This work talks about italian Cinema and how it try to represent italian language in the contemporary scene. The decentralization of production out of Rome has redefined the spaces in the italian Cinema both in a geographic sense and in a narrative one. Local entities and several film commision have encouraged authors to observe the territories and how their reality is, like a way back to the origins of Cinema. Especially, the language that is spoken is different than has been in the past: italian dialects accept symbolic meanings and shall be designed to discover and describe new local realities, not only to create comedy masks or to be shunted to the sidelines of film screenings. This work has set itself the purpose to analyze the film production between 2010 and 2015 period, focused on how Cinema represents the Triveneto area. In the italian Cinema Triveneto is rarely represented and has been stereotyped: the whole area was identified in Venice and Venice was the most and the wrost city represented by the Cinema. Moreover, Cinema has built a type of venetian dialect, covering the variety of dialects spoken in the area and also using it only for servants, handmaids, soldiers or policemans, better if they were naive. Through the linguistic analysis of eight selected films , this work tries to answers a few questions: how today Cinema tries to obtain the highest degree of mimesis of the oral; which are its linguistic expedients; what kind of italian language or dialect that Cinema transmits; Cinema still uses its own venetian dialect or speaks the other dialects; and last but not least, what kind of symbolic role play italian language or dialect into the screen.

Il decentramento produttivo che ha allontanato molta della cinematografia italiana da Roma ha rideterminato gli spazi del filmico, delle sue narrazioni e della lingua con cui allo spettatore vengono consegnate. La nascita di numerose film commission regionali e i finanziamenti stanziati da alcune regioni italiane per uno sviluppo culturale che passi anche attraverso il cinema hanno riaperto gli universi del grande schermo alla località e micro-realtà provinciali, ricordando un mondo quasi alle origini della parola filmata. Quest’ultima, per la sua specifica natura diamesica e nella continua ricerca della medietà linguistica, riscopre oggi usi dialettali che non si riconoscono soltanto nel contorno di una stereotipia comica o ambientalistica, e che invece accolgono significati simbolici spesso difficili, a tratti critici e non sempre assimilabili agli italiani regionali di più larga diffusione nel territorio filmato. Il presente lavoro si è posto dunque l’obiettivo di interrogare, limitatamente all’area del Triveneto, la produzione filmica nel periodo compreso tra il 2010 e il 2015 per cercare di capire cosa abbia accolto, delle proprie identità linguistiche, una regione così poco rappresentata e rappresentativa di sé stessa all’interno del cinema italiano. Lo sguardo del cinema a Nord-Est si è caratterizzato, infatti, negli anni passati, per una forte stereotipia e dicotomia nelle rappresentazioni filmiche e nella lingua in esse filmata: Venezia è stata la città più vista dal cinema (forse la più amata) eppure, allo stesso tempo, anche la più negata. La rappresentazione regionale limitata a una singola città ha inoltre avuto non poche conseguenze sulla lingua che il cinema ha trasmesso: la koinè veneziana è stata la sola lingua che il cinema abbia accolto e si è così affermata, nella comune opinione, quale dialetto egemone di un territorio che, contrariamente, conosce molteplici varietà dialettali. Infine, al dialetto o, sarebbe meglio dire, all’italiano regionale del Veneto il cinema ha assegnato spesso ruoli di contorno, tratti tipizzati di quella che è divenuta una maschera: i veneti potevano essere soltanto servi, cameriere, carabinieri o soldati, ancora meglio se ingenui. Attraverso l’analisi linguistica di otto pellicole , la ricerca si è pertanto concentrata a trovare le risposte a una pluralità di domande: a quali espedienti ricorre oggi la lingua filmata per ottenere il maggior grado di verosimiglianza con l’oralità; qual è l’italiano che trasmette e quale il dialetto; se quest’ultimo sia ancora legato alla koinè veneziana della tradizione o se invece si possa parlare di dialetti del Triveneto presenti nel cinema; quali i ruoli o i valori simbolici che i diversi codici assumono all’interno di quella tavolozza a tratti distorcente, a tratti mimetica che è la realtà dello schermo.

RAPPRESENTAZIONI LINGUISTICHE DEL TRIVENETO: MARGINALITÀ, STEREOTIPI E ALTRI RIMEDI DEL CINEMA CONTEMPORANEO / M. Idini ; tutor: M. Piotti ; coordinatore: P. Piacentini. Università degli Studi di Milano, 2019 Dec 19. 32. ciclo, Anno Accademico 2019. [10.13130/idini-marta_phd2019-12-19].

RAPPRESENTAZIONI LINGUISTICHE DEL TRIVENETO: MARGINALITÀ, STEREOTIPI E ALTRI RIMEDI DEL CINEMA CONTEMPORANEO

M. Idini
2019

Abstract

This work talks about italian Cinema and how it try to represent italian language in the contemporary scene. The decentralization of production out of Rome has redefined the spaces in the italian Cinema both in a geographic sense and in a narrative one. Local entities and several film commision have encouraged authors to observe the territories and how their reality is, like a way back to the origins of Cinema. Especially, the language that is spoken is different than has been in the past: italian dialects accept symbolic meanings and shall be designed to discover and describe new local realities, not only to create comedy masks or to be shunted to the sidelines of film screenings. This work has set itself the purpose to analyze the film production between 2010 and 2015 period, focused on how Cinema represents the Triveneto area. In the italian Cinema Triveneto is rarely represented and has been stereotyped: the whole area was identified in Venice and Venice was the most and the wrost city represented by the Cinema. Moreover, Cinema has built a type of venetian dialect, covering the variety of dialects spoken in the area and also using it only for servants, handmaids, soldiers or policemans, better if they were naive. Through the linguistic analysis of eight selected films , this work tries to answers a few questions: how today Cinema tries to obtain the highest degree of mimesis of the oral; which are its linguistic expedients; what kind of italian language or dialect that Cinema transmits; Cinema still uses its own venetian dialect or speaks the other dialects; and last but not least, what kind of symbolic role play italian language or dialect into the screen.
19-dic-2019
Il decentramento produttivo che ha allontanato molta della cinematografia italiana da Roma ha rideterminato gli spazi del filmico, delle sue narrazioni e della lingua con cui allo spettatore vengono consegnate. La nascita di numerose film commission regionali e i finanziamenti stanziati da alcune regioni italiane per uno sviluppo culturale che passi anche attraverso il cinema hanno riaperto gli universi del grande schermo alla località e micro-realtà provinciali, ricordando un mondo quasi alle origini della parola filmata. Quest’ultima, per la sua specifica natura diamesica e nella continua ricerca della medietà linguistica, riscopre oggi usi dialettali che non si riconoscono soltanto nel contorno di una stereotipia comica o ambientalistica, e che invece accolgono significati simbolici spesso difficili, a tratti critici e non sempre assimilabili agli italiani regionali di più larga diffusione nel territorio filmato. Il presente lavoro si è posto dunque l’obiettivo di interrogare, limitatamente all’area del Triveneto, la produzione filmica nel periodo compreso tra il 2010 e il 2015 per cercare di capire cosa abbia accolto, delle proprie identità linguistiche, una regione così poco rappresentata e rappresentativa di sé stessa all’interno del cinema italiano. Lo sguardo del cinema a Nord-Est si è caratterizzato, infatti, negli anni passati, per una forte stereotipia e dicotomia nelle rappresentazioni filmiche e nella lingua in esse filmata: Venezia è stata la città più vista dal cinema (forse la più amata) eppure, allo stesso tempo, anche la più negata. La rappresentazione regionale limitata a una singola città ha inoltre avuto non poche conseguenze sulla lingua che il cinema ha trasmesso: la koinè veneziana è stata la sola lingua che il cinema abbia accolto e si è così affermata, nella comune opinione, quale dialetto egemone di un territorio che, contrariamente, conosce molteplici varietà dialettali. Infine, al dialetto o, sarebbe meglio dire, all’italiano regionale del Veneto il cinema ha assegnato spesso ruoli di contorno, tratti tipizzati di quella che è divenuta una maschera: i veneti potevano essere soltanto servi, cameriere, carabinieri o soldati, ancora meglio se ingenui. Attraverso l’analisi linguistica di otto pellicole , la ricerca si è pertanto concentrata a trovare le risposte a una pluralità di domande: a quali espedienti ricorre oggi la lingua filmata per ottenere il maggior grado di verosimiglianza con l’oralità; qual è l’italiano che trasmette e quale il dialetto; se quest’ultimo sia ancora legato alla koinè veneziana della tradizione o se invece si possa parlare di dialetti del Triveneto presenti nel cinema; quali i ruoli o i valori simbolici che i diversi codici assumono all’interno di quella tavolozza a tratti distorcente, a tratti mimetica che è la realtà dello schermo.
Settore L-FIL-LET/12 - Linguistica Italiana
PIOTTI, MARIO
PIACENTINI, PATRIZIA
Doctoral Thesis
RAPPRESENTAZIONI LINGUISTICHE DEL TRIVENETO: MARGINALITÀ, STEREOTIPI E ALTRI RIMEDI DEL CINEMA CONTEMPORANEO / M. Idini ; tutor: M. Piotti ; coordinatore: P. Piacentini. Università degli Studi di Milano, 2019 Dec 19. 32. ciclo, Anno Accademico 2019. [10.13130/idini-marta_phd2019-12-19].
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