-333. 3. Lum D, Koelmeyer T. Tuberculosis in Auckland autopsies, revisited. N Z Med J. 2005;11;118(1211):U1356.
23-ott-2010
Tubercolosi polmonare ; autopsia ; medicina legale
Settore MED/43 - Medicina Legale
Studio retrospettivo sul riscontro occasionale e le caratteristiche di tubercolosi polmonare in casistica autoptica medico-legale / E. Palazzo, O. Boiocchi, G. Gentile, R. Zoia. ((Intervento presentato al 7. convegno Convegno Nazionale Gruppo Italiano di Patologia Forense (GIPF) tenutosi a Santa Margherita Ligure nel 2010.
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