Sostenere la crescita al maschile: che cosa significa esattamente? Si può davvero insegnare la “mascolinità” o la “virilità”? Che cosa intendiamo con questi due termini? Può un bambino apprendere come si fa ad essere uomo? Queste domande, poste così, possono sembrare astratte, addirittura paradossali. Per qualcuno possono essere anche senza senso. In realtà, è proprio intorno a questa tipologia di domande che si strutturano i principi che sono alla base dell’educazione di genere, ovvero di quell’educazione che aiuta a comprendere quale correlazione esiste nelle diverse culture e in ogni società tra il sesso biologico di cui si è dotati alla nascita e il ruolo di genere individuale e sociale che bambini e bambine andranno a mettere in gioco nelle loro esistenze fino a diventare futuri uomini e donne. Nascere maschio o femmina comporta, infatti, essere avviati fin da piccoli a muoversi all’interno degli stereotipi di genere che, spesso e quasi inavvertitamente, condizionano una parte significativa del proprio percorso di crescita. Se nasci bambina ti troverai con molta più probabilità a frequentare certe tipologie di attività sportiva, a ricevere regali di compleanno e Natale molto differenti da quelli riservati ai tuoi coetanei maschi. Quasi sempre, in queste differenze, si nasconde l’aspettativa che il femminile debba essere educato alla gentilezza e all’obbedienza, alla remissività e alla subordinazione, mentre – al contrario – il maschile debba essere portato all’adultità avendone coltivato le dimensioni di forza e potenza, di dominio e controllo. In effetti, queste attitudini sono quelle che hanno contraddistinto il modo di essere uomini e donne nel corso dei secoli: gli uomini proiettati nel “fuori” ad occupare uno spazio nella vita sociale, dediti ad un mestiere o professione, coinvolti nel governo politico delle proprie comunità; le donne relegate nel “dentro” a gestire le incombenze domestiche, a crescere i figli, ad occuparsi dei compiti associati all’accudimento e alla sopravvivenza della prole
Vero uomo o uomo vero? / A. Pellai. - In: LI.B.E.R. LIBRI PER BAMBINI E RAGAZZI. - ISSN 1120-4095. - 34:3(2021 Jul), pp. 21-22.
Vero uomo o uomo vero?
A. Pellai
2021
Abstract
Sostenere la crescita al maschile: che cosa significa esattamente? Si può davvero insegnare la “mascolinità” o la “virilità”? Che cosa intendiamo con questi due termini? Può un bambino apprendere come si fa ad essere uomo? Queste domande, poste così, possono sembrare astratte, addirittura paradossali. Per qualcuno possono essere anche senza senso. In realtà, è proprio intorno a questa tipologia di domande che si strutturano i principi che sono alla base dell’educazione di genere, ovvero di quell’educazione che aiuta a comprendere quale correlazione esiste nelle diverse culture e in ogni società tra il sesso biologico di cui si è dotati alla nascita e il ruolo di genere individuale e sociale che bambini e bambine andranno a mettere in gioco nelle loro esistenze fino a diventare futuri uomini e donne. Nascere maschio o femmina comporta, infatti, essere avviati fin da piccoli a muoversi all’interno degli stereotipi di genere che, spesso e quasi inavvertitamente, condizionano una parte significativa del proprio percorso di crescita. Se nasci bambina ti troverai con molta più probabilità a frequentare certe tipologie di attività sportiva, a ricevere regali di compleanno e Natale molto differenti da quelli riservati ai tuoi coetanei maschi. Quasi sempre, in queste differenze, si nasconde l’aspettativa che il femminile debba essere educato alla gentilezza e all’obbedienza, alla remissività e alla subordinazione, mentre – al contrario – il maschile debba essere portato all’adultità avendone coltivato le dimensioni di forza e potenza, di dominio e controllo. In effetti, queste attitudini sono quelle che hanno contraddistinto il modo di essere uomini e donne nel corso dei secoli: gli uomini proiettati nel “fuori” ad occupare uno spazio nella vita sociale, dediti ad un mestiere o professione, coinvolti nel governo politico delle proprie comunità; le donne relegate nel “dentro” a gestire le incombenze domestiche, a crescere i figli, ad occuparsi dei compiti associati all’accudimento e alla sopravvivenza della proleFile | Dimensione | Formato | |
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