Title: Early childhood education and care reform and childcare work between residual and universal dimension Abstract: The Early Childhood Education and Care (ECEC) Act approved in Italy in 2017 is aimed both at expanding service access and coverage and increasing service quality in the overall supply system, constituted by different kinds of public and private providers. The reform may have very relevant consequences not only on female employment but also on childcare and educational work by raising its standard of quality. The article critically discusses the potential and limitations of the reform. In particular, it highlights that Central State and municipalities, which are both called to play a pivotal role in the governance of the new ECEC integrated service system, suffer from structural weaknesses and, in the case of childcare municipal services, also from ongoing transformations and difficulties aggravated by the austerity policies of the last ten years. These critical factors could strongly reduce or even invalidate the ability of the reform to make the childcare services shift from their traditional residual dimension within the Italian welfare to a more universal one.

La riforma dei servizi per l’infanzia, introdotta dal decreto legislativo 65/2017, si propone sia di espandere significativamente l’accesso e la copertura dei servizi per l’infanzia, sia di elevare la qualità dell’offerta complessiva, pubblica e privata. In questo senso essa può avere conseguenze molto rilevanti non solo sull’occupazione femminile, ma anche sulla qualificazione del lavoro educativo e di cura dei bambini, che rappresenta un aspetto centrale nella riforma. L’articolo discute criticamente potenzialità e limiti della riforma, evidenziando in particolare come i servizi per l’infanzia dei Comuni, chiamati ad esercitare un ruolo cardine nella governance del nuovo sistema integrato dei servizi, siano attraversati da difficoltà e da trasformazioni organizzative e nel lavoro, accentuate dalle politiche di austerità degli ultimi dieci anni. Tali difficoltà, unite alle carenze strutturali dello Stato nel settore, potrebbero fortemente indebolire se non inficiare la capacità della riforma di far uscire i servizi per l’infanzia dalla tradizionale posizione di residualità fra le istituzioni del welfare italiano verso l’acquisizione di una dimensione più universalistica.

La riforma dei servizi per l’infanzia e il lavoro di cura dei bambini tra residualità e universalismo / S. Neri. - In: LA RIVISTA DELLE POLITICHE SOCIALI. - ISSN 1724-5389. - 2018:1(2018 Mar), pp. 71-86.

La riforma dei servizi per l’infanzia e il lavoro di cura dei bambini tra residualità e universalismo

S. Neri
Primo
2018

Abstract

Title: Early childhood education and care reform and childcare work between residual and universal dimension Abstract: The Early Childhood Education and Care (ECEC) Act approved in Italy in 2017 is aimed both at expanding service access and coverage and increasing service quality in the overall supply system, constituted by different kinds of public and private providers. The reform may have very relevant consequences not only on female employment but also on childcare and educational work by raising its standard of quality. The article critically discusses the potential and limitations of the reform. In particular, it highlights that Central State and municipalities, which are both called to play a pivotal role in the governance of the new ECEC integrated service system, suffer from structural weaknesses and, in the case of childcare municipal services, also from ongoing transformations and difficulties aggravated by the austerity policies of the last ten years. These critical factors could strongly reduce or even invalidate the ability of the reform to make the childcare services shift from their traditional residual dimension within the Italian welfare to a more universal one.
La riforma dei servizi per l’infanzia, introdotta dal decreto legislativo 65/2017, si propone sia di espandere significativamente l’accesso e la copertura dei servizi per l’infanzia, sia di elevare la qualità dell’offerta complessiva, pubblica e privata. In questo senso essa può avere conseguenze molto rilevanti non solo sull’occupazione femminile, ma anche sulla qualificazione del lavoro educativo e di cura dei bambini, che rappresenta un aspetto centrale nella riforma. L’articolo discute criticamente potenzialità e limiti della riforma, evidenziando in particolare come i servizi per l’infanzia dei Comuni, chiamati ad esercitare un ruolo cardine nella governance del nuovo sistema integrato dei servizi, siano attraversati da difficoltà e da trasformazioni organizzative e nel lavoro, accentuate dalle politiche di austerità degli ultimi dieci anni. Tali difficoltà, unite alle carenze strutturali dello Stato nel settore, potrebbero fortemente indebolire se non inficiare la capacità della riforma di far uscire i servizi per l’infanzia dalla tradizionale posizione di residualità fra le istituzioni del welfare italiano verso l’acquisizione di una dimensione più universalistica.
servizi per l’infanzia; lavoro di cura; governo locale; childcare; care work; local government
Settore SPS/09 - Sociologia dei Processi economici e del Lavoro
Settore SPS/07 - Sociologia Generale
mar-2018
http://www.ediesseonline.it/riviste/rps/che-genere-di-welfare-litalia-prospettiva-comparata/la-riforma-dei-s
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