Apparsi in francese nella «Revue des deux mondes» tra il 1919 e il 1921 e immediatamente raccolti in volume (La ruine de la civilisation antique, Plon, Paris 1921), i saggi qui riuniti furono proposti in Italia soltanto nel 1926 nella traduzione curata dal figlio dell’autore, Leo Ferrero, che ora si ripresenta. A guidare l’analisi di Guglielmo Ferrero sulla fine del mondo antico è una più ampia riflessione sui principi di legittimità del potere, che lo spinge a paragonare la situazione dell’Impero Romano nell’età dell’anarchia militare (III secolo d.C.) con quella vissuta dall’Europa soprattutto all’indomani del primo conflitto mondiale: il crollo dei principi di autorità sui quali si era fondato l’ordine politico-sociale preesistente avrebbe gettato entrambe le civiltà nella più profonda crisi della loro storia. E se l’Impero Romano poté essere temporaneamente salvato dalla forza rigeneratrice del Cristianesimo, Ferrero esorta i contemporanei a porre in rinnovati principi di legittimità le basi per il futuro equilibrio europeo. GUGLIELMO FERRERO (Portici, 1871 – Mont Pèlerin, 1942) Formatosi tra Bologna e Torino nei primi decenni dell’Italia unita, diviene già negli ultimi anni dell’Ottocento un importante protagonista della vita politico-culturale del Paese. Acuto osservatore della crisi di fine secolo, dell’Italia giolittiana e della Prima Guerra Mondiale, si oppone fin da subito al fascismo, divenendo uno dei principali esponenti dell’antifascismo culturale. Intellettuale poliedrico e brillante, fortemente cosmopolita, autore di numerosi saggi di storia e di importanti riflessioni a carattere filosofico-politico, redatti anche in francese e inglese, è figura di primo piano del panorama intellettuale del primo Novecento e tra gli studiosi italiani più conosciuti e apprezzati a livello internazionale.
La rovina della civiltà antica / G. Ferrero ; [a cura di] L. Mecella. - [s.l] : Castelvecchi, 2019. - ISBN 9788832821017. (LE BOE)
La rovina della civiltà antica
L. Mecella
2019
Abstract
Apparsi in francese nella «Revue des deux mondes» tra il 1919 e il 1921 e immediatamente raccolti in volume (La ruine de la civilisation antique, Plon, Paris 1921), i saggi qui riuniti furono proposti in Italia soltanto nel 1926 nella traduzione curata dal figlio dell’autore, Leo Ferrero, che ora si ripresenta. A guidare l’analisi di Guglielmo Ferrero sulla fine del mondo antico è una più ampia riflessione sui principi di legittimità del potere, che lo spinge a paragonare la situazione dell’Impero Romano nell’età dell’anarchia militare (III secolo d.C.) con quella vissuta dall’Europa soprattutto all’indomani del primo conflitto mondiale: il crollo dei principi di autorità sui quali si era fondato l’ordine politico-sociale preesistente avrebbe gettato entrambe le civiltà nella più profonda crisi della loro storia. E se l’Impero Romano poté essere temporaneamente salvato dalla forza rigeneratrice del Cristianesimo, Ferrero esorta i contemporanei a porre in rinnovati principi di legittimità le basi per il futuro equilibrio europeo. GUGLIELMO FERRERO (Portici, 1871 – Mont Pèlerin, 1942) Formatosi tra Bologna e Torino nei primi decenni dell’Italia unita, diviene già negli ultimi anni dell’Ottocento un importante protagonista della vita politico-culturale del Paese. Acuto osservatore della crisi di fine secolo, dell’Italia giolittiana e della Prima Guerra Mondiale, si oppone fin da subito al fascismo, divenendo uno dei principali esponenti dell’antifascismo culturale. Intellettuale poliedrico e brillante, fortemente cosmopolita, autore di numerosi saggi di storia e di importanti riflessioni a carattere filosofico-politico, redatti anche in francese e inglese, è figura di primo piano del panorama intellettuale del primo Novecento e tra gli studiosi italiani più conosciuti e apprezzati a livello internazionale.Pubblicazioni consigliate
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