Obiettivo Lo scopo del lavoro è quello di conoscere le indicazioni che hanno portato le ostetriche all’esecuzione dell’episiotomia per confrontarle con le indicazioni all’esecuzione di questa tecnica riportate dalle raccomandazioni della letteratura. Materiali e metodi I dati sono stati raccolti presso la Clinica Mangiagalli e il campione è stato rilevato per quote, selezionando in ordine cronologico dal 1° al 31° ottobre, le prime 100 donne che hanno subito un’episiotomia escludendo quelle con parto vaginale operativo. I dati delle cartelle cliniche sono stati riportati su una griglia, costruita tenendo conto delle variabili anamnestiche personali, famigliari e ostetriche relative a gravidanza e a parto, ritenute secondo la letteratura le più importanti da considerare per valutare possibili relazioni tra queste e le motivazioni riportate dalle ostetriche. Risultati Le motivazioni per il ricorso all’episiotomia riportate dalle ostetriche sono le seguenti: 73% “ipoelasticità vulvare”, 11% “alterazioni del CTG fetale”, 6% “brevità perineale”, 1% per “sospetta macrosomia”, 1% per “rotazione sacrale dell’occipite da posizione posteriore”, 1% per “patologia fetale” e infine per 7% non è stata riportata la motivazione. Discussione Dal confronto tra motivazioni addotte e variabili considerate emerge una relazione tra casi di “ipoelasticità vulvare” e primiparità, che in letteratura viene considerata un fattore di rischio per l’instaurarsi di lacerazioni perineali e di loro eventuali conseguenze, ma non una specifica indicazione per l’esecuzione di episiotomia. Considerando che l’80% dei casi che costituiscono il campione ha “subito” un’episiotomia per motivi legati ai tessuti perineali si può pensare che una delle preoccupazione delle ostetriche riguardi significativamente la protezione del perineo e la prevenzione nei confronti di eventuali conseguenze negative quali incontinenza urinaria, fecale, e dispareunia; che potrebbero derivare proprio da gravi lacerazioni perineali. Conclusioni Essendo ancora attuale il dibattito in merito a quali siano le indicazioni più appropriate per il ricorso all’episiotomia, dato che anche quelle ritenute “selettive-restrittive” vengono talvolta messe in discussione dalla pratica clinica e da studi specifici che su questa si basano, l’obiettivo cui bisogna puntare è la formazione mirata e l’aggiornamento continuo teorico-pratico del personale ostetrico, perché sia in grado, sempre meglio, di corrispondere alle esigenze di madre e bambino durante l’evento nascita.

Pratica clinica ed episiotomia: approccio conoscitivo in 100 casi di parto vaginale non operativo nella Clinica Mangiagalli / V. Cambria, L.A. Malgrati, P.A. Mauri. - Milano : Università degli Studi di Milano, 2016 Apr.

Pratica clinica ed episiotomia: approccio conoscitivo in 100 casi di parto vaginale non operativo nella Clinica Mangiagalli

L.A. Malgrati
Secondo
;
P.A. Mauri
Ultimo
2016

Abstract

Obiettivo Lo scopo del lavoro è quello di conoscere le indicazioni che hanno portato le ostetriche all’esecuzione dell’episiotomia per confrontarle con le indicazioni all’esecuzione di questa tecnica riportate dalle raccomandazioni della letteratura. Materiali e metodi I dati sono stati raccolti presso la Clinica Mangiagalli e il campione è stato rilevato per quote, selezionando in ordine cronologico dal 1° al 31° ottobre, le prime 100 donne che hanno subito un’episiotomia escludendo quelle con parto vaginale operativo. I dati delle cartelle cliniche sono stati riportati su una griglia, costruita tenendo conto delle variabili anamnestiche personali, famigliari e ostetriche relative a gravidanza e a parto, ritenute secondo la letteratura le più importanti da considerare per valutare possibili relazioni tra queste e le motivazioni riportate dalle ostetriche. Risultati Le motivazioni per il ricorso all’episiotomia riportate dalle ostetriche sono le seguenti: 73% “ipoelasticità vulvare”, 11% “alterazioni del CTG fetale”, 6% “brevità perineale”, 1% per “sospetta macrosomia”, 1% per “rotazione sacrale dell’occipite da posizione posteriore”, 1% per “patologia fetale” e infine per 7% non è stata riportata la motivazione. Discussione Dal confronto tra motivazioni addotte e variabili considerate emerge una relazione tra casi di “ipoelasticità vulvare” e primiparità, che in letteratura viene considerata un fattore di rischio per l’instaurarsi di lacerazioni perineali e di loro eventuali conseguenze, ma non una specifica indicazione per l’esecuzione di episiotomia. Considerando che l’80% dei casi che costituiscono il campione ha “subito” un’episiotomia per motivi legati ai tessuti perineali si può pensare che una delle preoccupazione delle ostetriche riguardi significativamente la protezione del perineo e la prevenzione nei confronti di eventuali conseguenze negative quali incontinenza urinaria, fecale, e dispareunia; che potrebbero derivare proprio da gravi lacerazioni perineali. Conclusioni Essendo ancora attuale il dibattito in merito a quali siano le indicazioni più appropriate per il ricorso all’episiotomia, dato che anche quelle ritenute “selettive-restrittive” vengono talvolta messe in discussione dalla pratica clinica e da studi specifici che su questa si basano, l’obiettivo cui bisogna puntare è la formazione mirata e l’aggiornamento continuo teorico-pratico del personale ostetrico, perché sia in grado, sempre meglio, di corrispondere alle esigenze di madre e bambino durante l’evento nascita.
apr-2016
Midwifery; episiotomy
Settore MED/47 - Scienze Infermieristiche Ostetrico-Ginecologiche
Working Paper
Pratica clinica ed episiotomia: approccio conoscitivo in 100 casi di parto vaginale non operativo nella Clinica Mangiagalli / V. Cambria, L.A. Malgrati, P.A. Mauri. - Milano : Università degli Studi di Milano, 2016 Apr.
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