L’esplorazione spaziale contribuisce all'elaborazione di un sistema di coordinate centrate sul corpo, che raffigura una sorta di “mappa spaziale” del corpo nell'ambiente circostante. Lo scanpath, ossia il per-corso di scanning, è il progressivo spostamento dell’attenzione attra-verso le informazioni visive, da cui si ricavano informazioni da inte-grare con i segnali provenienti dai diversi sensi, per programmare ed eseguire atti motori. Disturbi della cognizione spaziale, in particolare nei processi di esplorazione, potrebbero causare difficoltà nell’interazione con l’ambiente, con conseguenze nelle comuni attività della vita quotidiana, determinando anche un aumentato rischio di cadute. I “test carta-e-matita” consentono di indagare, attraverso lo studio di molteplici parametri valutativi, la performance di ricerca visuo-spaziale del soggetto esaminato. Pur non rappresentando la complessità multisensoriale dell’ambiente, questi semplici test, eseguibili in qualsiasi setting, consentono di raccogliere una serie di parametri utili che ci danno informazioni relative al "pensiero spaziale" di un individuo. Scopo di questo studio è verificare se individui con apparenti normali performance cognitive che hanno riportato una frattura in seguito a una caduta accidentale, presentino un’alterazione nei processi di scanning spaziale, che potrebbe concorrere a un aumento del rischio di caduta. È stato condotto un quasi experimental study a cui hanno partecipato 60 soggetti: un gruppo di 30 soggetti fratturati (26 femmine e 4 maschi, con età media di 72,5 anni) con MMSE normale e un gruppo di 30 soggetti sani con caratteristiche paragonabili al gruppo di studio (22 femmine e 8 maschi, età media 71,4 anni). Ciascun soggetto è stato sottoposto a una batteria di test “carta-e-matita” per valutare le competenze visuo- spaziali (test dell’orologio, test di copia di un disegno, test di Albert e bells test). Per il bells test sono stati considerati il punto di partenza della ricerca, il numero di omissioni, la strategia di scanning, il numero di intersezioni, la revisione e il tempo di esecuzione della prova. L'analisi statistica dei dati è stata condotta con il software Past Statistics 3.20. Le variabili categoriche sono state analizzate col test chi-quadrato, mentre le variabili numeriche col test t-Student per dati non appaiati, accettando un errore alfa del 5%. Il gruppo dei soggetti fratturati ha eseguito tutti i test ottenendo risultati peggiori rispetto al gruppo di controllo. È stata riscontrata una differenza statisticamente significativa per il test dell’orologio (X2=4,800; p=0,0285), per il test copia di disegno (X2=7,200; p=0,0073) e il bells test (X2=4,356; p=0,0369), ma non per il test di Albert (X2=1,017; p=0,3132). Al bells test, il gruppo dei soggetti fratturati ha effettuato più omissioni, ha impiegato più tempo per l’esecuzione del test, ha scelto più frequentemente un punto di partenza diverso da quello in alto a sinistra e ha effettuato un minor numero di intersezioni in quanto meno frequentemente, al termine della ricerca, ha fatto un'ulteriore revisione, ma tali differenze non sono risultate statisti-camente significative. Per la strategia di scanning si è invece osservata una differenza statisticamente significativa tra il gruppo di studio e il gruppo di controllo (X2=4,344; p=0,0371): solo il 43% dei soggetti fratturati ha utilizzato la ricerca con una strategia mentre nel gruppo di controllo ciò avviene nel 70% dei casi. I risultati ai test eseguiti fanno ipotizzare che il gruppo dei soggetti fratturati ha un livello di competenze visuo-spaziali inferiori rispetto al gruppo di controllo. In particolare, il modello generale di conduzione del bells test da parte del gruppo dei soggetti fratturati suggerisce un approccio meno efficace al compito di ricerca, se confrontato con quello utilizzato dal gruppo di controllo. Attraverso l’analisi di parametri qualitativi, come la strategia scanning spaziale, è possibile individuare potenziali alterazioni della cognizione spaziale predisponenti un aumentato rischio di caduta. In ambito riabi-litativo o geriatrico, un semplice test “carta-e- matita” potrebbe essere utilizzato come screening per individuare potenziali soggetti a rischio di caduta e predisporre specifici percorsi riabilitativi-adattativi di prevenzione. 1. Shomstein S, Gottlieb J. Spatial and non-spatial aspects of visual attention: Interactive cognitive mechanisms and neural underpin-nings. Neuropsychologia. 2016;92:9–19 2. Warren M, Moore JM, Vogtle LK. Search performance of healthy adults on cancellation tests. Am J Occup Ther. 2008 Sep;62(5):588–94. 3. Muir SW, Gopaul K, Montero Odasso MM. The role of cognitive im-pairment in fall risk among older adults: A systematic review and meta-analysis. Age Ageing. 2012;41(3):299–308.

Modalità di scanning spaziale e rischio di caduta / A.M. Previtera, R. Pagani, M. Casu, F. Gervasoni, A. Cerri, G. Concardi, I. Oggionni. ((Intervento presentato al 19. convegno Congresso Nazionale SIRN tenutosi a Perugia nel 2019.

Modalità di scanning spaziale e rischio di caduta

A.M. Previtera
Co-primo
;
2019

Abstract

L’esplorazione spaziale contribuisce all'elaborazione di un sistema di coordinate centrate sul corpo, che raffigura una sorta di “mappa spaziale” del corpo nell'ambiente circostante. Lo scanpath, ossia il per-corso di scanning, è il progressivo spostamento dell’attenzione attra-verso le informazioni visive, da cui si ricavano informazioni da inte-grare con i segnali provenienti dai diversi sensi, per programmare ed eseguire atti motori. Disturbi della cognizione spaziale, in particolare nei processi di esplorazione, potrebbero causare difficoltà nell’interazione con l’ambiente, con conseguenze nelle comuni attività della vita quotidiana, determinando anche un aumentato rischio di cadute. I “test carta-e-matita” consentono di indagare, attraverso lo studio di molteplici parametri valutativi, la performance di ricerca visuo-spaziale del soggetto esaminato. Pur non rappresentando la complessità multisensoriale dell’ambiente, questi semplici test, eseguibili in qualsiasi setting, consentono di raccogliere una serie di parametri utili che ci danno informazioni relative al "pensiero spaziale" di un individuo. Scopo di questo studio è verificare se individui con apparenti normali performance cognitive che hanno riportato una frattura in seguito a una caduta accidentale, presentino un’alterazione nei processi di scanning spaziale, che potrebbe concorrere a un aumento del rischio di caduta. È stato condotto un quasi experimental study a cui hanno partecipato 60 soggetti: un gruppo di 30 soggetti fratturati (26 femmine e 4 maschi, con età media di 72,5 anni) con MMSE normale e un gruppo di 30 soggetti sani con caratteristiche paragonabili al gruppo di studio (22 femmine e 8 maschi, età media 71,4 anni). Ciascun soggetto è stato sottoposto a una batteria di test “carta-e-matita” per valutare le competenze visuo- spaziali (test dell’orologio, test di copia di un disegno, test di Albert e bells test). Per il bells test sono stati considerati il punto di partenza della ricerca, il numero di omissioni, la strategia di scanning, il numero di intersezioni, la revisione e il tempo di esecuzione della prova. L'analisi statistica dei dati è stata condotta con il software Past Statistics 3.20. Le variabili categoriche sono state analizzate col test chi-quadrato, mentre le variabili numeriche col test t-Student per dati non appaiati, accettando un errore alfa del 5%. Il gruppo dei soggetti fratturati ha eseguito tutti i test ottenendo risultati peggiori rispetto al gruppo di controllo. È stata riscontrata una differenza statisticamente significativa per il test dell’orologio (X2=4,800; p=0,0285), per il test copia di disegno (X2=7,200; p=0,0073) e il bells test (X2=4,356; p=0,0369), ma non per il test di Albert (X2=1,017; p=0,3132). Al bells test, il gruppo dei soggetti fratturati ha effettuato più omissioni, ha impiegato più tempo per l’esecuzione del test, ha scelto più frequentemente un punto di partenza diverso da quello in alto a sinistra e ha effettuato un minor numero di intersezioni in quanto meno frequentemente, al termine della ricerca, ha fatto un'ulteriore revisione, ma tali differenze non sono risultate statisti-camente significative. Per la strategia di scanning si è invece osservata una differenza statisticamente significativa tra il gruppo di studio e il gruppo di controllo (X2=4,344; p=0,0371): solo il 43% dei soggetti fratturati ha utilizzato la ricerca con una strategia mentre nel gruppo di controllo ciò avviene nel 70% dei casi. I risultati ai test eseguiti fanno ipotizzare che il gruppo dei soggetti fratturati ha un livello di competenze visuo-spaziali inferiori rispetto al gruppo di controllo. In particolare, il modello generale di conduzione del bells test da parte del gruppo dei soggetti fratturati suggerisce un approccio meno efficace al compito di ricerca, se confrontato con quello utilizzato dal gruppo di controllo. Attraverso l’analisi di parametri qualitativi, come la strategia scanning spaziale, è possibile individuare potenziali alterazioni della cognizione spaziale predisponenti un aumentato rischio di caduta. In ambito riabi-litativo o geriatrico, un semplice test “carta-e- matita” potrebbe essere utilizzato come screening per individuare potenziali soggetti a rischio di caduta e predisporre specifici percorsi riabilitativi-adattativi di prevenzione. 1. Shomstein S, Gottlieb J. Spatial and non-spatial aspects of visual attention: Interactive cognitive mechanisms and neural underpin-nings. Neuropsychologia. 2016;92:9–19 2. Warren M, Moore JM, Vogtle LK. Search performance of healthy adults on cancellation tests. Am J Occup Ther. 2008 Sep;62(5):588–94. 3. Muir SW, Gopaul K, Montero Odasso MM. The role of cognitive im-pairment in fall risk among older adults: A systematic review and meta-analysis. Age Ageing. 2012;41(3):299–308.
4-apr-2019
Scannig spaziale; rischio di caduta
Settore MED/34 - Medicina Fisica e Riabilitativa
S.I.R.N.
Modalità di scanning spaziale e rischio di caduta / A.M. Previtera, R. Pagani, M. Casu, F. Gervasoni, A. Cerri, G. Concardi, I. Oggionni. ((Intervento presentato al 19. convegno Congresso Nazionale SIRN tenutosi a Perugia nel 2019.
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