Fin dall’antichità, l’isolamento geografico che ha caratterizzato le comunità della regione alpina ha favorito la preservazione di un prezioso patrimonio bioculturale legato alle tradizioni d’uso delle specie vegetali autoctone. Il presente lavoro è riferito ad un’indagine etnobotanica realizzata nel 2019 nel territorio di Sondalo (Valtellina, SO) al fine di esaminare gli usi tradizionali delle specie vegetali in ambito medicinale, veterinario, alimentare, domestico e religioso. La ricerca è stata condotta mediante interviste semi-strutturate e aperte e le informazioni raccolte sono state inserite in un database costruito ad hoc. Sono state intervistate 101 persone di età compresa tra i 25 e i 98 anni, nate o residenti presso l’area di studio; in totale sono state citate 112 entità vegetali (77.67% spontanee, 22.32% coltivate), appartenenti a 52 famiglie. Gli usi tradizionali citati riguardano diversi settori della vita quotidiana. Con particolare attenzione alle specie impiegate in ambito terapeutico le più citate sono risultate Sambucus nigra L. (10.39%), Achillea moschata Wulfen (9.86%), Arnica montana L. (6.63%) e Malva neglecta Wallr. (6.63%); le parti di pianta più utilizzate sono fiori/infiorescenze (41.93%) e foglie (12.54%), mentre le preparazioni più diffuse sono infusi (31.00%) e decotti (20.79%). In relazione al soggetto del congresso, abbiamo focalizzato l’attenzione sulle specie a principi amari, con particolare riguardo a quelle impiegate nel trattamento di patologie a carico dell’apparato digerente. È stata successivamente effettuata una ricerca in letteratura scientifica al fine di validare o confutarne le tradizioni d’uso. Dallo studio emerge che le specie rappresentative sono A. moschata e Achillea millefolium L. (caratterizzata dalla presenza di achilleina, glucoside amaro) per la preparazione di infusi digestivi e per il mal di stomaco e Gentiana punctata L. (contenente glucosidi amari quali genziopicrina, genziamarina e genziina) impiegata per la preparazione di decotti digestivi. Le proprietà digestive delle due ultime entità sono state validate dalla moderna letteratura di settore [1, 2]. Questo lavoro, oltre ad incrementare il mosaico degli studi etnobotanici riguardanti la Valtellina, contribuisce al recupero delle tradizioni dell’area di studio e sottolinea l’importanza di questo tipo di indagini, al fine di individuare nuovi composti bioattivi naturali potenzialmente utili in campo farmacologico. Riferimenti bibliografici [1] Bottoni M. ; Milani F. ; Colombo L. ; Nallio K. ; Colombo P.S. ; Giuliani C. ; Bruschi P. and Fico G. Molecules 2020, 25, 4144 [2] Jiang M.; Cui B.-W.; Wu Y.-L.; Nan J.-X. and Lian L.-H. Journal of Ethnopharmacology 2021, 264 (2021), 113391
Etnobotanica a Sondalo (Valtellina, SO), con particolare attenzione alle specie a principi amari / M. Bottoni, F. Milani, L. Colombo, C. Gianoli, P. Sira Colombo, C. Giuliani, P. Bruschi, G. Fico. ((Intervento presentato al convegno Ci vuole un amaro! Aspetti botanici, agronomici, fitochimici, farmacologici e sensoriali delle piante amare e dei loro prodotti tenutosi a online nel 2021.
Etnobotanica a Sondalo (Valtellina, SO), con particolare attenzione alle specie a principi amari
M. BottoniPrimo
;F. Milani
Secondo
;C. Giuliani;G. FicoUltimo
2021
Abstract
Fin dall’antichità, l’isolamento geografico che ha caratterizzato le comunità della regione alpina ha favorito la preservazione di un prezioso patrimonio bioculturale legato alle tradizioni d’uso delle specie vegetali autoctone. Il presente lavoro è riferito ad un’indagine etnobotanica realizzata nel 2019 nel territorio di Sondalo (Valtellina, SO) al fine di esaminare gli usi tradizionali delle specie vegetali in ambito medicinale, veterinario, alimentare, domestico e religioso. La ricerca è stata condotta mediante interviste semi-strutturate e aperte e le informazioni raccolte sono state inserite in un database costruito ad hoc. Sono state intervistate 101 persone di età compresa tra i 25 e i 98 anni, nate o residenti presso l’area di studio; in totale sono state citate 112 entità vegetali (77.67% spontanee, 22.32% coltivate), appartenenti a 52 famiglie. Gli usi tradizionali citati riguardano diversi settori della vita quotidiana. Con particolare attenzione alle specie impiegate in ambito terapeutico le più citate sono risultate Sambucus nigra L. (10.39%), Achillea moschata Wulfen (9.86%), Arnica montana L. (6.63%) e Malva neglecta Wallr. (6.63%); le parti di pianta più utilizzate sono fiori/infiorescenze (41.93%) e foglie (12.54%), mentre le preparazioni più diffuse sono infusi (31.00%) e decotti (20.79%). In relazione al soggetto del congresso, abbiamo focalizzato l’attenzione sulle specie a principi amari, con particolare riguardo a quelle impiegate nel trattamento di patologie a carico dell’apparato digerente. È stata successivamente effettuata una ricerca in letteratura scientifica al fine di validare o confutarne le tradizioni d’uso. Dallo studio emerge che le specie rappresentative sono A. moschata e Achillea millefolium L. (caratterizzata dalla presenza di achilleina, glucoside amaro) per la preparazione di infusi digestivi e per il mal di stomaco e Gentiana punctata L. (contenente glucosidi amari quali genziopicrina, genziamarina e genziina) impiegata per la preparazione di decotti digestivi. Le proprietà digestive delle due ultime entità sono state validate dalla moderna letteratura di settore [1, 2]. Questo lavoro, oltre ad incrementare il mosaico degli studi etnobotanici riguardanti la Valtellina, contribuisce al recupero delle tradizioni dell’area di studio e sottolinea l’importanza di questo tipo di indagini, al fine di individuare nuovi composti bioattivi naturali potenzialmente utili in campo farmacologico. Riferimenti bibliografici [1] Bottoni M. ; Milani F. ; Colombo L. ; Nallio K. ; Colombo P.S. ; Giuliani C. ; Bruschi P. and Fico G. Molecules 2020, 25, 4144 [2] Jiang M.; Cui B.-W.; Wu Y.-L.; Nan J.-X. and Lian L.-H. Journal of Ethnopharmacology 2021, 264 (2021), 113391File | Dimensione | Formato | |
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