After some general considerations on the type concept and on the importance of the classification in the analysis of archaeological materials, the paper suggests a new methodology for the definition of the pottery shapes. The system is based on a metric-dimensional criterion, i.e. the ratio between the values of the vessel’s depth and the degree of opening of the vessel’s mouth, that means height, mouth diameter and maximum diameter. With regard to the open shapes, the ratio between maximum diameter and height defines four degrees of values, that considered together with some functional attributes, such as handle and foot, allow to establish a nomenclature of the vessels’ shapes. The second part of the paper focuses on the classification of the raised handles of the ladle cups, which are characteristic of the Middle and Recent Bronze Age in the pile-dwellings of the Garda region and of the Terramare culture in the Po plain. For each type has been given a dating, based on the scientifically carried out excavations, and some comment on their spread in the Alpine region and in the Po plain.

Queste note, che hanno un carattere ancora preliminare, sono destinate soprattutto agli studenti che intraprendono lo studio dell’età del Bronzo, ma pensiamo che possano avere un’utilità anche per chi fa ricerca in questo settore della Protostoria. La classificazione delle anse con sopraelevazione proposta in questa sede non ha carattere esaustivo e ci auguriamo di poterla completare e perfezionare ampliando la base documentaria. Comunque, già da un primo sintetico quadro generale emergono aspetti significativi per quanto concerne le relazioni tra Trentino, area benacense, Pianura Padana a nord del Po, Emilia, Veneto occidentale, Romagna. Nel BM 1 c’è una sostanziale unità dal Trentino fino al Po, mentre a sud del Po vi sono aspetti culturali correlati alla facies Monate-Mercurago verso nord-ovest e a quella tipo Farneto-Monte Castellaccio verso sud-est. Questa unità prosegue nel BM 2A, mentre con il BM 2B, parallelamente all’intensificarsi del popolamento in area terramaricola a sud del Po, la regione alpina comincia a differenziarsi da quella benacense e padana, assumendo un profilo culturale autonomo. Questa autonomia diventerà sempre più marcata nel BM 3, periodo durante il quale è possibile osservare sensibili differenze anche tra terramare e regione benacense: a es. le anse con dischi frontali e quelle falcate, ampiamente diffuse nell’area terramaricola, sono del tutto assenti dalla regione benacense, così come nel territorio tra Tione e Berici e Colli Euganei. Questa differenziazione si avverte anche nei riti funerari (biritualismo nel territorio tra basso corso del Mincio-Tione-Tartaro e Adige; necropoli terramaricole; necropoli tipo Monte Lonato-Fenile Belasi). Nonostante ciò il background culturale sembra essere ancora comune, fatto confermato dai tipi di anse caratteristici del BR. Anche se, a parte i manufatti di bronzo, il BR è scarsamente documentato nella regione benacense per motivi connessi alle bonifiche agricole nei bacini infra-morenici e alla demolizione dei depositi stratificati nelle palafitte sommerse, i tipi caratteristici dell’area terramaricola soprattutto nel BR 2129 si ritrovano a Porto di Pacengo, Peschiera, Lavagnone, Custoza, Madonna della Pieve, Carzago, Castrezzone, Ponte S. Marco, Carpenedolo130. Nello stesso tempo si delinea una nuova area culturale gravitante intorno al caput Adriae, come ha bene messo in evidenza Maurizio Cattani (2015). Dopo la fine del BR, con il crollo del sistema terramaricolo, si crea un vuoto demografico in Emilia e nella pianura tra il Po e l’Oglio e in buona parte della Lombardia orientale. Mentre nel Trentino nasce la cultura di Luco, nel Veneto centro-occidentale si afferma un aspetto culturale proto-veneto, specialmente lungo il cd. Po di Adria, che si pone in diretta continuità con il BR gravitante verso l’Adriatico ed eredita la fitta rete di relazioni con la Romagna e l’Italia mediotirrenica. Per quanto riguarda il mondo terramaricolo non si può che pensare a una diaspora a sud dell’Appennino tosco-emiliano. L’insegnamento che vorremmo trasmettere è che nel campo della Protostoria l’analisi tipologica costituisce il fondamento per qualunque tentativo di ricostruzione storica e delle dinamiche culturali.

Note sui criteri di classificazione della ceramica e sulla terminologia delle anse con sopraelevazioni / R.C. de Marinis, M. Rapi. - In: NOTIZIE ARCHEOLOGICHE BERGOMENSI. - ISSN 1127-2155. - 24:(2016), pp. 27-59.

Note sui criteri di classificazione della ceramica e sulla terminologia delle anse con sopraelevazioni

R.C. de Marinis
Primo
;
M. Rapi
Secondo
2016

Abstract

After some general considerations on the type concept and on the importance of the classification in the analysis of archaeological materials, the paper suggests a new methodology for the definition of the pottery shapes. The system is based on a metric-dimensional criterion, i.e. the ratio between the values of the vessel’s depth and the degree of opening of the vessel’s mouth, that means height, mouth diameter and maximum diameter. With regard to the open shapes, the ratio between maximum diameter and height defines four degrees of values, that considered together with some functional attributes, such as handle and foot, allow to establish a nomenclature of the vessels’ shapes. The second part of the paper focuses on the classification of the raised handles of the ladle cups, which are characteristic of the Middle and Recent Bronze Age in the pile-dwellings of the Garda region and of the Terramare culture in the Po plain. For each type has been given a dating, based on the scientifically carried out excavations, and some comment on their spread in the Alpine region and in the Po plain.
Queste note, che hanno un carattere ancora preliminare, sono destinate soprattutto agli studenti che intraprendono lo studio dell’età del Bronzo, ma pensiamo che possano avere un’utilità anche per chi fa ricerca in questo settore della Protostoria. La classificazione delle anse con sopraelevazione proposta in questa sede non ha carattere esaustivo e ci auguriamo di poterla completare e perfezionare ampliando la base documentaria. Comunque, già da un primo sintetico quadro generale emergono aspetti significativi per quanto concerne le relazioni tra Trentino, area benacense, Pianura Padana a nord del Po, Emilia, Veneto occidentale, Romagna. Nel BM 1 c’è una sostanziale unità dal Trentino fino al Po, mentre a sud del Po vi sono aspetti culturali correlati alla facies Monate-Mercurago verso nord-ovest e a quella tipo Farneto-Monte Castellaccio verso sud-est. Questa unità prosegue nel BM 2A, mentre con il BM 2B, parallelamente all’intensificarsi del popolamento in area terramaricola a sud del Po, la regione alpina comincia a differenziarsi da quella benacense e padana, assumendo un profilo culturale autonomo. Questa autonomia diventerà sempre più marcata nel BM 3, periodo durante il quale è possibile osservare sensibili differenze anche tra terramare e regione benacense: a es. le anse con dischi frontali e quelle falcate, ampiamente diffuse nell’area terramaricola, sono del tutto assenti dalla regione benacense, così come nel territorio tra Tione e Berici e Colli Euganei. Questa differenziazione si avverte anche nei riti funerari (biritualismo nel territorio tra basso corso del Mincio-Tione-Tartaro e Adige; necropoli terramaricole; necropoli tipo Monte Lonato-Fenile Belasi). Nonostante ciò il background culturale sembra essere ancora comune, fatto confermato dai tipi di anse caratteristici del BR. Anche se, a parte i manufatti di bronzo, il BR è scarsamente documentato nella regione benacense per motivi connessi alle bonifiche agricole nei bacini infra-morenici e alla demolizione dei depositi stratificati nelle palafitte sommerse, i tipi caratteristici dell’area terramaricola soprattutto nel BR 2129 si ritrovano a Porto di Pacengo, Peschiera, Lavagnone, Custoza, Madonna della Pieve, Carzago, Castrezzone, Ponte S. Marco, Carpenedolo130. Nello stesso tempo si delinea una nuova area culturale gravitante intorno al caput Adriae, come ha bene messo in evidenza Maurizio Cattani (2015). Dopo la fine del BR, con il crollo del sistema terramaricolo, si crea un vuoto demografico in Emilia e nella pianura tra il Po e l’Oglio e in buona parte della Lombardia orientale. Mentre nel Trentino nasce la cultura di Luco, nel Veneto centro-occidentale si afferma un aspetto culturale proto-veneto, specialmente lungo il cd. Po di Adria, che si pone in diretta continuità con il BR gravitante verso l’Adriatico ed eredita la fitta rete di relazioni con la Romagna e l’Italia mediotirrenica. Per quanto riguarda il mondo terramaricolo non si può che pensare a una diaspora a sud dell’Appennino tosco-emiliano. L’insegnamento che vorremmo trasmettere è che nel campo della Protostoria l’analisi tipologica costituisce il fondamento per qualunque tentativo di ricostruzione storica e delle dinamiche culturali.
tipologia; età del Bronzo; cultura delle Palafitte e Terramare; ceramica; Typology, Bronze Age; Pile Dwellings and Terramare Civilization; pottery
Settore L-ANT/01 - Preistoria e Protostoria
Settore L-ANT/10 - Metodologie della Ricerca Archeologica
2016
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