L’articolo analizza la fortuna francese cinquecentesca della Canzone 366 del Canzoniere di Petrarca, a cominciare dal successo della traduzione latina di Filippo Beroaldo, commentata da Josse Bade nel 1507, che rende il peana mariano petrarchesco la felice espressione di una cultura classica cristiana. Lo studio della traduzione di Vasquin Philieul permette di riconoscera nella Canzone il valore di un ultimo tassello, il compimento grave del percorso penitenziale che il Petrarca evocherebbe fin dal primo sonetto del suo Canzoniere, secondo una lettura cattolica e nazionalistica che rielabora a più livelli la composizione originale: ne è un esempio fortunato la traduzione sincretica di Guy Le Fèvre de la Boderie che trova nell’amplificatio la sua cifra più significativa. La fortuna della Canzone, tuttavia, è legata anche una rilettura più specificamente estetica messa in luce da altre e diverse testimonianze poetiche: la Vergine petrarchesca è anche forma perfetta, coincidentia oppositorum, segno finale di una scrittura che vanifica le distanze, permette equilibri ossomorici, riunisce generi e tradizioni in una pace che è, innanzitutto, armonia

"Vergine bella che di sol vestita" : fragmenta spirituali di Petrarca nella poesia francese del Cinquecento / A. Preda. - In: STUDI FRANCESI. - ISSN 0039-2944. - 48:142(2004), pp. 73-94.

"Vergine bella che di sol vestita" : fragmenta spirituali di Petrarca nella poesia francese del Cinquecento

A. Preda
Primo
2004

Abstract

L’articolo analizza la fortuna francese cinquecentesca della Canzone 366 del Canzoniere di Petrarca, a cominciare dal successo della traduzione latina di Filippo Beroaldo, commentata da Josse Bade nel 1507, che rende il peana mariano petrarchesco la felice espressione di una cultura classica cristiana. Lo studio della traduzione di Vasquin Philieul permette di riconoscera nella Canzone il valore di un ultimo tassello, il compimento grave del percorso penitenziale che il Petrarca evocherebbe fin dal primo sonetto del suo Canzoniere, secondo una lettura cattolica e nazionalistica che rielabora a più livelli la composizione originale: ne è un esempio fortunato la traduzione sincretica di Guy Le Fèvre de la Boderie che trova nell’amplificatio la sua cifra più significativa. La fortuna della Canzone, tuttavia, è legata anche una rilettura più specificamente estetica messa in luce da altre e diverse testimonianze poetiche: la Vergine petrarchesca è anche forma perfetta, coincidentia oppositorum, segno finale di una scrittura che vanifica le distanze, permette equilibri ossomorici, riunisce generi e tradizioni in una pace che è, innanzitutto, armonia
Settore L-LIN/03 - Letteratura Francese
2004
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