L’analisi della giurisprudenza europea in materia di divieto di trattamenti inumani e degradanti se, da un lato, consente di evidenziare il ruolo importantissimo che la Corte europea dei diritti dell’uomo ha svolto, e sta tuttora svolgendo, nel processo di umanizzazione della pena, dall’altro, rivela una certa difficoltà da parte della stessa Corte nel garantire una tutela realmente assoluta al divieto contenuto nell’art. 3 Cedu. L’ipotesi che si avanza è che l’utilizzazione, laddove possibile, di parametri ‘rigidi’ per fissare la soglia dei trattamenti incompatibili con i principi convenzionali potrebbe rivelarsi adeguata a garantire la salvaguardia della dignità umana e, allo stesso tempo, a facilitare il compito della Corte di individuare standard minimi di tutela dei diritti fondamentali, che siano comuni a tutti gli Stati del Consiglio d’Europa.
il divieto (relativamente) assoluto di trattamenti inumani e degradanti / A.P.A. DELLA BELLA (PUBBLICAZIONI DEL DIPARTIMENTO DI SCIENZE GIURIDICHE CESARE BECCARIA / UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO, FACOLTÀ DI GIURISPRUDENZA. NUOVA SERIE). - In: La pena, ancora : fra attualità e tradizione : studi in onore di Emilio Dolcini. 2 / [a cura di] C.E. Paliero, F. Viganò, F. Basile, G.L. Gatta. - [s.l] : Giuffrè, 2018. - ISBN 9788814225710. - pp. 783-818
il divieto (relativamente) assoluto di trattamenti inumani e degradanti
A.P.A. DELLA BELLA
2018
Abstract
L’analisi della giurisprudenza europea in materia di divieto di trattamenti inumani e degradanti se, da un lato, consente di evidenziare il ruolo importantissimo che la Corte europea dei diritti dell’uomo ha svolto, e sta tuttora svolgendo, nel processo di umanizzazione della pena, dall’altro, rivela una certa difficoltà da parte della stessa Corte nel garantire una tutela realmente assoluta al divieto contenuto nell’art. 3 Cedu. L’ipotesi che si avanza è che l’utilizzazione, laddove possibile, di parametri ‘rigidi’ per fissare la soglia dei trattamenti incompatibili con i principi convenzionali potrebbe rivelarsi adeguata a garantire la salvaguardia della dignità umana e, allo stesso tempo, a facilitare il compito della Corte di individuare standard minimi di tutela dei diritti fondamentali, che siano comuni a tutti gli Stati del Consiglio d’Europa.File | Dimensione | Formato | |
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