Lo scavo di Jazzo Fornasiello, iniziato nel 2009 e tutt’ora in corso, sta portando alla luce un ricco borgo agricolo, posto sotto il costone murgiano, una ventina di km a NW del più noto centro di Botromagno/Silbíon (fig. 1). L’indagine è stata condotta per il momento attraverso due ampi saggi (fig. 2, S-W). Ci soffermiamo in questa sede sul secondo (fig. 2, W), iniziato nel 2011, nel quale è stato rinvenuto un complesso di ambienti (Complesso Alfa) che si affacciano su una piccola piazza, nella quale confluiscono alcune strade (fig. 3). Il sito si configura quindi sempre di più come un vero e proprio villaggio, nell’ambito del quale il Complesso Alfa spicca per funzioni rappresentative e cerimoniali, verosimilmente legate a un clan familiare, che hanno il proprio focus in un ambiente a megaron (A B, C); qui infatti venivano consumati pasti collettivi preparati in un ampio vano adibito a cucina (F). L’area è frequentata a partire dall’età arcaica, ma le strutture attualmente meglio conservate riguardano la fase successiva, inquadrabile tra la metà del IV e il primo quarto del III sec. a.C. Durante la campagna del 2018 è stato completato lo scavo dell’ambiente M, al limite meridionale dell’area, all’interno del quale, sotto il crollo lapideo, sono stati ritrovati alcuni oggetti ceramici deposti secondo una modalità non certo casuale da interpretarsi come una forma di religiosità domestica: di particolare rilievo era la presenza, al centro del vano, di un grande pithos, capovolto (fig. 4), il cui fondo era stato tagliato per consentire lo svolgersi di libagioni o altre operazioni rituali. All’ingresso del vano è stata rinvenuta una base in arenaria (fig. 6), con un incavo rettangolare che potrebbe avere ospitato un cippo o una stele. Su tutta l’area, anche nel 2018, sono stati numerosi i rinvenimenti di mortai (fig. 5), di grandi vasi acromi e di ceramica da mensa a fasce e in ‘stile misto’, nonché a vernice nera, che sottolineano ancora una volta come il complesso sia stato sede di riti di commensalità. Carattere funerario aveva invece l’ambiente G, dove sono state rinvenute numerose sepolture infantili, ‘attirate’ verosimilmente da una precedente inumazione femminile di età arcaica; è quindi probabile che il vano fosse concepito come luogo legato alla memoria del clan familiare. Si tratta quindi di un complesso polifunzionale, alla stregua di altri simili noti in Peucezia, in particolare a Rutigliano, Botromagno e Monte Sannace, dove di recente è stata scavata una situazione analoga, egualmente caratterizzata da una sala per consumo cerimoniale del vino e da un ambiente funerario intorno a una piazza.

Jazzo Fornasiello (Gravina in Puglia – Bari), nuovi dati dall’abitato / M. Castoldi, A. Bentivegna, C. Lambrugo, A. Pace. ((Intervento presentato al 49. convegno Donne di Magna Grecia. Visibilità, rappresentazione e ruoli tenutosi a Taranto nel 2019.

Jazzo Fornasiello (Gravina in Puglia – Bari), nuovi dati dall’abitato

M. Castoldi;C. Lambrugo;A. Pace
2019

Abstract

Lo scavo di Jazzo Fornasiello, iniziato nel 2009 e tutt’ora in corso, sta portando alla luce un ricco borgo agricolo, posto sotto il costone murgiano, una ventina di km a NW del più noto centro di Botromagno/Silbíon (fig. 1). L’indagine è stata condotta per il momento attraverso due ampi saggi (fig. 2, S-W). Ci soffermiamo in questa sede sul secondo (fig. 2, W), iniziato nel 2011, nel quale è stato rinvenuto un complesso di ambienti (Complesso Alfa) che si affacciano su una piccola piazza, nella quale confluiscono alcune strade (fig. 3). Il sito si configura quindi sempre di più come un vero e proprio villaggio, nell’ambito del quale il Complesso Alfa spicca per funzioni rappresentative e cerimoniali, verosimilmente legate a un clan familiare, che hanno il proprio focus in un ambiente a megaron (A B, C); qui infatti venivano consumati pasti collettivi preparati in un ampio vano adibito a cucina (F). L’area è frequentata a partire dall’età arcaica, ma le strutture attualmente meglio conservate riguardano la fase successiva, inquadrabile tra la metà del IV e il primo quarto del III sec. a.C. Durante la campagna del 2018 è stato completato lo scavo dell’ambiente M, al limite meridionale dell’area, all’interno del quale, sotto il crollo lapideo, sono stati ritrovati alcuni oggetti ceramici deposti secondo una modalità non certo casuale da interpretarsi come una forma di religiosità domestica: di particolare rilievo era la presenza, al centro del vano, di un grande pithos, capovolto (fig. 4), il cui fondo era stato tagliato per consentire lo svolgersi di libagioni o altre operazioni rituali. All’ingresso del vano è stata rinvenuta una base in arenaria (fig. 6), con un incavo rettangolare che potrebbe avere ospitato un cippo o una stele. Su tutta l’area, anche nel 2018, sono stati numerosi i rinvenimenti di mortai (fig. 5), di grandi vasi acromi e di ceramica da mensa a fasce e in ‘stile misto’, nonché a vernice nera, che sottolineano ancora una volta come il complesso sia stato sede di riti di commensalità. Carattere funerario aveva invece l’ambiente G, dove sono state rinvenute numerose sepolture infantili, ‘attirate’ verosimilmente da una precedente inumazione femminile di età arcaica; è quindi probabile che il vano fosse concepito come luogo legato alla memoria del clan familiare. Si tratta quindi di un complesso polifunzionale, alla stregua di altri simili noti in Peucezia, in particolare a Rutigliano, Botromagno e Monte Sannace, dove di recente è stata scavata una situazione analoga, egualmente caratterizzata da una sala per consumo cerimoniale del vino e da un ambiente funerario intorno a una piazza.
set-2019
Peucezia; Jazzo Fornasiello; abitato
Settore L-ANT/07 - Archeologia Classica
Jazzo Fornasiello (Gravina in Puglia – Bari), nuovi dati dall’abitato / M. Castoldi, A. Bentivegna, C. Lambrugo, A. Pace. ((Intervento presentato al 49. convegno Donne di Magna Grecia. Visibilità, rappresentazione e ruoli tenutosi a Taranto nel 2019.
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