Between August 1918 and March 1919 the so called ‘Spanish’ flu spread all around the world, claiming 50 to 100 million lives (more people than perished in First and Second World War). Although largely forgotten for many decades, the 1918 pandemic has been rediscovered in recent years, not only by health specialists, but also by economists, sociologists, and historians. Following the current emergency we are fighting against for a year now, ‘Spanish’ flu has also been the chosen precedent of the coronavirus, evoking a whole series of analogies and differences among the two crises and about how they have been addressed. On the one hand, social distancing draws a line of continuity between present and past; on the other, one cannot miss the long list of differences between two epidemics separated by a century of changes in terms of medical knowledge and techniques, economic network and models of production, social and political relations and structures. When it specifically comes to the legal field, notwit standing some considerable discontinuities between the world of ‘Spanish’ flu and the world of coronavirus, it can be assumed that every sanitary emergency – including that of 1918 – requires a balance of interests between personal freedom and protection of public health, as well as a deep insight on its reflection on the public opinion. In the light of the significant role of public opinion in guiding and influencing political choises when dealing with pandemics, the following pages are devoted to a specific chapter of the Spanish pandemic’s ‘macro-history’: the ‘micro-history’ of the legal strategy developed in Italy before the advancing of Spanish influenza, especially during its second wave (august-october 1918). Between the hot summer and the cold autumn of 1918, in fact, the italian government tried in every way to minimize the epidemic course, avoiding to keep people informed on the outbreak, excluding citizens from any sort of decision-making process, and exercising emergency powers in the name of security. A true ‘State of emergency’ was built, therefore, by relying on the consideration that the rule of law was to be suspended in the case of emergency, as the ‘Spanish’ flu undoubtedly was.

Complice l’attuale battaglia con il Covid-19, il rinnovato interesse per le malattie contagiose e per il modo di affrontarle può indurre a cercare nella ‘gestione’ dell’influenza ‘spagnola’ risposte e soluzioni agli interrogativi che agitano la società di oggi di fronte all’infuriare della pandemia: è possibile conciliare libertà dell’uomo e tutela della salute? L’opinione pubblica deve concorrere al governo dell’emergenza sanitaria? Fino a che punto è consigliabile informare la popolazione (e quindi spaventarla)? Sebbene l’analisi delle strategie giuridiche adottate dal governo italiano nel fronteggiare l’avanzata del ‘morbo crudele’ riveli stupefacenti somiglianze tra ieri e oggi (quarantene, misure sanitarie, reazioni collettive e paure non sembrano infatti essere affatto mutate), la ricerca di linee generali di condotta, di per sé ammissibile e utile, non deve suggerire pericolose comparazioni: l’assetto istituzionale, gli apparati di gestione e di controllo e il rapporto tra autorità e società di un secolo fa marcano profonde cesure tra l’Italia della ‘spagnola’ e quella del coronavirus. A fronte di un comune incremento del potere normativo dell’esecutivo, la ‘torsione autoritativa’ della tarda età liberale e la legislazione di guerra determinarono una vera e propria crisi delle istituzioni rappresentative, attribuendo al Ministero dell’Interno (allora rappresentato da Vittorio Emanuele Orlando, che era anche alla guida del Consiglio dei Ministri) amplissimi poteri in campo sanitario, di pubblica sicurezza e di controllo delle informazioni riservate, lasciando alla stampa il difficile compito di rapportarsi con un’opinione pubblica volutamente esclusa dalla politica del diritto. Nel gettare un ponte tra due ‘mondi’ simili eppure lontani, le pagine che seguono tracciano una ‘micro-storia’ all’interno della ‘macro-storia’ sulla pandemia del 1918 e del ‘laboratorio giuridico’ italiano sulla ‘spagnola’, per dimostrare come spesso (allora) ma non sempre (oggi) sia lecito ritenere che l’allarme sanitario si traduca in vero e proprio stato d’emergenza, determinando la violazione dei diritti e l’annullamento delle libertà dell’uomo.

“Il morbo crudele” : opinione pubblica e diritto dell’emergenza in Italia di fronte all’influenza “Spagnola” = “The crudel disease” : public opinion and emergency law in Italy during the spanish flu / F. Rossi. - In: ITALIAN REVIEW OF LEGAL HISTORY. - ISSN 2464-8914. - 6:12(2020), pp. 293-337. [10.13130/2464-8914/14891]

“Il morbo crudele” : opinione pubblica e diritto dell’emergenza in Italia di fronte all’influenza “Spagnola” = “The crudel disease” : public opinion and emergency law in Italy during the spanish flu

F. Rossi
2020

Abstract

Between August 1918 and March 1919 the so called ‘Spanish’ flu spread all around the world, claiming 50 to 100 million lives (more people than perished in First and Second World War). Although largely forgotten for many decades, the 1918 pandemic has been rediscovered in recent years, not only by health specialists, but also by economists, sociologists, and historians. Following the current emergency we are fighting against for a year now, ‘Spanish’ flu has also been the chosen precedent of the coronavirus, evoking a whole series of analogies and differences among the two crises and about how they have been addressed. On the one hand, social distancing draws a line of continuity between present and past; on the other, one cannot miss the long list of differences between two epidemics separated by a century of changes in terms of medical knowledge and techniques, economic network and models of production, social and political relations and structures. When it specifically comes to the legal field, notwit standing some considerable discontinuities between the world of ‘Spanish’ flu and the world of coronavirus, it can be assumed that every sanitary emergency – including that of 1918 – requires a balance of interests between personal freedom and protection of public health, as well as a deep insight on its reflection on the public opinion. In the light of the significant role of public opinion in guiding and influencing political choises when dealing with pandemics, the following pages are devoted to a specific chapter of the Spanish pandemic’s ‘macro-history’: the ‘micro-history’ of the legal strategy developed in Italy before the advancing of Spanish influenza, especially during its second wave (august-october 1918). Between the hot summer and the cold autumn of 1918, in fact, the italian government tried in every way to minimize the epidemic course, avoiding to keep people informed on the outbreak, excluding citizens from any sort of decision-making process, and exercising emergency powers in the name of security. A true ‘State of emergency’ was built, therefore, by relying on the consideration that the rule of law was to be suspended in the case of emergency, as the ‘Spanish’ flu undoubtedly was.
Complice l’attuale battaglia con il Covid-19, il rinnovato interesse per le malattie contagiose e per il modo di affrontarle può indurre a cercare nella ‘gestione’ dell’influenza ‘spagnola’ risposte e soluzioni agli interrogativi che agitano la società di oggi di fronte all’infuriare della pandemia: è possibile conciliare libertà dell’uomo e tutela della salute? L’opinione pubblica deve concorrere al governo dell’emergenza sanitaria? Fino a che punto è consigliabile informare la popolazione (e quindi spaventarla)? Sebbene l’analisi delle strategie giuridiche adottate dal governo italiano nel fronteggiare l’avanzata del ‘morbo crudele’ riveli stupefacenti somiglianze tra ieri e oggi (quarantene, misure sanitarie, reazioni collettive e paure non sembrano infatti essere affatto mutate), la ricerca di linee generali di condotta, di per sé ammissibile e utile, non deve suggerire pericolose comparazioni: l’assetto istituzionale, gli apparati di gestione e di controllo e il rapporto tra autorità e società di un secolo fa marcano profonde cesure tra l’Italia della ‘spagnola’ e quella del coronavirus. A fronte di un comune incremento del potere normativo dell’esecutivo, la ‘torsione autoritativa’ della tarda età liberale e la legislazione di guerra determinarono una vera e propria crisi delle istituzioni rappresentative, attribuendo al Ministero dell’Interno (allora rappresentato da Vittorio Emanuele Orlando, che era anche alla guida del Consiglio dei Ministri) amplissimi poteri in campo sanitario, di pubblica sicurezza e di controllo delle informazioni riservate, lasciando alla stampa il difficile compito di rapportarsi con un’opinione pubblica volutamente esclusa dalla politica del diritto. Nel gettare un ponte tra due ‘mondi’ simili eppure lontani, le pagine che seguono tracciano una ‘micro-storia’ all’interno della ‘macro-storia’ sulla pandemia del 1918 e del ‘laboratorio giuridico’ italiano sulla ‘spagnola’, per dimostrare come spesso (allora) ma non sempre (oggi) sia lecito ritenere che l’allarme sanitario si traduca in vero e proprio stato d’emergenza, determinando la violazione dei diritti e l’annullamento delle libertà dell’uomo.
‘Spanish’ flu in Italy; epidemic diseases and rule of law; public opinion, order and freedom; law of war and ‘State of emergency’; freedom of expression v. protection of public health
Settore IUS/19 - Storia del Diritto Medievale e Moderno
2020
https://riviste.unimi.it/index.php/irlh/article/view/14891/13773
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