Non è una stagione propizia per Berlusconi. Non è nemmeno facile né è felice al momento la sua gestione del governo. Se si può dire che sia nata sotto una buona stella la sua vita, prima di imprenditore, poi di politico, non altrettanto si può affermare della sua permanenza al governo. Ogni volta che è riuscito a entrare a Palazzo Chigi, si è trovato di fronte a straordinari eventi negativi. Nonostante le difficoltà, in passato il Cavaliere ha saputo inventarne una più del diavolo per non affondare. Anche quando si è trovato nel bel mezzo di una bufera, ha saputo salvarsi sempre grazie alla prontezza di riflessi e ad una grande inventiva, almeno comunicativa. Più fumo che arrosto si dirà, ma è sempre stato un fumo che ha funzionato alla perfezione perché per gli elettori ha rappresentato la promessa dell’arrosto. Ora anche in quest’arte il Cavaliere sembra non più primeggiare. Il primo serio flop se l’è procurato con la legge sulle intercettazioni. Ma il passo falso più autolesionista l’ha compiuto nominando ministro Aldo Brancher. Una brutta figura per il governo che allunga sul premier una fosca ombra: visto che Berlusconi - come ha scritto il vice direttore del Giornale - non è fesso, perché ha assunto una decisione così lesiva della sua immagine? È la situazione che ormai gli sfugge o è lui che non si rende conto della situazione? Non sapremmo quale delle due ipotesi sia la meno infausta per il Cavaliere.

Il Cavaliere tra passi falsi e autogol / R. Chiarini. - In: IL GIORNALE DI BRESCIA. - 65:175(2010 Jun 27), pp. 1-1.

Il Cavaliere tra passi falsi e autogol

R. Chiarini
Primo
2010

Abstract

Non è una stagione propizia per Berlusconi. Non è nemmeno facile né è felice al momento la sua gestione del governo. Se si può dire che sia nata sotto una buona stella la sua vita, prima di imprenditore, poi di politico, non altrettanto si può affermare della sua permanenza al governo. Ogni volta che è riuscito a entrare a Palazzo Chigi, si è trovato di fronte a straordinari eventi negativi. Nonostante le difficoltà, in passato il Cavaliere ha saputo inventarne una più del diavolo per non affondare. Anche quando si è trovato nel bel mezzo di una bufera, ha saputo salvarsi sempre grazie alla prontezza di riflessi e ad una grande inventiva, almeno comunicativa. Più fumo che arrosto si dirà, ma è sempre stato un fumo che ha funzionato alla perfezione perché per gli elettori ha rappresentato la promessa dell’arrosto. Ora anche in quest’arte il Cavaliere sembra non più primeggiare. Il primo serio flop se l’è procurato con la legge sulle intercettazioni. Ma il passo falso più autolesionista l’ha compiuto nominando ministro Aldo Brancher. Una brutta figura per il governo che allunga sul premier una fosca ombra: visto che Berlusconi - come ha scritto il vice direttore del Giornale - non è fesso, perché ha assunto una decisione così lesiva della sua immagine? È la situazione che ormai gli sfugge o è lui che non si rende conto della situazione? Non sapremmo quale delle due ipotesi sia la meno infausta per il Cavaliere.
Berlusconi ; Brancher
Settore SPS/04 - Scienza Politica
27-giu-2010
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