L’alto livello tecnologico raggiunto e per contro la richiesta crescente di umanizzazione della nascita, hanno portato alla necessità di una legislazione nel campo ostetrico che renda possibile il confluire di queste due esigenze “umanizzazione e sicurezza". L’Organizzazione Mondiale della Sanità approvava nel 1985 le raccomandazioni “Tecnologia appropriata per la nascita” basate sul principio che ogni donna ha il diritto a ricevere un’assistenza prenatale appropriata e che i fattori sociali, emotivi e psicologici sono estremamente importanti per un’assistenza adeguata. Proponeva quindi migliori livelli di assistenza e demedicalizzazione del parto fisiologico, ponendo le basi per l’integrazione fra umanizzazione e sicurezza. e, nel 1996, affermava che “il fine di una moderna assistenza perinatale e’ quello di ottenere una mamma ed un bambino in perfetta salute con il livello di cure più basso compatibile con la sicurezza”. Entrando maggiormente nel merito, nel percorso nascita vengono evidenziati importanti obiettivi cui tendere, tra cui: • l’umanizzazione della nascita, • favorire l’avvicinamento–contatto puerpera–neonato (anche patologico) • la promozione dell’allattamento al seno; • l’attivazione della rete sanitaria ospedaliera-territoriale e sociale per il rientro a domicilio della madre e del neonato atta a favorire le dimissioni protette e le dimissioni precoci; • la salvaguardia della salute della gravida e del neonato attraverso l’afferenza al punto nascita competente per bisogni di salute e la possibilità che gravide e neonati ad alto rischio siano assistiti al III livello; • la riduzione dei Tagli Cesarei in particolare nelle strutture di I e II livello; • la prevenzione ed il trattamento della patologia materna, Nel nostro paese il ricorso al taglio cesareo è in continuo aumento e si è passati dall’11,2% del 1980 al 29,8% del 1996 ed al 38,2% del 2005 con notevoli variazioni per area geografica (23,2% nella provincia autonoma di Bolzano e 60,0% in Campania) e la presenza di valori più bassi nell’Italia settentrionale e più alti nell’Italia meridionale e insulare. Il taglio cesareo elettivo è un fattore di rischio che aumenta la mortalità materna e a tal fine si richiama l’attenzione sulle raccomandazione dell’OMS che danno indicazioni in merito alla necessità di contenere il ricorso a tagli cesarei non appropriati. La mortalità e la morbosità materna correlate al travaglio e/o al parto sono fenomeni sempre più rari nei paesi socialmente avanzati. La morte materna rappresenta un evento drammatico e un indicatore cruciale, benché complesso, delle condizioni generali di salute e di sviluppo di un paese. In Italia, in analogia con gli altri paesi industrializzati, il rapporto di mortalità materna, definito come numero di morti materne ogni 100.000 nati vivi, è progressivamente diminuito da 133 per 100.000 nel 1955, a 53 nel 1970, 13 nel 1980, 9 nel 1990, e 3 per il quinquennio 1998-2002. Tuttavia, in un’indagine condotta nella Regione Lombardia è stato riscontrato un rapporto di mortalità materna per il triennio 96/98 di 13 morti su 100.000 nati, di molto superiore al dato nazionale ISTAT. La cause più frequenti di mortalità materna sono: emorragia post partum, malattia tromboembolica, ipertensione in gravidanza parto, sepsi, morte materna da anestesia. La percentuale di substandard care nelle morti materne contribuisce tra il 50 –100 % come riportato dal rapporto Anglosassone. Scopo dello studio è la valutazione del rischio clinico nel Dipartimento Materno Infantile della Azienda ospedaliera della Valtellina e Valchiavenna della Provincia di Sondrio. Sono stati esaminati i ricoveri ostetrici per parto nell'Azienda della Valtellina e Valchiavenna ( provincia di Sondrio ) dal 01.01.2004 al 30.06.2009 per un totale di 8078 parti. I ricoveri ostetrici sono stati identificati e analizzati utilizzando le codifiche contenute nelle Schede di Dimissione Ospedaliera ( SDO ) , ed il certificato di assistenza al parto ( Cedap ). Dall'analisi dei dati raccolti si conferma l’eccessivo ricorso all' espetamento del parto per via chirurgica. In media sui tre presidi il 27.48 % dei parti avviene con taglio cesareo, Infatti la % di taglio cesareo complessivo è rispettivamente di 20,05 % per il presidio di Sondrio, di 24,80 % per il presidio di Sondalo, dato nettamente superiore pari al 46,48 % per il presidio di Chiavenna, L’alta medicalizzazione per Chiavenna è confermata anche per il numero dei tagli cesarei elettivi, e per le induzioni al travaglio di parto. I presidi di Sondrio e Sondalo sono in linea con i dati regionali. Uno si rivela l’ evento sentinella per morte materna in travaglio / parto per il presidio di Sondrio. I trasferimenti presso unità intensive di gravide / puerpere sono stati 28, di queste, 19 erano state sottoposto ad intervento chirurgico. Le cause principali di trasferimento sono complicanze dopo emorragia del terzo stadio, eclampsia, emoperitoneo post intervento, edema laringe. Le emorragie post partum complessive rilevate dalle schede sdo sono del 5,19 %, mentre lo stesso dato rilevato dai registri parto e operatorio sono il 10,11 %. Questo dato conferma la non sempre perfetta compilazione della documentazione clinica; entrambi i dati sono comunque in linea ai dati nazionali (5 – 22 % ). Il trauma perineale di terzo e quarto grado riporta 0,86 % ( 1,58 % ) in letteratura. I neonati nati fortemente pretermine e con peso < a 1500 grammi sono rispettivamente dello 0,36 % e 0,26 %, dati nettamente inferiori alle casistiche nazionali che denotano una attenta valutazione del rischio clinico da parte del personale medico ed ostetrico e quindi invio delle gravide presso strutture di livello superiore. L’indice di Apgar < 7 al quinto minuto rappresenta lo 0,54 % sul totale dei parti in linea col dato nazionale dello 0.7 %.

Valutazione del rischio clinico nell'area materno infantile nell'azienda della Valtellina e Valchiavenna (Sondrio). Redazione di un progetto di gestione del rischio nell'area considerata / C. Foppoli, S. Zorzan, P.A. Mauri. - Università degli Studi di Milano : Università degli Studi di Milano, 2009.

Valutazione del rischio clinico nell'area materno infantile nell'azienda della Valtellina e Valchiavenna (Sondrio). Redazione di un progetto di gestione del rischio nell'area considerata

P.A. Mauri
Ultimo
2009

Abstract

L’alto livello tecnologico raggiunto e per contro la richiesta crescente di umanizzazione della nascita, hanno portato alla necessità di una legislazione nel campo ostetrico che renda possibile il confluire di queste due esigenze “umanizzazione e sicurezza". L’Organizzazione Mondiale della Sanità approvava nel 1985 le raccomandazioni “Tecnologia appropriata per la nascita” basate sul principio che ogni donna ha il diritto a ricevere un’assistenza prenatale appropriata e che i fattori sociali, emotivi e psicologici sono estremamente importanti per un’assistenza adeguata. Proponeva quindi migliori livelli di assistenza e demedicalizzazione del parto fisiologico, ponendo le basi per l’integrazione fra umanizzazione e sicurezza. e, nel 1996, affermava che “il fine di una moderna assistenza perinatale e’ quello di ottenere una mamma ed un bambino in perfetta salute con il livello di cure più basso compatibile con la sicurezza”. Entrando maggiormente nel merito, nel percorso nascita vengono evidenziati importanti obiettivi cui tendere, tra cui: • l’umanizzazione della nascita, • favorire l’avvicinamento–contatto puerpera–neonato (anche patologico) • la promozione dell’allattamento al seno; • l’attivazione della rete sanitaria ospedaliera-territoriale e sociale per il rientro a domicilio della madre e del neonato atta a favorire le dimissioni protette e le dimissioni precoci; • la salvaguardia della salute della gravida e del neonato attraverso l’afferenza al punto nascita competente per bisogni di salute e la possibilità che gravide e neonati ad alto rischio siano assistiti al III livello; • la riduzione dei Tagli Cesarei in particolare nelle strutture di I e II livello; • la prevenzione ed il trattamento della patologia materna, Nel nostro paese il ricorso al taglio cesareo è in continuo aumento e si è passati dall’11,2% del 1980 al 29,8% del 1996 ed al 38,2% del 2005 con notevoli variazioni per area geografica (23,2% nella provincia autonoma di Bolzano e 60,0% in Campania) e la presenza di valori più bassi nell’Italia settentrionale e più alti nell’Italia meridionale e insulare. Il taglio cesareo elettivo è un fattore di rischio che aumenta la mortalità materna e a tal fine si richiama l’attenzione sulle raccomandazione dell’OMS che danno indicazioni in merito alla necessità di contenere il ricorso a tagli cesarei non appropriati. La mortalità e la morbosità materna correlate al travaglio e/o al parto sono fenomeni sempre più rari nei paesi socialmente avanzati. La morte materna rappresenta un evento drammatico e un indicatore cruciale, benché complesso, delle condizioni generali di salute e di sviluppo di un paese. In Italia, in analogia con gli altri paesi industrializzati, il rapporto di mortalità materna, definito come numero di morti materne ogni 100.000 nati vivi, è progressivamente diminuito da 133 per 100.000 nel 1955, a 53 nel 1970, 13 nel 1980, 9 nel 1990, e 3 per il quinquennio 1998-2002. Tuttavia, in un’indagine condotta nella Regione Lombardia è stato riscontrato un rapporto di mortalità materna per il triennio 96/98 di 13 morti su 100.000 nati, di molto superiore al dato nazionale ISTAT. La cause più frequenti di mortalità materna sono: emorragia post partum, malattia tromboembolica, ipertensione in gravidanza parto, sepsi, morte materna da anestesia. La percentuale di substandard care nelle morti materne contribuisce tra il 50 –100 % come riportato dal rapporto Anglosassone. Scopo dello studio è la valutazione del rischio clinico nel Dipartimento Materno Infantile della Azienda ospedaliera della Valtellina e Valchiavenna della Provincia di Sondrio. Sono stati esaminati i ricoveri ostetrici per parto nell'Azienda della Valtellina e Valchiavenna ( provincia di Sondrio ) dal 01.01.2004 al 30.06.2009 per un totale di 8078 parti. I ricoveri ostetrici sono stati identificati e analizzati utilizzando le codifiche contenute nelle Schede di Dimissione Ospedaliera ( SDO ) , ed il certificato di assistenza al parto ( Cedap ). Dall'analisi dei dati raccolti si conferma l’eccessivo ricorso all' espetamento del parto per via chirurgica. In media sui tre presidi il 27.48 % dei parti avviene con taglio cesareo, Infatti la % di taglio cesareo complessivo è rispettivamente di 20,05 % per il presidio di Sondrio, di 24,80 % per il presidio di Sondalo, dato nettamente superiore pari al 46,48 % per il presidio di Chiavenna, L’alta medicalizzazione per Chiavenna è confermata anche per il numero dei tagli cesarei elettivi, e per le induzioni al travaglio di parto. I presidi di Sondrio e Sondalo sono in linea con i dati regionali. Uno si rivela l’ evento sentinella per morte materna in travaglio / parto per il presidio di Sondrio. I trasferimenti presso unità intensive di gravide / puerpere sono stati 28, di queste, 19 erano state sottoposto ad intervento chirurgico. Le cause principali di trasferimento sono complicanze dopo emorragia del terzo stadio, eclampsia, emoperitoneo post intervento, edema laringe. Le emorragie post partum complessive rilevate dalle schede sdo sono del 5,19 %, mentre lo stesso dato rilevato dai registri parto e operatorio sono il 10,11 %. Questo dato conferma la non sempre perfetta compilazione della documentazione clinica; entrambi i dati sono comunque in linea ai dati nazionali (5 – 22 % ). Il trauma perineale di terzo e quarto grado riporta 0,86 % ( 1,58 % ) in letteratura. I neonati nati fortemente pretermine e con peso < a 1500 grammi sono rispettivamente dello 0,36 % e 0,26 %, dati nettamente inferiori alle casistiche nazionali che denotano una attenta valutazione del rischio clinico da parte del personale medico ed ostetrico e quindi invio delle gravide presso strutture di livello superiore. L’indice di Apgar < 7 al quinto minuto rappresenta lo 0,54 % sul totale dei parti in linea col dato nazionale dello 0.7 %.
2009
midwife ; risk management
Settore MED/47 - Scienze Infermieristiche Ostetrico-Ginecologiche
Working Paper
Valutazione del rischio clinico nell'area materno infantile nell'azienda della Valtellina e Valchiavenna (Sondrio). Redazione di un progetto di gestione del rischio nell'area considerata / C. Foppoli, S. Zorzan, P.A. Mauri. - Università degli Studi di Milano : Università degli Studi di Milano, 2009.
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