Nella recente narrativa cubana femminile, una delle tematiche più ricorrenti è la riflessione sulla migrazione e sull’esilio. Già a partire dallo stesso titolo, che intende problematizzare l’immaginario classico della diaspora mediante la decostruzione dei suoi presupposti, La viajera propone una nuova lettura dell’ erranza del soggetto, l’affermazione di un ‘io’ nomade e rizomatico, che si edifica grazie a una catena di relazioni e di movimenti capaci di soppiantare qualsiasi tentativo di ricostruzione genealogica. I movimenti della protagonista, Circe, alla ricerca ossessiva della sua città, rappresentano il prisma di due differenti modalità di entrare in relazione con il territorio: la greca, genealogica ed essenzialista e la romana, più mobile e aperta all’alterità. Le ultime tappe del viaggio di Circe, Roma e Naxos, insieme all’emblematico nome del figlio, Ulisse (che, sospettosamente, non si separa mai da un bonsai, della sua stessa età), simbolizzano l’identità errante e liminale della protagonista, un’identità che si realizza nel dialogo e nella relazione. Il presente articolo si propone di approfondire le modalità di articolazione del discorso migratorio nel testo di Suárez, mediante la sovversione dell’immaginario omerico e la costruzione di un nuovo concetto di patria e di identità
Il soggetto migrante tra città reali e città di carta: La viajera di Karla Suárez / L. Scarabelli - In: Viajar en la palabra : studi offerti a Martha Canfield / [a cura di] A. Ciabatti, E. Jossa, G. Minardi, A. Rocco, C. Spadola. - Prima edizione. - Salerno : Arco Iris, 2018 Mar. - ISBN 9788899877262. - pp. 539-552
Il soggetto migrante tra città reali e città di carta: La viajera di Karla Suárez
L. Scarabelli
2018
Abstract
Nella recente narrativa cubana femminile, una delle tematiche più ricorrenti è la riflessione sulla migrazione e sull’esilio. Già a partire dallo stesso titolo, che intende problematizzare l’immaginario classico della diaspora mediante la decostruzione dei suoi presupposti, La viajera propone una nuova lettura dell’ erranza del soggetto, l’affermazione di un ‘io’ nomade e rizomatico, che si edifica grazie a una catena di relazioni e di movimenti capaci di soppiantare qualsiasi tentativo di ricostruzione genealogica. I movimenti della protagonista, Circe, alla ricerca ossessiva della sua città, rappresentano il prisma di due differenti modalità di entrare in relazione con il territorio: la greca, genealogica ed essenzialista e la romana, più mobile e aperta all’alterità. Le ultime tappe del viaggio di Circe, Roma e Naxos, insieme all’emblematico nome del figlio, Ulisse (che, sospettosamente, non si separa mai da un bonsai, della sua stessa età), simbolizzano l’identità errante e liminale della protagonista, un’identità che si realizza nel dialogo e nella relazione. Il presente articolo si propone di approfondire le modalità di articolazione del discorso migratorio nel testo di Suárez, mediante la sovversione dell’immaginario omerico e la costruzione di un nuovo concetto di patria e di identitàFile | Dimensione | Formato | |
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