Nel suo Sexing the Cherry (1990), Jeanette Winterson rileva che quel che noi percepiamo come reale e solido altro non è che spazio vuoto e collezione di entità luminose: è un modo poetico per riportare le teorie della fisica nella dimensione di una contemporaneità nella quale la rappresentazione del reale si fa sempre più di frequente materia di visione più che di mimesi. Alla luce di questa considerazione, vorrei riprendere alcune rappresentazioni di città nella letteratura e nella cultura contemporanea nelle quali la presa d’atto della velocità di cambiamento determina un progressivo sfarinarsi della componente mimetica e la continua ricostruzione di una memoria che con l’immaginario si coniuga in maniera crescente. La rappresentazione si costruisce in questi casi come un processo combinatorio nel quale la città non ha più quasi per nulla una dimensione descrittiva e di mimesi, ma tende a farsi oggetto di uno sguardo visionario, che si appoggia efficacemente all’infinita produzione di immaginari urbani nell’epoca del virtuale. Questo processo appare più visibile negli immaginari utopici e fantascientifici, dove il punto di vista è esplicitamente non mimetico e più vicino al senso del paesaggio urbano come luogo da abitare in modi radicalmente diversi da quelli tradizionali.
Spazi vuoti e punti di luce : topografie dell'assenza in alcuni immaginari urbani contemporanei / N. Vallorani. - In: DE GENERE. - ISSN 2465-2415. - 2018:4(2018), pp. 15-27.
Spazi vuoti e punti di luce : topografie dell'assenza in alcuni immaginari urbani contemporanei
N. Vallorani
2018
Abstract
Nel suo Sexing the Cherry (1990), Jeanette Winterson rileva che quel che noi percepiamo come reale e solido altro non è che spazio vuoto e collezione di entità luminose: è un modo poetico per riportare le teorie della fisica nella dimensione di una contemporaneità nella quale la rappresentazione del reale si fa sempre più di frequente materia di visione più che di mimesi. Alla luce di questa considerazione, vorrei riprendere alcune rappresentazioni di città nella letteratura e nella cultura contemporanea nelle quali la presa d’atto della velocità di cambiamento determina un progressivo sfarinarsi della componente mimetica e la continua ricostruzione di una memoria che con l’immaginario si coniuga in maniera crescente. La rappresentazione si costruisce in questi casi come un processo combinatorio nel quale la città non ha più quasi per nulla una dimensione descrittiva e di mimesi, ma tende a farsi oggetto di uno sguardo visionario, che si appoggia efficacemente all’infinita produzione di immaginari urbani nell’epoca del virtuale. Questo processo appare più visibile negli immaginari utopici e fantascientifici, dove il punto di vista è esplicitamente non mimetico e più vicino al senso del paesaggio urbano come luogo da abitare in modi radicalmente diversi da quelli tradizionali.File | Dimensione | Formato | |
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