Prima indagine sulle riflessioni di Oreste Macrì relative all'edizione di testi novecenteschi, con particolare riferimento agli apparati critici Il saggio che qui si presenta si propone di far conoscere un aspetto poco studiato della ricca personalità critica di Oreste Macrì (1913-1998), critico dai vasti orizzonti e studioso di testi della letteratura italiana e spagnola, protagonista della stagione dell’ermetismo fiorentino e poi dei dibattiti culturali e critici del secondo dopoguerra: l’aspetto filologico. Si può riconoscere Macrì «filologo» nel confronto aperto con Cesare Segre sul testo della Chanson de Roland, ma anche nelle annotazioni a numerose edizioni critiche di poeti contemporanei o nelle edizioni da lui stesso curate. Proprio a partire dalle osservazioni di Macrì su alcune edizioni e dal suo lavoro di editore, le pagine qui proposte mettono in risalto alcune importanti riflessioni di carattere ecdotico, in particolare quelle che Macrì dedica al rapporto testo-apparato nelle edizioni dei contemporanei, alla distinzione tra variante e variazione nella poesia novecentesca, alla necessità di riconoscere e avvalersi della «intenzionalità autoriale» (che riguarda sia la scrittura sia gli aspetti editoriali) nella predisposizione di un’edizione ricca di inediti.

Note su alcune riflessioni ecdotiche di Oreste Macrí sugli autori contemporanei / A. Cadioli. - In: PRASSI ECDOTICHE DELLA MODERNITÀ LETTERARIA. - ISSN 2499-6637. - 4:1(2019 May), pp. 51-68. [10.13130/2499-6637/11714]

Note su alcune riflessioni ecdotiche di Oreste Macrí sugli autori contemporanei

A. Cadioli
2019

Abstract

Prima indagine sulle riflessioni di Oreste Macrì relative all'edizione di testi novecenteschi, con particolare riferimento agli apparati critici Il saggio che qui si presenta si propone di far conoscere un aspetto poco studiato della ricca personalità critica di Oreste Macrì (1913-1998), critico dai vasti orizzonti e studioso di testi della letteratura italiana e spagnola, protagonista della stagione dell’ermetismo fiorentino e poi dei dibattiti culturali e critici del secondo dopoguerra: l’aspetto filologico. Si può riconoscere Macrì «filologo» nel confronto aperto con Cesare Segre sul testo della Chanson de Roland, ma anche nelle annotazioni a numerose edizioni critiche di poeti contemporanei o nelle edizioni da lui stesso curate. Proprio a partire dalle osservazioni di Macrì su alcune edizioni e dal suo lavoro di editore, le pagine qui proposte mettono in risalto alcune importanti riflessioni di carattere ecdotico, in particolare quelle che Macrì dedica al rapporto testo-apparato nelle edizioni dei contemporanei, alla distinzione tra variante e variazione nella poesia novecentesca, alla necessità di riconoscere e avvalersi della «intenzionalità autoriale» (che riguarda sia la scrittura sia gli aspetti editoriali) nella predisposizione di un’edizione ricca di inediti.
Oreste Macrì; filologia; critica letteraria; Novecento; apparati; varianti; filologia d'autore
Settore L-FIL-LET/11 - Letteratura Italiana Contemporanea
Settore L-FIL-LET/13 - Filologia della Letteratura Italiana
mag-2019
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